Ritengo che - rispetto all’immediato passato (il passato della pittura informale, postcubista, surrealista) - l’attuale periodo artistico costituisca
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slivellamento atto a segnare la presenza d’una diversa dimensionalità spaziale. Fu questo, io ritengo, il periodo nel quale l’opera dell’artista
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indirizzo come uno di quelli capaci di dare un nuovo volto al nostro cityscape, ma vorrei precisare - una volta per tutte - come non ritengo che tali
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È troppo semplicistico limitarsi a constatare l’evento senza cercare di darne una qualche giustificazione. Per questo ritengo utile compiere una sia
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efficace) ammanire al pubblico uno spettacolo che è eticamente sconvolgente, sarebbe domanda ingenua: ritengo che nell’ambiente di Pisani giochi troppo
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, ritengo che la priorità del fenomeno sia più problematica: personaggi come gli italiani Pascali e Manzoni, i tedeschi Piene o Beuys, i francesi Klein
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Ritengo che, tutto sommato, queste operazioni abbiano segnato un’importante svolta nell’indirizzo della nostra arte visuale. Infatti - dopo la
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presenza d’un vigile pensiero creativo e dunque - sia pure in embrione - d’un pensiero filosofico. Ecco perché ritengo che nel considerare i rapporti tra
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origini prime, delle cause remote, di taluni successivi sviluppi. Ecco perché ritengo che sia opportuna una distinzione netta tra il valore che un
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attendibilità. Ritengo che si possa ammettere la presenza d’un tipo di comunicazione tramite il linguaggio artistico molto diversa e più ampia anche se più
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’un Paolozzi, d’un De Kooning, in questo senso. Quello che ritengo - e ho sempre ritenuto - improbabile e controproducente per l’arte d’oggi, è il suo
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Eppure non ritengo che sia giusto di far partire dal futurismo (e, tanto meno, da altri movimenti europei coevi come il cubismo o il rayonnismo) i
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so anche la maggior parte degli scolari hanno tratto beneficio. L'unico appunto che, al limite, ritengo di poter muovere alla direttrice è che non si
si riferisce invece a certi che ritengo potrebbero dare di più ó che vogliono fare troppo di testa loro». Che parli così tanto per mettere le mani