issate sulle fabbriche e i magazzini ferroviari, si raccolsero a Roma per stabilire che cosa avessero da dire al popolo italiano. Bisognava allora non
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verità chi sta a Roma e non sente la voce della provincia ed è portato a giudicare dell’attuale governo sulla scorta delle decisioni del Consiglio
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loro rispondere che appunto questo loro gridare era un altro sintomo della decadenza: così avevano fatto i sofisti della Grecia, così i retori di Roma
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cristiana. Quella democrazia che non conobbero né Atene, né Roma, ma portò alla metropoli latina un pescatore di Galilea. Modeste forze ausiliari del
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il quale, senza consultare il parlamento o il nostro paese, ma soltanto, se si vuole, una nuova consulta risiedente a Roma e composta di persone
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amministratore imparziale, un uomo che fosse politicamente una pagina non scritta. Ma a Roma ci siamo trovati di fronte al fatto compiuto, cioè al decreto reale
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passato come l’on. Credaro. Bisogna essere vissuti questi giorni a Roma per sapere quante e quanto varie furono le critiche sollevate contro tale nomina
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precise sulle direttive, che dovranno seguire i nuovi governatori. La Libertà ha scritto che s’era recato a Roma a intimare il vade retro Satana, all’on
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quelle tradizioni, le quali alimentano e perpetuano la civiltà del mondo. Erede di Roma antica, e delle gloriose società comunali del Medio Evo come Milano
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telegramma del Segretario politico del Partito. «Roma, 21 dicembre Imminenza voto politico impossibile amici deputati partecipare vostra adunanza. Mando
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La federazione trentina dei ferrovieri - il risultato delle trattative passate - il nuovo memoriale del 7 marzo - Una deputazione a Roma
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del cambiamento di amministrazione riferisca con maggiore competenza il sig. Cabassi. I ferrovieri che prossimamente si recheranno a Roma vedranno tutte
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interventi contribuirono - senza con ciò voler menomare l’opera altrui - al risultato di costituire e far lavorare quella commissione che ora a Roma sta
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lo accolgono. A Roma incontrammo ignoranza o avversione. Quante conferenze, quante discussioni, quanti atti di energia ci vollero prima che l’idea
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unire la genialità individualista della nostra razza con la vitalità degli organamenti locali e la concezione razionale del diritto di cui Roma è madre
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della terra». Così in Campidoglio han giurato il 21 aprile, giorno del Natale di Roma. Non diranno gli agrari, che hanno creduto di avere i fascisti
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parlamento taceva, la diplomazia falliva a Parigi, l’economia falliva a Roma; l’unica parola era quella che veniva dalle masse agitate, turbolente e
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unire la genialità individualista della nostra razza con la vitalità degli organamenti locali e la concezione razionale del diritto di cui Roma è madre
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della terra». Così in Campidoglio han giurato il 21 aprile, giorno del Natale di Roma. Non diranno gli agrari, che hanno creduto di avere i fascisti
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parlamento taceva, la diplomazia falliva a Parigi, l’economia falliva a Roma; l’unica parola era quella che veniva dalle masse agitate, turbolente e
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