delle cibarie. "Buongiorno" disse Raul, timidamente. Poiché nessuno rispondeva al suo saluto, fu Jolanda a farlo. "Buongiorno, Raul" rispose dolcemente
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cento chili d'oro senza fatica!" "Allora dovrete essere molto ricco!" disse il sergente Manuel. "Niente affatto!" rispose il capitano Squacqueras
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, rivolto allo spilungone. "Vedete nulla?" "Certo, egregio governatore" rispose il capitano Squacqueras. "Un branco di pesci volanti..." "E la trovate una
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!" rispose concitatamente il capitano Squacqueras. "Tutto qui?" esclamò il governatore di Maracaibo. "E per dei naufraghi voi preparate tutto questo
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cretina," rispose il contadino "sapresti dirmi perché non sei ancora crepata?" Giovanna avvampò. "Come vi permettete di chiamarmi brutta vecchia
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!" stava dicendo il giovanotto al capitano ambrosiano-spagnolo. "Venite avanti senza paura..." Il capitano rispose con il suo solito fare da
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che umore vuoi che sia il Corsaro Nero?" rispose il nostromo Nicolino, stringendosi nelle spalle."Nero... Da quando quel maledetto conte di Trencabar
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. Il gran sacerdote indicò il vaso fumante. "No," rispose "ho messo qua dentro delle foglie secche e ne respiro il fumo... Ciò toglie l'appetito..." "E
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una guancia. "Ciao, Jolanda" rispose cupamente il Corsaro Nero. "Com'è che sei sempre così malinconico?" "Non sono malinconico, Jolanda" rispose il
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sia così saporito cucinato in questo modo?" "A dire la franca verità," rispose Giovanna "in qualunque maniera lo si cucini, il maiale è sempre migliore
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. - Ve lo dirò domani, se state quieti: ora bisogna tornare a casa - rispose Dodò - perchè la padrona ha ordinato alla Letizia che le rifaccia il letto
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storia, - rispose Dodò - sarà sempre vero che le creature piccole, come noi, non devono mai cercare di farsi male tra loro; ma star uniti e d' accordo
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venuto! - dicevano nella loro lingua Ragù. e la Caciotta. - Ben trovati! - rispose il forestiero. - Sei parente dei topi di scuderia? chiese Moschino
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! — Che c'è ancora? — Chi è che fa tum tum, tum tum? La mamma sorrise: — E il mio cuore. Ma ora dormi e tutto passerà. Me lo prometti? — Cipí! — rispose
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esplorare il mondo. — Mamí, vieni a vedere: che cosa c'è qui? che c'è là? — Ora andremo a vedere tutto, — rispose la mamma. E il volo proseguì. Appena
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aprendo il becco arso dalla febbre. — Ora ti porto l'acqua, — rispose Cipí, — hai paura a star sola? Essa disse di no col capo. Allora Cipí usci dal
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messo al mondo tu? — le domandò Cipí. — Tre dozzine, — rispose Cippicippi, e subito si rattristò e soggiunse: — Due me li ha fatti fuori quel criminale
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signore della notte, — rispose la passera. — E chi è questo signore della notte? — E il protettore degli infelici, conforta chi ha una pena, aiuta chi ha
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sogno tutto questo? - Sì, rispose con gravità il vecchio pastore, forse è un sogno, come è un sogno tutta la nostra vita. I ragazzi, dopo aver
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a noi a pregare. - Allora Gesù rispose: - Quando pregate, dite così: Padre nostro, che sei ne' Cieli, sia santificato il tuo Nome, venga il tuo Regno
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zoppicando si aggirava per l'accampamento privo di acqua. - Vado alla sorgente! - rispose il ragazzo. - A che fare? - A cercare lumache. Il capitano si
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Gli Austriaci non erano riusciti a rioccupare Venezia, ed invano, anche dopo aver vinto a Novara, le intimarono la resa: la città rispose deliberando
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- disse Anselmuccio ridendo. - No! io mi chiamo Cherubino e quello si chiama Rubino - rispose Cherubino senza degnarsi di guardare Anselmuccio. Rubino
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. - Io un testone? - rispose Minghin arrabbiato - non vedi che testa piccola ho io? - e se la toccava. Aveva la nuca tanto piccola che la se poteva
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tuttavia non ti crucciare delle mie ferite, e dimmi la verità che sai». «Ebbene, mio signore» rispose Blabante «non è impossibile che gli inchini prolungati
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: «Avvicinati, Blabante, e dimmi: perché i due rustici ora usciti, si sono inchinati davanti a me in quel modo?» Senza avvicinarsi, Blabante rispose: «Mio signore
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Palazzo. Mettile su quell'autocarro postale, e torna subito. — Sissignore, — rispose Paolo Pietro, e partí.
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lei, si rincantucciò e abbassò gli occhi. — Ma no, signora, — rispose Tit, piuttosto risentito, — é la madre di Bellissima. Avete nessuna notizia di
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— Tit, piangi? — Che? Hai sognato! — rispose la voce adirata di Tit. — Continua a dormire! E Caterí si addormentò, finalmente. Sperava di sognare
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sulla tavola verde, gridò cantando: — Fante, cavallo e re! — Re degli straccioni — rispose chi sa di dove una voce, con l'aria di prendere in giro.
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un'enorme valigia piena di stoffe, di nastri e di tappeti: — Desiderate stoffe, signori? — domandò cortesemente. — No, non ci occorre nulla, — rispose Tit. Vi
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va quel Negretti? — il canino rispose subito: — Bene! Bene! Si figuri che mi chiama perfino Eccellenza! — e se ne andò a dormire, dondolando la coda
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niente, Eccellenza. — Per niente non si sospira, — rispose il canino. E riprese a saltellare con un'aria sempre pii furba. — Voglio andare in cima a quel
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padre dei vizi? — Io sono di professione cuoco, e l'amico è servitore, — rispose Massimo, — e, proprio in questo momento, il nostro signor padrone ci
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parola, gli dava un calcio. — Bene, — dissi io. — Ora lavorerete e sarete onesti. Che cosa vi piacerebbe di fare? — Io il campione, — rispose Massimo
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Festa del Re che si sceglie una sposa? — Sí, ma insieme con la mia scimmiettina, — rispose la Principessa. Paolo Pietro si grattò la testa, e sospirò
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per la manica della giacchetta, lo fermò; e rientrò nello stallatico. Cuddu non rispose. Appoggiò le spalle allo stipite del portone e rimase là a
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lui. - Ed ora che fai? Tua madre starà in pena. Cuddu non rispose. Pensava appunto alla sua mamma e i bocconi di pane con la ricotta gli andavano giù
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sorveglia. Quale differenza esiste tra noi due? - Una sola - rispose il baco - io lavoro per gli uomini e tu per te stesso. Io mi rendo utile agli altri e
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domandò chi l'aveva trattenuta a casa. - La mia casa stessa - rispose quella. - Era così calda e comoda mentre fuori infuriava il vento! Poi la
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LA LEGGE DI DIO Un giorno, un giovinetto si presentò a Gesù e gli domandò: - Maestro, che cosa devo fare per salvarmi? - Gesù gli rispose: - Se vuoi
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nell'aperta campagna e poi lo uccise. Allora Dio domandò a Caino: - Caino, dov'è tuo fratello Abele? - Rispose il cattivo: - Non lo so: son forse io il
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ho offerto poi il vino in una coppa al re Faraone. Giuseppe, illuminato da Dio, rispose: - Passeranno tre giorni e tu sarai di nuovo preso in servizio
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ricchissimi se temiamo Iddio, se fuggiamo il peccato, e facciamo il bene. - E il figlio rispose: - Padre, io farò tutto ciò che voi mi avete raccomandato
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il bambino per proteggerlo) rispose soltanto: — Bimbo mio, tu sarai Re! — Visto che il destino era quello, e non volendo morire d' inedia, il Re
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ciaba. Ma il popolo, che è maligno, potrebbe chiamarla: la regina Ciabatta.... Maestà, non sta bene: rifletteteci meglio. — Il Re rispose: — La figliuola
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vecchiarella: — Fate la carità! — Quella per la noia di cavar le mani di tasca, rispose: — Non ho nulla. — La vecchiarella andò via- brontolando. — Che cosa
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giovane e bella, prima sfilo tutto il rosario e poi ti faccio arrestare. - Zitta, zitta! - rispose donna Tura. - Vieni stasera sotto la Torre Pisana, alla
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. - Vengo - rispose Mariuccia. Ma invece di chiamare le cameriere e farsi vestire, si mise a gridare: - Povera me! Povera me! Dopo tanto aspettare
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spiritoso, gridò: - Ehi, nonnetto, mi venderesti quel bellissimo asino? - Ben volentieri — rispose il nonno — ma prima dovresti sentire tuo padre se è
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