A MIA MADRE I bei vegliardi dallo scettro d'oro che per la neve, sotto il ciel sereno, sostar sommessi alla mia porta udìa, la notte della santa
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progenie, donde il volo dolcissimo innalzate? Urne fantastiche, ov'è l'orto gentil che vi ha colmate? Quando gorgoglii nel teschio mio, o santa origine del
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ritenterem, cantando, forse profeti inutili, ma lieti, in santa guerra, gli aromi della terra, gli effluvii di lassù!
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cui dietro l'umile cortina distesa, fra i vaghi riflessi che veggonsi in chiesa, la candida infanzia capì la madonna, la buona, la santa, la povera
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che le perle e l'or, forse già quella santa indovinava, o bambinello, il tuo futuro albor! E non nato ti amò, povera donna, e pensò di attaccarti
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fumando in santa pace: - inchiodala sull'uscio, è il tuo brevetto, il miglior dei blasoni, e il più verace ". E la canzon dicea : " Libero ingresso! Si
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bella, o ammaliatrice, o santa, o cortigiana! La tristezza, tua pallida sorella, è la mezzana; e io ti stringo, ti mordo, amante offeso da cento mali
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