Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 37 in 1 pagine

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Cipí

206460
Lodi, Mario 10 occorrenze
  • 1995
  • Edizioni E. Elle
  • Trieste
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Questa storia è nata nella piccola scuola di Vho di Piadena. I ragazzi scopersero dalla finestra della classe una intensa e drammatica vita che

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l'uomo e i passeri videro tutto: raccolse l'uccello morto, levò dal becco il boccone, lo riaccomodò sulla trappola e dispose questa di nuovo sotto la neve

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piú buono... il piú grande dei miei nati! — Anche se t'ho fatto tanto arrabbiare? Mamí a questa domanda non rispose perché le mamme non ricordano i

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. — Qualche volta, dici? Io con te verrò sempre a giocare, se ti farà piacere! Io so cento giochi, e tu? — Io so appena fare le corse! Dopo questa risposta

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sul prato morivano a poco a poco. — Margherí! — chiamò cercandola in lungo e in largo. Una vocina soffocata sospirò: — Cipí!... - Questa è la sua voce

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passeretti fuggono? — Uno del bosco m'ha detto che là nessuno se ne va. «O bella... — pensò Cipí, — questa cosa è davvero misteriosa». E poi domandò: — Tu

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di corte. Perché la fuggite? Appena questa voce tacque, l'altra incominciò: — Noi siamo venute dal cielo per portarvi nel paese della felicità senza

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minaccioso un passero sopra di lui. — Perché io e Passeri questa notte l'abbiamo visto e poco mancava che anch'io facessi quella fine, — gridò Cipí col

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sempre sentito parlar bene di lui, non sarà questa testa calda di Cipí a cambiare il mondo! — Viva Cipí! — gridarono alcuni passeri. — Abbasso Cipí. È un

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... — ammonì Cipí. — Provati! — urlò minaccioso quell'uccello slanciandosi col becco aperto su Cipí. Ma questa volta Cipí non si lasciò sorprendere: con una

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Lo stralisco

208394
Piumini, Roberto 27 occorrenze
  • 1995
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
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biancastro e sfilacciato della sua Lampuga. — Questa non la so, Volpe! — disse Gentile, sedendo vicino al vecchio. — Come puoi dirlo? — Padron Bellini, è cosa

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: lasciami stare qui con te, almeno questa notte. Non sentirai il mio respiro, e prima dell'alba, che non è lontana, io scomparirò: cosí non avrò

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so ancora, Madurer. Ci ho pensato molto, ma la mia mente è rimasta vuota, bianca come le pareti di questa stanza. — Però qualcosa dipingerai, vero

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allontanarsi di un passo dal ritratto, e dalla pungente minaccia che gli stava dietro. — Io credo, straniero, — lei disse dopo un poco, — che non sia questa la

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rimanda, da quella che è passata attraverso gli occhi e le mani di un pittore... Ah, se il mio amato sapesse questa tentazione! Abbassò per un

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, — ecco quello che è accaduto. Questa mattina, nel giardino, una delle sorelle ci ha chiamate al cancello della Luna: e oltre le sbarre che, benedette, ci

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, invecchiata. Quello che questa notte è accaduto mi segna l'anima e il volto, aggiunge piaghe d'ombra al mio corpo e al mio cuore. Oggi, amato, la mia

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Kama, — disse Gentile, — riferisci questa mia scelta al tuo signore, e chiedigli invece, da parte mia, una lettera di suo pugno, in cui esprima il

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alla fine del corrente, e poi invece si spostava oltre uno nuovo, generato per questa o quella bravura del pittore. Finché accadde che un giorno, di

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pennello, ché questa sarà la tua opera maggiore...» Così, madre, ero qui in Prato come preso dal timore di farla, di cominciarla: e per questo a lungo

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, sollevando lo sguardo con quasi allegra simpatia. — E sono preso da profonda ammirazione, da profondo rispetto per questa vostra disciplina, così

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colui che dipinge, o almeno l'angolo destro alto di questa tela: qui, dove metto il dito. E mentre suor Marta, appena sbiancata, arrossiva di nuovo, il

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all'alba seguente la tua casa. È accaduto prima dell'inizio di questa luna. — Sí, — fece Ganuan annuendo, — io so ora che la tua mente, e quella di mio

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bambino, — hai ragione. — E dunque, da dove cominciamo? Quale parete dipingiamo per prima? — Questa. No... quella! Oppure... Vedi, Sakumat? Sbaglio già

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colline, Sakumat? — diceva il bambino. — Non abbiamo deciso che in questa stanza comincia il mare? Sakumat non rispose, continuando rapido il disegno. Ma

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. — Sei tu Sakumat, il pittore? — E questa è la mia casa, uomo delle montagne. Chi sei? E perché mi cerchi? — Io sono Kumdy, uomo di bastone del burban

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bilico il moro Randui, che i pirati avevano liberato da una galera turca... — Niente mozzo, su questa nave? — chiese un giorno Sakumat. Madurer alzò la

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resto, a suo tempo mi informai su questa possibilità, e tutti l'hanno esclusa. I tuoi colori sono per mio figlio solo fonte di contentezza. Fu come il

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il prato, come lui vuole? — chiese il burban a Sakumat. — Come vuole lui... almeno quattro mesi, signore. Forse cinque. — E questa è l'ultima stanza

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notte? — No, padre. — Dei ladri di bestiame, allora. — Niente ladri. I ladri ci sono, ma stanno dall'altra parte della montagna. Da questa parte non

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detto? — Che il Tigrez va a trovare i suoi orizzonti. Questa è una poesia. — Allora io sono un poeta, Sakumat! — E piuttosto bravo, direi, — disse il

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noi Latini ci preoccupiamo del futuro. Nessun abitante di questa città, voglio dire, avrebbe mai chiesto, come tu hai fatto poco fa, qualcosa che

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cornice alle tue stanze. Madurer tornò a guardare Sakumat, questa volta un poco piú a lungo. Poi baciò ancora la mano del padre, e disse: — Padre mio

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, discorrere qui, per questa ragione, sui diversi modi della nostra arte: cioè di come io penso e faccio le opere di pittura, o di come le pensa e fa

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prevalenti di questa meraviglia d'ornato andavano dal rosso-arancio delle fasce inferiori al verde-azzurro delle superiori. Il pavimento era di marmo

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. — Mi cogli impreparato, Signore, — disse. — Qui ogni cosa è tua, né io conosco questa casa abbastanza da saperti offrire qualcosa, come ad un ospite

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qualcosa, e in nessun modo parleremo di questo. Sappi che se non t accetterai, amico mio, a niente altro sarai tenuto che alla segretezza su questa

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