opere, nonché attraverso la diffusione delle riproduzioni delle opere col mezzo dell’incisione. A Roma, primo centro dell'arte barocca, lavorano
critica d'arte
Pagina 145
storia gloriosa come quella di Roma gli umili sono eroi. San Rocco è un condottiero che distribuisce le ricompense alle legioni: le donne sono matrone
critica d'arte
Pagina 147
Nel 1595 è a Roma, chiamatovi da Odoardo Farnese, per cui studio privato dipinge l’Ercole al bivio; due anni più tardi comincia la decorazione della
critica d'arte
Pagina 147
dichiarava discepolo di Tiziano. A circa vent’anni si stabilì a Roma. Vi rimase fino al 1606 quando, avendo ucciso un giovane in una rissa di gioco, fuggì a
critica d'arte
Pagina 149
cultura figurativa barocca comincia dopo la morte del Caravaggio; e che uno dei massimi creatori di quella cultura, il fiammingo RUBENS, ha vissuto a Roma
critica d'arte
Pagina 154
L’ultima opera del soggiorno italiano è, nel 1608, la pala per la Chiesa Nuova dell’ordine dei Filippini, a Roma, la stessa per cui avevano lavorato
critica d'arte
Pagina 156
, creata al principio del nostro secolo; alcuni pittori - taluni addirittura più anziani di lui — gli sono vicini, ma, già prima della partenza da Roma
critica d'arte
Pagina 156
Basti rammentare, fra i fiamminghi, Gerard van Honthorst (1590-1656) (a Roma dal 1610) che nella Decollazione dal Battista a Santa Maria della Scala
critica d'arte
Pagina 157
stranieri che lavoravano a Roma ma provenivano da una tradizione non—classica, come la fiamminga, che anteponeva il valore particolare delle cose e dei fatti
critica d'arte
Pagina 157
chiaro dal fondo scuro, tenta, in un clima ormai mutato, con l’Allegoria di Roma, eseguita per il cardinale Francesco Barberini nel 1628, l’arduo
critica d'arte
Pagina 157
caravaggeschi stranieri a Roma: il francese Le Clerc, l’olandese Honthorst, il tedesco Elsheimer.
critica d'arte
Pagina 158
Quando, nel 1605, torna a Roma dal suo secondo, breve, soggiorno in Spagna, ORAZIO BORGIANNI (1578 c.- 1616) è uno dei capi riconosciuti del «partito
critica d'arte
Pagina 158
notevoli precedenti fiamminghi: è tuttavia innegabile che, soprattutto nei primissimi decenni del secolo, tra Roma e Napoli, il rigoroso impegno
critica d'arte
Pagina 158
degli Incamminati, si fa presto conoscere nel devoto, rigoristico ambiente bolognese. Più volte a Roma nel primo decennio del secolo, assume subito un
critica d'arte
Pagina 159
Un’altra, sensazionale apertura si ha con l’arrivo a Roma del GUERCINO (1591-1666): nel brevissimo, ma intenso soggiorno (1621-23) dipinge due opere
critica d'arte
Pagina 161
Roma una prima volta già dal 1602 al 1610, attivissimo nella bottega di Annibale, lavorando anche in palazzo Farnese. Ma pur quando, come nel San Luca
critica d'arte
Pagina 161
La scultura romana del tardo Manierismo è abbondante, ma di qualità limitata. Ai molti scultori, per lo più ticinesi, che lavorano a Roma si chiedono
critica d'arte
Pagina 162
Roma è insieme la Chiesa e lo Stato, il punto d'unione di potestà divina e autorità temporale, il luogo dove la portata dell’immaginazione è tanto
critica d'arte
Pagina 163
Tornato a Roma, cercherà invano di emulare il Bernini nella Veronica di San Pietro; gli sarà più facile contraddirlo nelle lunghe, patite, spirituali
critica d'arte
Pagina 163
Numerosi i progetti, anche inattuati, di interventi nella determinazione della figura classico-moderna di Roma: demolizioni e ricostruzioni, riforme
critica d'arte
Pagina 168
religioso dell’ascetismo pratico del Borromeo; anche il Borromini, a Roma, si fa sostenitore di una cultura settentrionale (prevalentemente palladiana) e
critica d'arte
Pagina 170
Giunto a Roma nel 1614, lavora come scalpellino presso il Maderno, suo zio; è quasi un autodidatta; ha il culto di Michelangiolo, ma lo ammira più
critica d'arte
Pagina 170
giunge a Roma verso il 1612 si mette subito nella scia di Annibale, interpretandolo in senso puramente decorativo. Il classicismo, per lui, è soprattutto
critica d'arte
Pagina 174
Al ritorno a Roma, il Cortona è ormai celebrato, e anziano maestro: negli affreschi della Chiesa Nuova, rivolgendosi al gran pubblico dei fedeli
critica d'arte
Pagina 175
Accanto ai tre grandi, è una folta schiera di comprimari, talvolta solo di comparse, a trasformare Roma in città-monumento, espressivo di valori
critica d'arte
Pagina 178
fondamentali dell’urbanistica romana: il «monumento» o la storia e il paesaggio o la natura. Ma a Roma, nel Lazio la natura è storia e poesia, come
critica d'arte
Pagina 178
A CARLO RAINALDI (1611-1691) si deve la sistemazione dell’ingresso a Roma dal nord con le tre vie (di Ripetta, Lata o del Corso, del Babuino) che
critica d'arte
Pagina 178
Roma è stata, nel Seicento, ciò che Parigi sarà, nella prima metà del nostro secolo: il punto di convergenza di artisti di tutti i paesi. La figura
critica d'arte
Pagina 179
Molto vicina a quella dell’Algardi è la posizione del fiammingo FRANCESCO DUQUESNOY (1597-1643), attivo dal 1618 a Roma, dove fu amico del Poussin
critica d'arte
Pagina 179
quasi tutti i giovani più dotati del periodo. Solo il bolognese ALESSANDRO ALGARDI (1598-1654), a Roma dal 1625, rimane legato alla corrente accademica
critica d'arte
Pagina 179
A Roma rimane francese, e non per tradizione pittorica (ai molti compatrioti caravaggeschi preferisce Domenichino, o Reni) ma per la sua filosofia
critica d'arte
Pagina 180
suonatrice di chitarra, del Louvre, è un esplicito omaggio al maestro veneto, derivando dagli Andrii, allora a Roma. Ma le interpretazioni di Tiziano sono
critica d'arte
Pagina 180
Parallela e complementare alla ricerca poussiniana è quella di un altro grande francese, Claude Gellée detto CLAUDIO LORENESE (Champagne 1600- Roma
critica d'arte
Pagina 181
popolare dei Bamboccianti, specialmente del CERQUOZZI (1602-60), del CODAZZI (1603 c.-72), di Jan Miel (1599-1663, a Roma, dal 1636 al ’53), seguaci
critica d'arte
Pagina 182
Napoli spagnola, nel Seicento, è in contatto diretto con Roma. Vi si reca, quando la morte di Sisto V ferma i lavori della riforma urbanistica romana
critica d'arte
Pagina 183
Delle scuole pittoriche del Seicento la napoletana è, dopo quella di Roma, la più importante. Ne dipende, in gran parte, anche peri vari artisti che
critica d'arte
Pagina 183
-1652): formatosi a Roma tra il primo e il secondo decennio del secolo, si trasferisce, nel 1616, a Napoli. Dipinge, ancora a Roma, la serie dei cinque
critica d'arte
Pagina 184
mestiere pittorico. Una posizione a parte ha SALVATOR ROSA (1615-16731), napoletano nascita e formazione, ma attivo soprattutto a Roma e a Firenze curiosa
critica d'arte
Pagina 186
«genere» in densa poesia, consonante con quella del Poussin e del Testa, da lui conosciuti a Roma tra il 1634 e il 1645. Una ricerca, quella del
critica d'arte
Pagina 188
Battistello, sia tramite pittori, come DOMENICO FIASELLA (1589-1669), che da Genova si recano a Roma.
critica d'arte
Pagina 188
) e un genovese, lo Strozzi. Per tutti e tre È determinante l’influenza del Rubens. Il Fetti si forma coi Cigoli e frequenta a Roma l’Elsheimer e
critica d'arte
Pagina 190
MORAZZONE (1573-1626), che muovono ugualmente dalla tradizione lombarda di Gaudenzio Ferrari ma compiono la loro formazione a Roma nell’ambito del
critica d'arte
Pagina 191
riforma urbana di Roma ad opera di Domenico Fontana. Torino diventa la prima capitale di uno stato italiano, e la sua forma si adatta alla funzione. Dopo
critica d'arte
Pagina 193
Roma diventa una città alla moda, frequentata dal bel mondo di tutta l’Europa. Ha le rovine dell’antichità, il paesaggio «mitico» dei laghi, il
critica d'arte
Pagina 210
A questa corrente borghese, che poteva fare di Roma una città comoda e moderna, pose fine Clemente XII, chiamando il fiorentino ALESSANDRO GALILEI
critica d'arte
Pagina 211
Già nel 1730, appena giunto a Roma, aveva precisato la propria posizione nei confronti della dominante barocca dell’architettura locale. Nella
critica d'arte
Pagina 212
studiare scultura a Venezia. Le prime opere sono del 1773, ma soltanto nel ’79 si afferma con un’opera importante, Dedalo e Icaro. L’anno stesso va a Roma
critica d'arte
Pagina 212
A Roma, il processo di idealizzazione si precisa come processo di sublimazione. Lo stesso Canova non parla di «invenzione» ma di «esecuzione sublime
critica d'arte
Pagina 240
Canova la conoscesse (benché a Roma fosse in contatto con persone che certo la conoscevano, per esempio il Fussli), sta di fatto che sente e sentirà
critica d'arte
Pagina 240
francese, Ingres, che proprio in quegli anni, a partire dal 1806, andava formando a Roma, non senza l’influenza profonda del Canova, la propria cultura
critica d'arte
Pagina 241