Se il «pittoresco» ha un fondamento profondo nella storia, è tuttavia l’opposto della pittura «di storia»: e, come poetica naturalistica, si fonda
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essenziale d’ogni distinzione tra storia vera e propria, storia dell’arte e storia della filosofia.
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Sicché potremo facilmente constatare come, in una «storia dell’arte», alcune metamorfosi stilistiche, alcune inversioni di tendenze formali, alcuni
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La storia dell’arte dovrebbe consentire una fruizione più completa di quella basata su puri dati istintuali, su più o meno «congenite» facoltà
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La storia dell’arte potrà allora essere identificata con la storia della filosofia? Non lo credo; anzi credo che non si debba neppure accomunare
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Da questo, però, a giudicare la storia dell’arte come assimilabile e sovrapponibile - tout court - ad una storia della filosofia, ci corre. Il
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La storia della figura allegorica della Malinconia, con le sue curiose vicissitudini e metamorfosi, così come quella delineata dalla «ripetizione
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Ora, la storia si fa del passato, non c’è storia del presente: nel presente, per la storia, c’è uno svolgimento in atto che viene ad essere
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soppressione della causalità stessa nella storia. Non si può sopprimere la causalità, come non si può ridurre tutta la storia alla causalità. Ciò è
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Tuttavia la concezione dialettica della storia ha avuto un’importanza fondamentale nella rivitalizzazione del determinismo storico, e proprio alla
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Non si tratta dunque di rifiutare la concezione dialettica della storia, purché non si pretenda, con questa, di regolarizzarne il corso secondo uno
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Abbiamo detto che la concezione dialettica della storia rappresentava la vivificazione del materialismo storico, ma dovremmo aggiungere che in nessun
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”, ricostruendo così una “storia delle immagini” intesa come storia della cultura che le aveva prodotte.
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Quando le soluzioni si accumulano, i problemi si alterano, tanto nella storia dell’arte quanto nella storia in generale; è così che le due storie
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Fernand Braudel in La Méditerranée et le monde méditerranéen à l’époque de Philippe Il (1949) inverte il concetto di storia così come si era plasmato
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Si dice che la penisola italica sia incapace di rivoluzioni. Eppure alcune sono avvenute nella sua lunghissima storia. I caratteri forse rimangono
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E così iniziò la storia, nell’esistenzialismo totale. Andò a evolvere successivamente nei salotti e nei ristoranti di lusso.
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Più vitale è, indubbiamente, il classicismo carraccesco e berniniano con le sue derivazioni. L'antichità è il tempo in cui la storia degli uomini
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Il dibattito sul significato e il valore della storia, o del classicismo, possono ridursi all’antitesi di un’interpretazione positiva o negativa: la
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della forma classica per adeguarla ai nuovi contenuti; il rapporto tra l’attualità e la storia si fa sempre più teso e precario, e soltanto
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il campo dell’arte non “ di genere”: la pittura “ di storia” diverrà anch'essa un “genere”, come l'architettura monumentale o la scultura statuaria
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Due vie si aprono a questo punto: la discesa verso la descrizione minuta, la riduzione della storia all’aneddoto, oppure la salita verso
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Le trasformazioni dei mezzi materiali di vita determinano gli stati psichici dell’uomo attraverso la storia.
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Ci collochiamo vicini alla natura, come mai l’arte lo è stata nella sua storia.
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Permettete che io cominci coll’evocare alla vostra immaginazione un episodio di storia bolognese.
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come storia.
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Epperciò, poiché non posso rifare ancora una volta la storia del passaggio dall'impressionismo al cubismo, e dal cubismo al futurismo, o addirittura
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Ma per Boccioni è il contrario. Con una lucidezza che pare quasi un portato miracoloso della necessità intima di chiarificare la storia per poterne
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Vi dico sinceramente che non ho pensato ad altro che a fare della storia. Se non fossi stato certo di murare un blocco nettamente squadrato in quella
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Ingolfatomi nel passato con spirito odierno, mi accorsi di questo fatto stupefacente, che la critica coincideva con la storia.
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E cioè: che la storia dell'arte essendo storia del puro sviluppo stilistico non può basarsi che sulle opere stesse, poiché «i documenti ricordano
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È infatti prevedibile che molte cose qui apparse sotto specie di storia della coltura dovranno riapparire nel secondo sotto specie di storia
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E che infine la storia della cultura quando pur venga condotta con la massima snellezza e disinvoltura (i Francesi furono e sono maestri in ciò) si
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E così ha termine la Storia della pittura spagnola di A. L. Mayer.
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Poiché a quella che avrebbe potuto essere la continuazione spontanea, la semplice storia insomma della tradizione di Battistello - intendo del
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documentario e informativo e l'elemento valutativo; soltanto siamo fermamente convinti che la storia dell'arte, che è valore e graduazione di valore
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E perché mai due storie? Perché, secondo il Dami, esistono non meno di due storie dell'arte: la storia «esterna» (p. 195), ovvero il «riassunto dello
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È avvenuto insomma che il Dami non s'è fatto ben chiaro concetto di quello che sia archivio e quello che storia dell'arte; e del credere che esista
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potesse essere ci si andava naturalmente avvicinando alla storia che sola si può legittimamente costruire: la storia delle idee estetiche, senza relazione
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A.CORNA, Dizionario della Storia dell' Arte in Italia. Piacenza, Tarantola, 1915 (in: ‘L'Arte’, 1916, p. 367-68).
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«nella storia dell'arte fìgurata». A noi pare che si potrebbe - non volendo annullare - correggere almeno benevolmente così: «fuori della storia dell'arte
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Nulla di diverso da questo piccolo brano di storia emana dalla lettura delle pagine dei due artisti napoletani.
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E in verità di questi fatti negativi, e cioè di affermazioni puramente tecniche, la storia dell'incisione ribocca!
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L'eccellente storico americano dell'architettura risolve in due pagine un'importante questione di storia dell'arte medievale.
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È probabilmente lo studio archivistico più importante apparso fin qui per la storia del grande Seicento italiano, dopo i documenti del Bertolotti.
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«Libro I. Vita di Piranesi. Storia delle sue opere»:
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E. GUSSALLI, Gian Giacomo Barbelli. Contributo alla storia della pittura nel Seicento. («Emporium», dicembre 1918) (in: 'L'Arte', 1919, p. 82).
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È forse che siamo incontentabili e ci vogliamo pericolosamente cibare di assoluto. Ma sempre più sentiamo che se la storia dell'arte non è che
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È naturale che dipartendosi dai principî suesposti la storia di Michelangelo sia già in gran parte costruita «a priori», e non sia, naturalmente, la
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Se, tuttavia, la storia stessa non ci assicurasse che anche Piero ebbe continuatori non dispregevoli: Antonello da Messina e Giovanni Bellini. Per
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