V’ha un’altra cagione di malanno, assai generosa, ma pericolosissima: la sottile curiosità o smania del riformare. Chi non sa che Leonardo da Vinci
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portò a Londra, e non ne sappiamo più nulla. Il lavoro era pieno di sodi pregi negli atti, nelle espressioni, nel colore; ma, non si sa perchè, era smorto
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via senza sapere il perchè, la muta subito, poi la ripiglia, poi la torna a mutare. Una volta imbrocca giusto, nove falla il seguo; non sa mai se ha
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realtà; ma quel vento, quella nuvola, quell’ombra larga che si proietta sul campo di biade, fanno correre, non si sa come, la fantasia alle grandini ed
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gran pittrice che è la salsedine, la quale sgretola i puliti intonachi, e sa trovare con la sua ricca tavolozza sui marmi, sulle pietre, sui mattoni una
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fine del Quattrocento, a colonne rosse e nere, ad archivolti neri e rossi alternati, dipinta, dorata, e immaginata non si sa da chi, se da Fra
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Fantacchiotti figliuolo ci fa palpitare sotto gli occhi, non cercherebbe invano: chi lo sa? — noi non li abbiamo cercati — ne troverebbe di peggiori che non in
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dell’arte. Quando il Proudhon col suo libro Du principe de Vart et de sa destination sociale, scritto in gloria del Courbet, fantastica certe idee
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gai. La Venere de’ Medici e la Venere di Tiziano non esistono per essa: dovrà palpare Amore. Non sa che cosa sia la fronda di un albero, la corolla di
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rarissima nella statuaria — è trovato con evidenza pittorica. Non si sa il perchè, ma si va pensando ad una mattina rigida, nebbiosa, cupa, senza aurora
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Imitare l’uomo con l’arte, o imitare le altre cose che si vedono, è po’poi lo stesso: verità e poesia ci hanno la stessa parte. Chi non sa che
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Il Cannicci sa che i contadini, come i camaleonti, intonano volentieri in certi siti il colore del loro vestito con le tinte che dominano nel loro
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, le macchiette quasi impercettibili: e così l’arte giova all’affetto, e l’affetto sa mettere dignità ed espressione nelle cose più grettamente comuni.
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coronamenti, di varietà, di grandezza. Sa di compasso e di tiralinee. La famosa Cancelleria, il palazzo Giraud, il tempietto rotondo nel cortile di San
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scritto sotto di mano di Vilars nella vecchia ortografìa francese: Lion pourtrais al vif. Ma già si sa, tutti gli artisti lodano in sè stessi e tutti i
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I pittori nuovi in che cosa si somigliano mai? Chi lo sa? E pure ne’ loro quadri si sente alitare uno spirito contemporaneo: c’è come il soffio di un
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riguardano, il pittore sa dove intende, ha un ideale suo proprio, misto di naturalismo e di sentimentalismo, segue la sua via tentennando, fermandosi alle
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affettazioni degli atti, delle espressioni e degli abbigliamenti, le affettazioni che la sua pittura non sa e non vuole sempre scansare. L’arte del
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aria? Chi lo sa?
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, il pittore — tanto giovine e già tanto furbo! — sa farci credere che ha messo innanzi al nostro sguardo quel nudo, quasi senza volerlo, perchè il
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Salvatore, è piena di finezza come d’uomo che sa di dire una bella cosa, la quale farà un gran colpo sugli uditori, ma è anche trattenuto per un istante dal
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cominciato così a dire versi all’improvviso, la quale cosa si sa che egli faceva assai spesso e con prontissima grazia; e noi abbiamo già visto come la
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cerchi ci paiono di diametro al tutto diverso. E chi non sa che il rosso dilata la pupilla? Ma i pittori sanno altresì che un panneggiamento può parere
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perchè le cattedrali di marmo cacciassero nelle nubi la loro cupola. Chi non sa il caso del Cenacolo di Andrea del Sarto, che vinse con la sua bellezza i
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era tale e quale quella del maestro; e chi non sa che nello Sposalizio di Brera egli copiò quasi intieramente lo Sposalizio, che Pietro Perugino dipinse
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signoreggiava l’idea della forza; poi venne la religione... Ma il colto lettore di questo libro conosce meglio di noi le vicende della storia: sa che, per
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, o si contenta di soggetti semplici, che non sono dimolti e che non sono sempre eloquenti. Chi non sa di storia romana, che cosa intende mai nello
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La pittura invece vi dà una scena compiuta. Chi non sa di Dante e di Beatrice, vede almeno nel quadro un giovane che incontra una fanciulla modesta
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Il Monteverde, per esempio, benché scultore, lo sa; e vedete un po’gli sforzi suoi per piegare alle proprie voglie la sua arte caparbia, e per
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inganniamo, forse in questa opinione v’è un resto di pedanteria nostra che rinverdisce, o un seme di pedanteria che germoglia. L’uomo non sa talvolta se
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linee, un poco voluttuosetti, hanno tutte le virtù per piacere e per vendere. In alcuni veramente non mancano le qualità sode, come nel Barzaghi, che sa
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Questo Carpeaux, ingegno che non si sa piegare a nessuna norma, preferisce, quando può, al marmo ed al bronzo la terra cotta, che gli permette di
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gli statuarii s’appigliano allo spirito dello stile gotico decadente, una specie di barocco, il quale sa essere insieme secco e gonfio, stecchito e
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sa dire dove finisca la natura e cominci il sistema, e di quanto il sistema influisca sulla natura e questa su quello!
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, in abito da mattina di seta rosa con veli, seduta sul sofà, che, interrotta la lettura di un libro e gettatolo sul tavolino, medita, Dio sa che cosa
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Questo Alfredo Stevens è, come si vede, un pittore molto garbato. Non si compiace nel dramma, non eccede nelle nudità. Ha il genio della misura. Sa
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, e non digrignava i denti, e non mostrava i pugni, e sotto gli occhiali — purtroppo la statuaria non li sa riprodurre! — non guardava con occhio bieco
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poi un uomo nudo, che guarda in giù ad un disco di ottone lucido con una pallottola nera sopra, il quale disco non si sa se sia il sole con la terra, o
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altre sue statue, sa come egli, volendo il bello nel vero, cercasse, stentando e faticando settimane, mesi, il bello e il vero più schietti.
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misurata e grave, e s’ella porge una corona deve porgerla dall’alto al basso come matrona, come dea che sa di concedere un premio, non dal basso in alto
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E pensare che il Duprè avrebbe potuto darci un Cavour vivo e schietto, egli che sa piegare, volendo, il suo stile all’ingenua natura. Ha cominciato
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, poggiato sul ginocchio della Madre, è, non si sa perchè, quasi pagano; la Madonna angosciata, con le braccia aperte, guardante il Figliuolo in atto di
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pizzico più del bisogno. Pare che le cose perfette abbiano quasi del tondo e dell'untuoso: non si sa da che parte pigliarle: si apprezzano, si lodano e
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, chi non lo sa? ebbe la sua bella parte d’italiano; e il Direttore della I. R. Polizia scriveva con ragione in Venezia al Tribunale criminale, come l
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Il Leone è un altro discorso. La sua espressione pare notevole, perchè, come si disse in principio, è eccessiva; ma non si sa quel che faccia, nè
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sa da che parte pigliarle, il pennello non è abbastanza sottile per la dilicata modellatura, la tavolozza non è abbastanza ricca di gradazioni per il
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