M.. in ospedale, incontra il ragazzo. Questi racconta di essere venuto a Roma da un tale, conosciuto durante una festa in casa di amici, che si era
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treno lo prendo solo verso Roma e molto, molto di malavoglia. Non era cosi da bambino, quando mi facevo accompagnare alla Stazione grande di Modena a
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nostra gioia, il nostro salmo il secolo delle macchine annoia; cantiamo in ritmo algebrico del Cenisio le porte, cantiamo: o Roma o morte Tribuni o
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madri italiche tutte ammonir la prole, perché di Roma il sole un lampo, un lampo fu! Quei bimbi che inneggiavano or più non siam, perdio! Siam la legione
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, che la suora diletta le rimanda un amplesso d'amor ... ma che Roma confida ed aspetta, e Venezia è una martire ancor!
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fiori al crine degli amanti ponean donne latine, e barcollava in mezzo all'orgie doma la vetustà di Roma. Or sulle basi e i capitelli immani, e fra i
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, come, con mossa or vorticosa or lene, quel cocchio, in mezzo ai propilei di Roma, e notte e dì vagante. Era mirra? era nardo?... Al suo passaggio, ai
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