giocattoli, perchè non c'è babbo o mamma, per quanto poveri, che a ceppo non vogliano regalare qualche balocco a' bambini, specie se sono stati buoni
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Anche quella generosità del paladino fece buona impressione alla Giulia, quantunque ella intendesse da sè che se l'eroe fosse stato presente quando
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meno se l'aspettava. Non era che un misero burattino fuori d'uso, Orlando; i suoi trionfi teatrali restavano soltanto un ricordo lontano e confuso; ma
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spiritoso. - Se loro non mangiano, c'è chi beve - fece ella. Vuo' tu darmi codesti fantocci, e ti pago un bicchiere di quello buono? Lo spazzaturaio
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, con la bocca largoccia, fatta pe' grossi pezzi di pane, i capelli cresciuti vicino alle sopracciglia, come se la natura volesse riparar loro la
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di grande tenerezza, e si buttò fra le braccia del babbo, che se la strinse forte sul cuore. - Babbo, quanto costa? - chiese la bambina, che, vedendo
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gli uomini; e il burattinaio non c'era. Meglio così; e quando il passato è lontano, non giova ripensarci. Orlando se ne stava, dunque, pacificamente
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sorella, o la riprendeva perchè avea sbagliato; ma con buon garbo; tanto che fra loro non c'era mai una questione. Se alzavan la voce, era per cantare; e
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, pregandola d'aprirle subito la finestra per poter vedere lì accanto la sua bambola; e prima di vestirsi per sè volle vestir la Giulia con l'elegante
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mio, sii buonina; se ubbidisci, guarirai! - le diceva la madre, facendole cento carezze su la testolina indolorita. - Dimmi che cosa vuoi, e il tuo
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anche a lei un cavallino ch'ella potesse, col tempo, ammaestrare come quello dell'americana. Figurarsi, dunque, se seppe resistere e starsene quieta
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sentir parlare, come se avesse voluto rispondere, e raspava nervosamente con le zampe sottili, sbruffando. Il giorno che il Moro - era questo il nome del
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: tante, tante cose graziose, e la vestiva come una principessina. Bei tempi! Chi sa se mai sarebbero tornati! Adesso, al ricordo del manicotto, le
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, dichiarandola troppo buona per la figliuola, poi la metteva da parte per sè, meno le scarpe, le calze, e altre cosette che non si adattavano in nessun
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polvere sopra i mobili; il letto piano come un dado: perchè Camilla stessa se lo rifaceva ogni mattina, appena alzata, non tralasciando di spazzare
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piagnucolante, alla quale ella badava a ripetere: - Te ne compro un'altra, se sei buona, te ne compro un'altra! - No, voglio quella, io, quella che prende
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è per te! - e le appuntò la rosa fra' capelli, in mezzo alle trecce calate dietro l'orecchio. - Se tu vedessi come sei bellina! - soggiunse giungendo
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tosse. Non di meno seguitava a far l'obbligo suo in casa e a scuola; anche se in casa, a quando a quando, o nello spazzare o nel rigovernare i piatti
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lei, veniva a veder le loro miserie per poi andare a cicalarne col pizzicagnolo e col macellaro. - Se me lo permettete, ritorno dalla bambina - disse
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abbandono di sè stessa, come morta anche lei, per giorni, settimane, mesi, anni, chi sa?
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l'uomo. Poi soggiunse: - Quello che vi posso dire ancora gli è che non ho tempo da perdere. Se vi conviene è così, se non vi conviene, tutti pari
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sdentato. - Si pettinasse in vece per sè! - pensava la povera Giulia nel sentirsi tirare così barbaramente i suoi bei fili d'oro. Vedendo di mal riuscire
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tasca. - Io non ho soldi! - cominciò a confessare una di esse. - Io neppure! - aggiunse un'altra. - Mamma non mi dà mai nulla. Non ha soldi per sè
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- È matto! - disse la Giulia fra sè, seguitando a fissare co' suoi larghi occhi azzurri l'individuo che le stava davanti. Costui era armato di
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- Oh! - non si potè tenere di non dire la Giulia - se io avessi ancòra qualcuno che mi volesse bene, ti giuro che non m'importerebbe nè della
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