signor Goffredo. Ecco che primo esce Anselmuccio: - Mi sembra che sia andata bene - risponde. Dopo un poco appare Sergio che con molta gravità dice: - Ho
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IL SIGNOR GOFFREDO RACCONTA. Così i nostri personaggi, il signor Goffredo, Minghin, Fafòn, Sergio, Anselmuccio e Cherubino, si accomodarono sotto
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bottiglia di spumante, e scrosciò un battimani. - Che cosa fanno? - domandò Sergio. - È un rito: l'augurio vivace e spumeggiante che la nave percorra
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zoppo sarebbe stato il primo a farsi marinaio. Cherubino preferiva la terra ferma. Sergio gli studi. Per evitare la folla i nostri amici presero per
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guardati negli occhietti vispi, fecero subito amicizia. - Tu che cosa intendi di fare? - chiese il piccolo Vasco a Sergio con serietà. Con altrettanta
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Allo stazzo. Rimuginando questi pensieri il signor Goffredo pensò che era bene far conoscere ai suoi ragazzi (ormai oltre che Sergio e Valeria, anche
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salvarmi su quella quercia provvidenziale. - E poi? - chiese Sergio. - E poi - continuò Martino piano piano, strisciando nella neve, feci un
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che ne sapevano più di lui. Sergio non era un pozzo di sapienza, ma insomma qualche cosina la sapeva, sopratutto perchè il padre era un severo
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Vittorio Veneto. Ripetetelo, Sergio, Anselmuccio, Cherubino. I ragazzi ripeterono: È stata l'Italia a vincere la guerra, con la battaglia di Vittorio
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insegnamento. Sergio era molto intelligente, Cherubino, come si è detto, molto forte. «Io, pensava Sergio, con molta ginnastica diventerò forte quanto lui
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voce grossa dietro i due bambini. Sergio vide il padre sorridente che tornava dal suo lavoro: gli saltò al collo e gli spiegò tutta la faccenda
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studio del babbo di Sergio. Siccome questa storia è vera io ho dovuto scrivere a quel signore perchè mi desse l'autorizzazione di poter scrivere il suo
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? - domandò Sergio. - Come fa un corpo a vivere senza la testa? - rispose il signor Goffredo. - Scusami, se ti ho interrotto - fece Sergio con gentilezza
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- disse Chérubino - è vero. Sergio guardò Cherubino con molta allegria e gli volle un gran bene. - Chi comandava quell'esercito? Chi lo sa di voi
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pericolo? — domandò Sergio al padre. Sergio non aveva detto «un ragazzo zoppo» perchè come voi ricordate, ragazzi, a questo racconto del signor
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. Terminato il racconto, il signor Goffredo si accorse che Sergio era pensoso, che Anselmuccio piangeva e Cherubino stringeva i pugni.
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previdente signore! - Dimmi, papà, - domandò Sergio - perchè questa mattina ci dài delle ciambelle al pistacchio così buone, mentre la domenica scorsa non
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, amici miei) il signor Goffredo disse: - Proprio su questa strada li ho visti arrivare. - Ah! i fascisti? - interruppe Sergio. - Si: ma non interrompere
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Cherubino. Sergio e Anselmuccio si misero a ridere per l'ingenuità del loro compagno. - I comunisti - spiegò con dolcezza il signor Goffredo - sono
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Cherubino non è molto comunista. - Fa conto: tu copi il problema di aritmetica che ha svolto Sergio con fatica. Il maestro ti chiama e con faccia
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prego, ragazzi, state di buon umore: non fare quella faccia Sergio, e tu Anselmuccio non battere il bastone, e tu Cherubino non morderti le labbra.
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signor Goffredo a Sergio, ad Anselmuccio e a Cherubino è davvero l'amico dell'uomo, come da tanto tempo si dice. Ha gli occhi proprio degli uomini
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- protestò Cherubino - io ci entrerei soltanto se quelle bestiacce fossero di stoppa! - Ah! .... allora andiamo d'accordo - commentò Sergio che aveva
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Riconoscenza e castagnaccio. - Tu non sei stato riconoscente con me - disse Sergio ad Anselmuccio. - Quando? - Quando il nostro compagno Stefano, che
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SORGE IL SOLE. Le vacanze sono finite: si torna a casa, si ritorna a scuola. Sergio, i suoi fratellini, le sorelline, sono felici lo stesso
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, lo aveva cacciato di scuola. - Siamo stati tutti, a farlo, - egli gemeva, sotto le solite busse paterne; - tutti, anche Sergio, anche Anselmuccio
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dell'anno. Ritornano le belle feste, care ai fanciulli ed ai grandi, e fra esse la festa delle feste, il grandioso Natale. Il babbo di Sergio, il signor
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sembrano di marmo, e gli alberi paiono coperti di piume bianche. Come sono diventati alti i davanzali! Nell'aprire le imposte, Sergio dà un grido di gioia, e
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LA BEFANA. Piena e tornita come una gamba viva era la calza che Valeria, la vispa sorellina di Sergio, aveva la sera del cinque gennaio appesa al
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domestica, parte soli o in compagnia di altri scolari loro vicini di casa. Sergio è coi fratelli, alunni della quarta e della quinta classe, ma nell'atrio
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BALILLA. Il signor Goffredo era andato alla scuola per ricondurre Sergio a casa vide ad un tratto un gruppetto di scolari che stavano intorno a
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signor Goffredo, prendendo per mano Sergio, disse: - Signor maestro: lei racconterà perchè Balilla ha tirato il primo sasso: e vedrà che tutte queste
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pellegrinaggio, per visitare la tomba dell'Eroe. Anche il padre di Sergio c'è stato, e racconta ai suoi figliuoli che l'isola è silenziosa, sparsa di
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contro il palato, diceva a voce alta: - Qui ci sarebbe da rosicchiare per un anno! E Sergio, Pensieroso, domandava: E che ci sarà mai dentro? - Dentro
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All'uscita di scuola, Cherubino e Sergio, dovendo fare un tratto di strada insieme, cominciarono a raccontarsi dove avevano passato le vacanze: e
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; e lo consegna a Sergio, insegnandogli come deve collocarlo nella buca, e poi coprirlo di terra con la vanga e la zappa: - e questa è la quercia, la
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pestare una sola spiga, perchè il grano è fra i sacri prodotti della natura il più sacro. Perchè babbo? - domandò Sergio. - Perchè è il primo cibo
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Sergio, Anselmuccio e Cherubino tesero l'orecchio. Il signor Goffredo aveva capito che si trattava fra quei contadini di una discussione innocente ed
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