sciabolar di pennellate ricorda addirittura i rossi del gruppo Cobra, specie quelli di Appel — lo porterà a soluzioni insperate, lo si vede dalla
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smargiasso che si esibisce nella acrobazia di quartiere sulla bicicletta, figura la quale ci ricorda i truci candidi dello scrittore Salinger; ché, una delle
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dallo scudo — in virtù di una rara eleganza: chi non ricorda le sue flanelle tortora, le sue camicie sui cui colletti spiccavano cravatte a farfalla?
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particolare il cubismo figurativo e l’astrattismo. Chi non ricorda nella Biennale del 1948 il clima di fervida intesa nei pittori del «Fronte nuovo delle
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raccolte private»: in questo quadro viene in mente il primo Mafai dei paesaggi; e ancor più, per certa prospettiva «gianicolense» si ricorda il primo
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genere, per lo scoperto psicologismo, per la ingenua narrazione aneddotica, è più vicina alla macchina scenica — che ricorda ancora la letteratura del
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tragico pallone infarinato di luci, dove si aprono occhi di pagliaccio cerchiati come mammole, della «Figura romana» (che ricorda i disegni di Scipione
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inerti e confuse, che rendono monotona la Mostra, togliendo a chi ricorda dell’artista opere figurative di altissima qualità non presenti a Venezia, il
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tavolozza meno squillante, sull’ocra e le terre, questo dipinto ricorda le opere del miglior Pirandello.
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arte di Fazzini. Del quale tra le opere di Mazzullo si individua un motivo e una maniera: 1’«Inizio di danza», infatti, ricorda il motivo fazziniano del
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nel titolo ricorda certe ricognizioni vegetali nell’angoscia care all’inglese Sutherland.
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che traversa la strada ricorda la folla de «La spiaggia» del disegno colorato esposto in una passata Quadriennale. L’altro dipinto della discussione
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