i pessimisti di ogni estetica, quel continuare «senza problemi»: difficile conservare una autenticità di ispirazione guardando una natura morta, una
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Nello stesso clima di resa immediata, senza vagheggiamenti formali, sono le opere che portano il titolo «Lo Specchio», «Interno con due bambini
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’inevitabile sviluppo: lui più di tutti è riuscito a portare fin dentro il quarto decennio di questo secolo la parola degli Impressionisti senza turbamenti e
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aneddoto; ma, senza aver l’aria di liquidare il Bonnard più adulto, in omaggio al Bonnard apprendista degli Impressionisti, vogliamo sottolineare il
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Organizzare una mostra che pareva un viaggio se non proprio ecclettico, senza dubbio antologico nell’arte francese dal 1870, puntare sulla irrequieta
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tagliare o di astrarre è, senza dubbio, la differenza di tempo fra gli interni di Vuillard e quelli di Pougny).
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occasione della XXVII Biennale di Venezia costituì senza dubbio l’avvenimento più importante della rassegna internazionale, sia perché la complessa
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, due occhi di lato, un viso senza naso, un naso senza viso. Che più?
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nota quasi una «nostalgia» verso il mondo dei primi Impressionisti, ma senza rimpianti, senza complessi di inferiorità, senza il nobile epigonismo, per
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Avvenimento senza dubbio maiuscolo questo della mostra personale di Henry Moore, di cinquanta sculture e sessantun disegni alla Galleria Nazionale d
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Arp (senza contare il Picasso surrealista e il primo Salvator Dalì), è pacifico che la poetica surrealista, nelle sue maggiori istanze introspettive
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qualchecosa-di-intermedio tra carota e bottiglia, senza possibilità di equivoci, senza compromessi morfologici: la «carottiglia» o la «bottirota» son
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Più deciso nella rilevanza delle forme (senza velleità polimateriche, senza intemperanze e sperimentalità nella «tecnica») appare l’artista intorno
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«giuoco» mentale; e il singolare «Fragranza», tra i quadri più belli della Mostra, per quel ricordo (filtrato senza annullarsi) dei modi
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avranno sempre bisogno, per procedere oltre, senza irrigidirsi negli schemi e nelle negazioni. La difficile dialettica del linguaggio figurativo
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Da qui la profonda impressione che suscitano alla vista i suoi papi, clamanti senza voce, i suoi nudi virili gettati in mezzo a frasche di periferia
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, pensavamo che si potrebbe imbastire un «ritratto del segno di Shahn»: intendiamoci, non esiste il segno di un pittore senza un contesto, prossimo e
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abbia intoppi frequenti a mano a mano che scorre e incontra difficoltà da superare senza fretta, pena uno sgarbo irreparabile.
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Si guardi come quelle poche linee modulate verticalmente, nel citato «Violoncello», riescano a riempire uno spazio, a fare una forma senza rinunciare
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cose come «Frutto aperto» (1946), «La tazza» (1943), «Bicchiere senza gambo» (1945); o un pivi fiducioso discorso con se stesso, appoggiato alle
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del pittore scrittore viareggino costituisce una sorpresa per il gran pubblico ed è senza dubbio una buona occasione per riesaminare certi giudizi
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Senza dubbio Lorenzo Viani non fu persona di vita lineare e coerente: figlio di pastori poverissimi, allievo barbiere, artigiano di Lucca, avrebbe
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senza fare attenzione all’impianto, alla impaginatura delle luci, al senso plastico, sempre presenti, con rozza ma vitale prepotenza, in ciascun quadro.
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bellezza di genere; la istanza a superare in una nuova accettazione figurativa gli schemi del Novecento, senza però, da una parte ricalcare l’eredità dei
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potuto essere, senza malattia, senza preti e gerarchi, un uomo di oggi? Ma è proprio soltanto di «ieri» la Roma del Bonichi? Quei ruderi e quegli
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... la vita delle cose senza le cose, la grandezza infinita della città senza la città».
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ebbero fin dai loro avvii una consapevolezza della lezione impressionista e cubista, diretta e risolutiva, senza che i modi del Novecento li
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come stranieri in patria, la Raphael fu soltanto una straniera, nobilissima, geniale ma... senza patria. Ella ebbe per patria soltanto la stagione
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senza misericordia? Ziveri vorrebbe essere un Toulouse Lautrec in maniche di camicia, dentro un mondo di piaceri più squallido, popolare? Ma niente
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Ma che cosa è il Prampolini migliore in sostanza? È la severità del purismo di Mondrian senza però la lucida anemia di quel cantore di equilibri, è
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nelle sue tragedie senza voce, nelle sue sceniche tempeste di virgole animate, che non nei paesaggi di Venezia dagli anni 1928 al 1943, di cui nella
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Effettivamente Manzù rappresenta — come è stato detto da uno dei suoi maggiori critici, Carlo Ludovico Ragghianti, non senza una punta compiaciuta di
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Benché l’arte del maestro bergamasco abbia uno sviluppo organico e conseguente, senza pentimenti e senza conversioni «modernistiche», io trovo nel
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, tutte tappe che si potrebbero definire senza tempo e che sarebbero potute accadere nella vita di un artista del Quattrocento, tanto non prevedono incontri
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plastica senza tempo —un’opera realista dell’arte greca? del Quattrocento italiano? — uno spazio «moderno»: per cui è plastico il pavimento, è plastica la
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sue giovanissime danzatrici, fiere nei loro esercizi, sono senza peccato, più umani, solitari, di un sentimento mistico assai meno recitato
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Vogliamo dire — e dimostrare — che Levi non poteva dipingere i contadini di Calabria in un modo così compiuto e cosciente, tutto nella pittura, senza
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risultato di questa esecuzione è da fare almeno un appunto: Garelli ci sembra oscillare fra rinuncia e rivalsa, senza rendere per ora dialettiche queste
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impressionista, sensibile, visiva; ché il pittore non solo ha sempre preferito una visione plastica unitaria, senza le rotture e le interiorizzazioni che
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macchina allusiva, dinamica, recitativa non prende il sopravvento, il pittore raggiunge senza sforzo, con la ricchezza del suo canto nativo, del suo
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, talvolta un po’ dolcetto nei suoi fieli e lambiccato, senza massimi scopi, in dettagli (sia detto senza calcar troppo) liberty.
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che il giovane non fu tra i primi a concepire le forme futuriste, ma senza dubbio fra i più limpidi e appassionati a farle proprie.
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pronunciata senza riserve sul più alto scultore di questo mezzo secolo. Ma la presenza nella mostra di almeno quattro capolavori di Brancusi, crea una
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semplicemente alla espressione del viso: senza dubbio questo signore dal sorriso smagliante, un po’ felino, lo sguardo fra l’attenzione e l’ironia, appena
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mescolava col superuomo di Nietzche e assumeva talvolta quasi senza volerlo gli atteggiamenti estetizzanti di D’Annunzio. I dada invece mostrarono fin dai
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’importanza del pittore dada tedesco, venuto al movimento qualche tempo dopo, ma con una carica di fantasia e uno spirito di ribellione senza precedenti
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Altro artista interlocutorio, la cui arte, collocata in una mostra personale sembra l’immagine della sua fase precedente, senza storia, è Berto
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La medesima desolata coerenza nella ricerca senza un approdo è in Domenico Spinosa, altro artista che porta alla Biennale l’istanza astratta con
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interiore e stratificato di pittura, riallacciandosi, senza però perdere il quid di astrazione conquistato, al suo antico modo di dipingere
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stato capace di passare senza rimorsi dalla «Morte di Marat» alla «Incoronazione di Napoleone» in virtù del salvacondotto neoclassico, l’aspetto
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