Azioni siffatte, di maggiore importanza, si ebbero il giorno 4 in Val d’Adige in vicinanza di Marco e in Valle San Pellegrino Avisio in località ad
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Sul Basso Isonzo il nemico ha bombardato San Pietro dell’Isonzo, Cassegliano e Monfalcone, facendo qualche vittima fra la popolazione.
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Anche ieri sulle falde del Monte San Michele vennero presi qualche centinaio di fucili austriaci, materiali telefonici e di equipaggiamento.
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Nella giornata del 9 furono bombardate le località di San Giorgio e Bagni di Sella nella Valle del torrente Maggio Brenta e Grado sulla laguna
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Sul Carso il nemico era rimasto fortemente trincerato nell’interno d’un bosco detto «Ferro di Cavallo» nella zona del Monte San Michele. Alternando
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Nella zona di Gorizia la nostra artiglieria aprì un fuoco efficace contro le stazioni di San Pietro e Borgo Carinzia ove erano segnalati movimenti di
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ebbero tre morti ed alcuni feriti. In Gorizia fu sfondato il tetto della Chiesa di San Giovanni.
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Un velivolo nemico lanciò bombe su San Pietro (Gorizia), senza fare vittime nè danni.
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delle nostre batterie ed inseguiti da nostri velivoli. Nella passata notte una squadriglia nemica bombardò San Giorgio di Nogaro, Villa Vicentina ed
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All’ala sinistra espugnarono l’altura di San Grado, fortemente presidiata dall’avversario. Più a sud, con brillanti assalti alla baionetta
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Seluggio (Valle Posina) la sera del 16, sul Mrzli e Vodil (Monte Nero). Fra San Daniele e Volzana (ovest di Tolmino), nel settore di Plava (Medio
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San Giovanni (Testata Vanoi), lungo le pendici settentrionali del Colbricon (Valle Travignolo) e sul Costone del Vrsic (Monte Nero).
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Lotta assai vivace sulle pendici nord del Monte San Gabriele e ad oriente di Gorizia dove il nemico, con ripetuti e violenti contrattacchi, tentò
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Nostri aerei hanno efficacemente bombardato il rovescio delle posizioni nemiche di monte San Gabriele.
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A Gabrije (est di monte San Michele) piccoli calibri nemici hanno ripetutamente battuta e colpita una sezione di sanità causando qualche perdita.
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Bainsizza, sulle pendici nord di Monte San Gabriele, e a nord‒ovest di Tivoli (est di Gorizia).
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maggiori forze il tentativo di sloggiarci dal monte San Gabriele.
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massimo sforzo a nord–est di Gorizia. Dopo aver tenuto per parecchie ore sotto violentissimo fuoco le nostre occupazioni lungo la cresta del San Gabriele
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Ammassamenti nemici nella zona di Ravnica (ad oriente del San Gabriele) furono battuti con circa due tonnellate e mezza di bombe da due nostre
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settentrionali del San Gabriele fallirono completamente. Furono fatti 86 prigionieri, 6 dei quali ufficiali.
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Più a nord, favorito dalla nebbia, il nemico riuscì ad occupare due posti di osservazione sulla cresta Monte Mantello ‒ Punta San Matteo.
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Er Santo che cce protègge contro li dolori de la vessica de l’urina è Ssan Libborio. Contro la tigna e la rógna San Galicano. Contro li dolori
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Li vaccinari e li macellari cianno pe’ pprotettore San Bartolomeo; li falegnami, San Giuseppe; li carzolari San Grispino; le balie, le donne che
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A Roma se dice ch’er Papa er giorno de San Marco, che vviè’ a li 25 d’aprile, magna le cerase; perchè San Marco, pe’ quer giorno, le fa mmaturà’ ppe
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Si prende il bambino sotto le ascelle, e facendolo dondolare, si canta: "Dindoló, dindoló, Le campane de San Simó’, San Simó de le Copèlle, Dà la
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In prìmise la cosa che òpra in sur subbito pe’ gguarì’ qualunque ammalatia, è la manna miracolosa de San Nicola de Bbari. Ma siccomme adesso è
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che ha regnato San Pietro. Perchè si un papa, nun sia mai detto, arivasse a ppassà’ ll’anni de San Pietro, Roma se subbisserebbe ar punto tale, da nu
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I Santari o Pupazzari sui gradini delle chiese offrivano il Santo di cui si solennizzava la festa: — Un ber San Luviggi! — Un ber San Filippo! — Un
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Quanno so’ grandicelli li regazzini so’ protètti da Santa Pupa; ma quanno so’ cciuchi da latte er protettore de loro è San Todoro, che a Roma
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Durante la baldoria che si usa fare in piazza di San Giovanni in Laterano, e strade adiacenti: — La spighetta! — Er garofoletto! — Li capi-d’ajo
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Pe’ ppreservasse da la pèsta (che Ddio ce scampi e llibberi) bisogna portasse sempre in saccoccia li ’gnusdei (Agnus Dei) de San Giachimo de
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La viggija de San Giuvanni, s’aùsa la notte d’annà’, ccome sapete, a San Giuvanni Latterano a ppregà’ er Santo e a mmagnà le lumache in de ll’osterie
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’ ffamija, saliveno la scalinata de San Pietro in ginocchione, tienenno in de le mano una cannéla accesa.
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’ ssempre addosso quarche ppo’ dde’ cànfora, bbeve quarche bon gotto de vino, magnà’ ccibbi sani, e riccommannasse a San Ghetano.
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la bbaretta de San Filippo Neri e dde Pionono. È ttanto miracoloso er Santo Bambino de la Ricèli, che sse porta pe’ le case de li moribbonni pe
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San Venanzio. Dunque tutti li lavoranti come mmuratori, imbiancatoci, stagnari, pontaroli, eccetra, l’averebbeno da portalla.
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Prima der settanta, e ppuro quarch’anno doppo, la mmatina de la festa de San Martino, che vviè’ a li undici de novembre, guasi tutti li cornuti
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Pe’ li mozzichi de le vipere, che ffanno morì’ in sur subbito, fa bbene a ttoccà’ o ssegnà’ la parte mozzicata, co’ la relliquia de San Domenico de
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cane pazzo: Daje un pezzo de pane A quel povero pazzo cane. 3. Corpo de sette frasche, Mannaggia san frascheggio!
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Presempio, la campana de Santa Maria Maggiore, quanno sôna, dice: — Avemo fatto li faciòli, avemo fatto li faciòli!". E quella de San Giuvanni
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Bbisogna portalli a bbattezzà’ ppiù ppresto che sii possibbile. Er primo fijo s’ausa a pportallo a bbattezzà’ a San Pietro. Mentre se bbattezza er
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, metteteve a ddormì’ tenenno li piedi in modo che quanno San Pasquale, intanto che dormite, ve viè’ a ttrova (perchè er santo, a nnovena finita, ha dda
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castagna!". Ovvero si dice anche: "Cavalluccio, trò ttrò, Pija la bbiada che tté do; Pija li ferri che tté métto, Per andare a San Francesco San
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(come se faceva puro a San Giuvanni Decollato) ce se pijaveno li nummeri e sse vinceva.
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Annate a San Lorenzo, pijate una bbôna fatta de quela tera che stà accanto a le cróce; empìtece un vaso granne o un cassettone. Fatto questo
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ggrasso se magneno le frappe, li bbocconotti e li raviòli. In quaresima, ceci, bbaccalà e mmaritòzzi a ttutta battuta. Er giorno de San Giuseppe, le
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’ in giù; e sse dice: "Parmo de San Giulliano, Passo de ..." E qui sse smentùva la persona che sse desidera. Si li du’ detini s’aricombìneno ggiusti
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’ ccinque in una giornata e ll’antre dua in un’antra. Oppuramente un giorno visità’ la Bbasilica de San Pietro sortanto, e er giorno appresso l’antre sei
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Bisogna segnasse la parte mozzicata co’ la relliquia de San Domenico de Cucullo, e sse guarisce subbito. Oppuramente, sciacquasse la parte mozzicata
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guarirete de sicuro. Mentre fate ’sta cura ariccommannateve a San Biacio, bbenedetto protettore de li mali de la góla.
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