stanze. — E dov'è Rosetta? — chiese Caterí. — Io sono un'amica di Rosetta, — rispose la donnina, — Rosetta non viene mai, ora. — E perché? — chiese
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pugilato, qui sulla piazza. Si radunerà una gran folla, e tutti saranno sicuri che vinco io, che sono un peso massimo. E invece vincerà Piuma. Tu devi
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una delle piú straordinarie, e non sembra vera. Ma Rosetta e Caterina sono mie amiche e non dicono le bugie. Poi ho parlato anch'io con la vecchia
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— Sono lo Stracciarolo, per servirvi, — disse l'ornino che aveva bussato alla porta, levandosi il cappello. Aveva una lunga barba, e un vestito tutto
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le braccia come per dire all'omino: — Sono uno straccio, sí, sí. Mettetemi nel sacco e lasciate a Caterinuccia un soldo per la cena —. L'ornino capi
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Caterinuccia. — Sono Tit, — egli rispose. — Qui fa piú caldo che fuori. Ho bussato al tuo palazzo perché ho fame. Potrai offrirmi un po' di stufato e la
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lasceremo una lettera, e torneremo presto. — Credi che troveremo Bellissima? — Ci sono anch'io. Vedrai. — E torneremo proprio presto? - Prestissimo, ti dico
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Tit. — Io conosco i topi neri, ho combattuto con loro, e so che sono ferocissimi. Una volta ne vidi uno che aveva infilzato diciotto topi bianchi in uno
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, Signora del Pineto, — disse Tit, — tanti auguri. — Grazie, — disse la Signora, — che regalo mi hai portato? Tit parve un po' confuso: — Non sono venuto
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bosco sono miei amici. Anche i passeri e i lupi e i cani e gli usignoli. E anche gli scoiattoli. Tutto il bosco è mio amico. Su, che aspetti? Uccidimi
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se rivivrò del tutto, — osservò. — Sono stato proprio in punto di morte. — Oh, sí, Tit! Precisamente, — confessò Caterí, e, non sapendo che dire, si
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desiderato trascorrere la convalescenza. — Ho saputo di Pic e ti sono grata,— dichiarò, — è causa mia se tu sei malato. Tu sei proprio bravo —. E
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frange d'oro; agli angoli del salotto vi sono quattro zanne di elefante, e dovunque si possono vedere tigri e leoni imbalsamati. C'è anche una scimmietta
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ricorderete che non possedevano, in due, che un soldo bucato. — Allora mi permettete di riposare un momento? Fa molto caldo, e sono stanco, e vorrei
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, io non sono il solo, dunque, che conosca í suoi meriti! — gridò il povero mercante di stoffe. — È la donna dei miei sogni. Non parla mai, sta sempre
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il pranzo e si ripulí bene le mani con uno strofinaccio, prima di andare incontro a Tit e a Caterí. — Sono contenta che la brava Grigia abbia trovato
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rispetto. — Sono una pincipessa spelduta, — spiegò la Principessa, continuando a soffiarsi il naso, — sono una povela pincipessa. Allora tutti capirono che
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Oh, povela pincipessa! Sono una povela pincipessa! — e piangeva sempre. Sperava che essi avessero almeno sentito notizie del suo aeroplano, ma si
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padre dei vizi? — Io sono di professione cuoco, e l'amico è servitore, — rispose Massimo, — e, proprio in questo momento, il nostro signor padrone ci
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E offersi in dono cinque ombrelli rotti, perché imparassero subito la professione. Piuma e Massimo sono ombrellai nati. Nessun altro ombrellaio sa
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miei piedi? Non sapete chi sono io? — Eh, che arie! — rispose la terza baronessa. — Appena arriverò, dirò tutto al Re. — Si accomodi pure. S'immagini
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carrello, così recupero la moneta da due euro. Le prime volte mi vergognavo un po, adesso sono il più veloce di tutti. Alcuni sono contenti di
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La maestra ha detto alla mamma che sono un bambino orgoglioso. Cercherò nel dizionario il significato di questa parola. A me, invece, ha detto che
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maniera buffa e ho fatto finta di inciampare. Quando sono tornato a casa ho chiesto subito alla mamma di accorciarmi i calzoni. - Non posso, adesso
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Sul campetto di calcio di via Monte S. Gabriele si suona bene. Qui non c'è nessuno che si lamenti, nessuno che dorma, nessuno che senta. Le case sono
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impazzire. Un giorno è venuta a bussare alla nostra porta. Ero a casa da solo. - Sono venuta a chiederti dove fai la pipì — ha detto con la sua
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Oggi sono interrogato in geografia. La maestra mi chiede i nomi dei pianeti del sistema solare, ma io sono distratto e non me li ricordo. - Giove
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Quest'anno sono in quinta. Però è il mio primo anno di scuola in Italia. La maestra ci ha spiegato che bisogna combattere i pregiudizi, che poi sono
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borsa c'è un telefonino e un portafoglio. Dentro il portafoglio ci sono cinque banconote da cinquanta euro: duecentocinquanta euro! Guardo meglio e vedo
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La signora Nasochiuso, poi, dice che tutti i tamburi puzzano, perché sono fatti con la pelle di capra. La gente odia il suono del mio tamburo perciò
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Maristella ride sempre. Ama la frutta, i fiori, le stelle e le nuvole. La sera va sul balcone e guarda il cielo. Quella volta che sono andato a casa
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davanti alla porta, in corridoio. La mamma pensa sempre a tutto. Ecco, sono pronto. Esco nella nebbia del mattino. Arrivo davanti alla scuola, ma il
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nome. Non dà dei nomi di persona, tanto le parole arabe per i poliziotti italiani sono tutte uguali. Loro pensano che gli arabi si chiamino tutti
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scuola significa che ci vai volentieri! — esclama la mamma. - Mamma, non confondiamo l'andata con il ritorno! - preciso un po' seccato. Ieri sera sono
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Casablanca ci sono ancora il nonno e la nonna. La loro casa è molto vicina al suq, il mercato, e quindi c'è sempre molta confusione. Omar, il fornaio, è amico
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Lavoro dalle quattro e mezzo del pomeriggio fino alle sette e mezzo, cioè da quando chiude la scuola a quando chiude il supermercato. Alle otto sono
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nella Comunità Europea, di cui l'Italia fa parte. - Allora anche gli svizzeri sono extracomunitari? - In effetti, anche gli svizzeri. - E gli americani
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Sono fuori al supermercato e guardo i carrelli dei clienti che si riempiono a vista d'occhio. Tra tre giorni è Natale e i novaresi non sanno più cosa
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scusa, Nadir, mi sono comportata come una stupida — dice con gli occhi lucidi. - Non importa. Succede — le dico con tono da uomo vissuto. - Siete stati
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Ho dieci anni e vengo da Casablanca, in Marocco. I miei genitori non sono bianchi e non sono neri, perché sono arabi, così adesso sono arabo anch'io
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Chi sono p. 8 I jeans » 10 A scuola » 12 Casa sua » 14 Lavoro » 16 A casa » 18 La vicina » 20 Casablanca » 22 Il nonno » 26 La nebbia » 28 Aldo e suo
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