Non oso!... Forse siamo irretiti tutti e due! Eppure bisogna che sappia.
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Anche tu! Si capisce! Siamo salvi tutti e due! Guarda! Egli restituisce la sua ricevuta. È dispiacente, é pentito; un felice avvenimento ha cangiato
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Sono già otto anni da che siamo maritati. Rifletti un po': non è questa la prima volta che noi due, da marito e moglie, ragioniamo seriamente insieme?
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Al punto in cui siamo, non puoi proibirmi cosa alcuna. Io porto via tutto quello che m'appartiene. Di tuo non voglio niente, nè ora nè mai.
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Sì, Torvaldo, quest'anno possiamo permetterci qualche spesina di più. È il primo Natale in cui non siamo costretti all'economia.
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Come consola il poter pensare che già siamo arrivati a formarci una posizione stabile, sicura e largamente remuneratrice! Non è vero? Si è felici
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io l'approvo. Figurati se siamo felici! Entrerà in funzione a capo d'anno, e avrà un lauto stipendio e molti proventi. Allora, allora vivremo molto
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Sì; ci siamo conosciute tempo fa.
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Mi dispiace che noi siamo cosi ristretti! È proprio impossibile.
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Oggi? Ma non siamo ancora al primo del mese.
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Siamo alla vigilia di Natale. Dipende da lei fare un buono o un cattivo Natale.
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Zitto! siamo allegri! siamo allegri!
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Ci siamo! Eccolo! No, no, non può essere! Non deve accadere!...
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È là! Torvaldo, Torvaldo, mio Dio! Siamo perduti!
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E che me n'importa più? Siamo perduti. La lettera è nella cassetta!
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Ho bisogno d'una persona a cui far da mamma, e i suoi bambini hanno bisogno di una mamma. Noi, anche noi, siamo spinti l'uno verso l'altro. Io ho
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È vero. Norina mia? Oh! Quando siamo in una società come questa sera... sai tu perchè ti rivolgo poco la parola, perchè me ne sto lontano da te
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dell'italiano Cerruti col Governo della Colombia. Ora però siamo d'accordo nel ritirarla, fidando nell'azione diplomatica del nostro Governo.
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E nel continente, da che siamo all'ultima parte della mia interpellanza, nel continente che cosa non è stato fatto in materia di stampa? Si è
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Ma finchè noi siamo sotto le attuali leggi, finchè la società trovasi legalmente costituita cogli ordinamenti attuali, voi avete l'obbligo di
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, aveva gli occhi cerchiati da lividure prodotte dalle veglie prolungate e dall'ansietà degli esperimenti. "A che siamo?" "Niente ancora! Ma credo di
lume. - Tanto, ne abbiamo per poco! Siamo vecchi, Mario. - Tu hai due anni piú di me. ... Domani verrà notar Patrizio, per farsi leggere una scrittura
, quel giorno. Ma, per ora, ci penso con viva curiosità soltanto. Ho vent'anni davanti a me; siamo nel 1867@." 1867." "Senti - diss'io - se nel maggio
la scienza; gli imbecilli siamo noi che non osiamo di chiederle quel che giudichiamo stoltamente impossibile. Tutti coloro che hanno, in qualche modo
tutti e due senza poter godersi l'improvvisa fortuna. Ho dieci lire; me ne serbo cinque per vivere due giorni. Siamo al venticinque del mese; tra due
. - Sí, quasi con le grida si possano riempire granaio e botte! Siamo tre bocche a mangiare; e costei mangia per quattro. Se aveste fatto come vi avevo
non sono stato mai cosí bene in salute, cosí allegro, cosí spensierato! C'è da ammatti re ... L'ho mandato al diavolo!" E all'ultimo: "Ci siamo trovati
Rutilio mezzo rovinato; il peggio guaio, perché di quei libri non se ne trova piú, nemmeno a pagarli a peso d'oro. - Siamo stati tante carogne! - disse
atto". "E se invece ... - può benissimo accadere; noi non siamo padroni del nostro cuore - se comincerai col fingere, e finirai con far sul serio
misteri che non siamo ancora riusciti a penetrare interamente. - Nella famiglia di colui che dovrebbe essere il mio secondo marito sono avvenuti casi
paiono troppi per tale scopo. Potreste impiegarli meglio". "Ah, caro amico! Qui non siamo in Italia, dove la gente prende moglie senza avere il becco
accontentata, mi sussurrava all'orecchio: - Andiamo alla Marina? - Ci siamo stati un'ora fa! - Che importa? Oh, il mare! Mi sembra di non aver potuto
provarvi? Che noi ci siamo appunto resi schiavi di un pregiudizio, o di un sentimento ridotto tale. Non ci sono "predestinati" nel matrimonio, ma
ne fate? - Dieci lire! - Mastro Croce gli diè un'occhiataccia. - Dieci lire. Lo faccio soltanto per voi; non siamo compari per nulla - soggiunse don
lampada che pare voglia spegnersi? Eppure io l'ho riempita per bene. - Mi assale un dubbio, Koninson. - E quale mai? - Che noi siamo sepolti. - Sepolti
, dentro i quali s'udivano muggire degli impetuosi torrenti. - Dove siamo noi? - chiese Koninson. - Sul fianco di una montagna - disse il tenente. - Lo
cosa. - Andremo a visitare quella dannata montagna. Ma se non si riuscisse a nulla? - Aspetteremo. - Cosa mai? Non dimenticate, tenente, che siamo al 28
di "gin", e poi tutti all'opera. - Bravo capitano! - gridò Koninson. - Li affronteremo, questi ghiacci, e li sfideremo, questi freddi del polo. Siamo
un'accoglienza ostile, bisognerà venire alle mani e non so come la finirà. Noi siamo due, e loro sono in molti, forse. - Hanno troppo paura dei bianchi per alzare
sulla murata e gettando uno sguardo sul mare. - Ancora le macchie oleose. - Siamo adunque sulle traccie delle balene. Ah!, se venissero a tiro del mio
Hostrup, - disse il fiociniere che aveva ricuperato le forze e la favella - dove supponete che noi siamo? - Sulle rive del Makenzie, ma in quale
. - Siamo qui perchè la tempesta ci ha gettati, malgrado tutta la nostra buona volontà per non approdarvi. - Ah! I miei fratelli sono stati disgraziati
siamo spinti troppo innanzi. A quest'ora noi dovremmo essere nel mare di Behring. - La nave è ancora solida, capitano, e può lavorare di sperone. - Non
, Koninson! - rispose il tenente alzandosi - Non bisogna scoraggiarsi, hai ragione, amico mio. - Siamo in due, signor tenente, e, ringraziando Iddio
, poi si gettò nel fiume con un sordo tonfo, sollevando una colonna d'acqua. - Presto, fuggiamo o siamo perduti! - gridò il tenente. - Attento ai ghiacci
noi siamo forti nuotatori. - E cosa faremo intanto? - Raggiungeremo quelle alture e là aspetteremo che la tempesta sia cessata. - E poi? - Poi
. A quest'ora tutti i balenieri hanno dell'olio nel ventre del loro legno, mentre noi non ne abbiamo ancora una goccia. E siamo in pieno agosto
rampone dei fiocinieri. - E siamo solamente noi a distruggerle? - Purtroppo no. Le balene hanno altri nemici e forse più accaniti di noi. - E quali mai? Chi
fra i fiumi suddetti e il Makenzie, appartenenti quasi tutte alla gran tribù dei "figli del Ratto". - Ed ora che noi siamo qui giunti, dove ci
prenderanno senza curarsi della "droga". - Non ci mancherebbe che questa disgrazia! Sapete, tenente, che noi siamo molto sfortunati? E proprio quest'anno che