prigione e fra poco tornerà al ginnasio. E se ne andò tutto contento. Allora Tit aperse gli occhi.
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, che qualche giorno prima era scomparso, ed ora, la notte, continuava a camminare, nel Palazzo del Sogno. — Andiamo a vedere se c'è Rosetta, — disse
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. — Sei stato proprio tu, invece! Vieni fuori, se hai coraggio! — Son qui! Non mi vedi? Nessuno si vedeva. — Qui, sotto la tavola! Tit guardò sotto la
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Quercia e ho visto le orme di Tit, che era appena partito quando sono arrivata io. Se volete sapere chi è Tit, dovete leggere bene tutta la storia, dal
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e nessuno ha piú bisogno di me per guardarli. E le bambine imparano da sole a fare la calza. E andrà a finire che anche la terra si zapperà da sé
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. Inoltre è necessario, per guardare fuori, aprire la finestra anche se fa freddo, perché al posto del vetro c'è una striscia di cartone. Dentro c'è
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. - Mezzo boccone di pagnottina. Rosetta sospirò. - Andrò a vedere se c'è qualcuno che ha calze rotte da rammendare e fazzoletti da lavare. Chi sa che
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. Anche questa volta Bellissima chinò la testa senza rispondere. Che colpa ne aveva lei, se era stupida? E stette ad ascoltare, con gli occhi in su, quello
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- Che cosa faresti se non venisse? - No. - Stupida! Stupida! È vero che sei stupida? - Sí - E anche brutta. - No, — fece la povera Bellissima
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- Sì. - E ci starai, allora. Tanto non servi a niente e non sei buona a niente. Se valessi almeno un centesimo ti venderei e mi comprerei una mollica
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, fece segno di sí con la testa. — E sembra che pianga, — disse l'ornino. — Come se Bellissima sapesse piangere! Non sa neppure parlare. È una stupida
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e la raccolse dalla spazzatura, e via se ne andò senza dir niente con Bellissima dentro il sacco. E quando Caterí si voltò, l'ornino e Bellissima
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. E poi la crema di mandorle. — Non ho pollastrini, non ho crema di mandorle. Rosetta non c'è, e anche Bellissima se n'è andata. Il viso di Tit
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era anche buona. Non parlava mai, e rimaneva sempre in quel cantuccio, senza chiedere mai da mangiare. — E cosí, se n'è andata... — No, non se n'è
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molto cattiva, e la mia mamma mi diceva sempre: « Se continui, chiamo il Gran Topo nero ». Io tremavo, e stavo zitta. Ma una volta continuai, e il Gran
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zampetta? » Io gliela porsi tremando. Egli mangiò la briciola piano piano, poi si sedette e si mise a fare la calza, e se ne andò. — E poi? — chiese
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celeste con una perla, ma non se l'era mai messo, e l'aveva riposto nella sua sacca. Mentre tutti continuavano a parlare di Grigia, Tit riprese a
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parola. Tit chiese il permesso di visitare il castello, per vedere se per caso ci fosse Bellissima. Fa' pure, — disse la Signora del Pineto, — visto che
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si mosse. Guardò Pic con uno sguardo sprezzante, e chiese con calma: — E se io le tenessi giú, le mani? Pic non rispose, ma semplicemente si levò di
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— E ora, se vi movete, mi avanzo io, — dichiarò. Tutto il mondo sa che non si può competere con un Tit armato. Quei tre non si mossero. — Lascia
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ultima impresa. Caterí non ebbe il coraggio di aprir bocca, e abbassò la testa. La Signora la guardò e sorrise fra sé tutta contenta per il brutto vestito
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compassione, — disse, — e vi cedo il posto. Farete voi da infermiera —. Allora tutti i nani la complimentarono per il suo buon cuore, ed ella se ne andò
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felice: — Sei guarito, eh, Tit? — mormorò. — Se hai fame, ti darò la minestra che ha portato il nano. Tit mangiò, e fu molto allegro, a rivedere la
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ancora una volta la Principessa mi baciò in fronte. Sí, mi baciò ancora una volta. Mi sembra come se fosse ora, l'ho ancora qui il suo bacio. Invece
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È una cosa inverosimile e non la direi se non fosse vera. Nell'occhio destro dell'eroe si vide una lagrima. — Oh, Caterí, avevo creduto che ella
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mercante si stese dinanzi all'uscio, lisciandosi la barba; Caterí gli portava la minestra, ed egli era davvero soddisfatto. Ogni giorno chiedeva a Tit se
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Rosetta se ne stava seduta con le mani in grembo dinanzi alla soglia di casa, e aveva due lagrime negli occhi, quando vide un'automobilina rossa
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—. Vi racconto anche questo, perché non abbiate a meravigliarvi se incontrerete Tit con un soldo bucato appeso al collo. — Andamo via, — disse la
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vede che invece quel tipo se n'era andato per i fatti suoi, e ora chi ne sa piú niente? - Mio padle e mia madie mi aspettano invano, — dichiarò
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piano al primo per consegnare le armi a Tit. Quando la guardia dice: — Uscita! — Tit e la Principessa se ne ritornano al loro palazzetto rosso. Cercate
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va quel Negretti? — il canino rispose subito: — Bene! Bene! Si figuri che mi chiama perfino Eccellenza! — e se ne andò a dormire, dondolando la coda
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immaginare se erano allegri. Infine si fabbricarono una elegantissima casa col tetto di legno, dove vennero al mondo tanti bei negrettini; e tutta la gente
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dire così bene: — Ombrellaio, donne! Chi ha ombrellini e ombrellacci da accomodare? Forse passeranno sotto le vostre finestre, amici, se non hanno
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paio di volte, la annusa, poi si siede sulla pancia, la lingua fuori. Sembra un soldato a guardia del suo fortino. Guarda dritto davanti a sé, fermo come
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, compresa la fotocopia ad uso interno, se non autorizzata.
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sono bravo a scrivere. - Sei bravo, Nadir. — ha detto — E quando avrai troppa pena, troppo dolore, e se non vuoi parlare con nessuno, scrivi. Ti aiuterà
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la massima attenzione. Di tanto in tanto inclinava la testa da un lato, come se si sforzasse di capire bene, ma questo succedeva soltanto quando la
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? Io? - Bene, benissimo! Ora sentiamo un altro. Mi e proprio andata bene! Torno sempre allegro da scuola. - Bravo, Nadir. Se torni così allegro dalla
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Quando suona i nostri vicini corrono a sentirlo e ognuno gli porta qualcosa da mangiare, da bere o da vestirsi, così ogni volta Aziz se ne va via con
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come un ragno. Si muove con cautela, come se le ossa sporgenti stessero per rompergli la pelle e sbucare fuori dal pelo nero. Si avvicina a larghi giri
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spiritoso, gridò: - Ehi, nonnetto, mi venderesti quel bellissimo asino? - Ben volentieri — rispose il nonno — ma prima dovresti sentire tuo padre se è
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piena di piccole rughe e dei pantaloni molto larghi, che quando tira vento si agitano come vele, come se non ci fosse dentro nessuno. Abita anche lui
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bisogna subito chiamare l'idraulico! — squittisce nauseata la signora Preziosi mentre infila il paltò e se ne va.
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. Quando piove posso guadagnare anche dieci euro, se non ci sono altri marocchini a prendere i carrelli. - Vai a lavorare! — mi dice un signore coi baffi
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. Mettili lì sul divano — mi ha detto. Allora ho chiesto a mia sorella Aisha se poteva farlo lei. Aisha ha solo tre anni più di me ma è bravissima a cucire
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Marocco le chiese si chiamano moschee e i campanili minareti. Il nonno, in giardino, la sera innaffia le piante piano piano, come se versasse il tè. È
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abitato e disturbo ai pedoni: fa venticinque euro! - Ma se era lì da mezz'ora, lenta come una lumaca! Ma dai! - Allora? - Silenzio. - A-l-l-o-r-a
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piace mangiare con le mani, anche se a scuola uso la forchetta. Con le mani puoi fare le palline di semola e puoi prendere, insieme al cuscus, i
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cercata dappertutto, grazie e altre cose così. È confusa e imbarazzata. Anch'io non so se dire qualcosa, fare qualcosa. Entrate, entrate pure! — dice
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, è naturale, perché in Italia quasi tutti i bambini sono italiani, ma se un bambino viene in vacanza in Marocco è diverso lui, perché nelle scuole
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