la terra benedetta, che tocchino lo scheletro che fu benedetto, impossibile. Chiedi ogni altra cosa e ti sarà accordata, ma questa no. - Costanza
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anno. - Il Re guarda il fazzoletto, lo riconosce e pensa: - Ma che questa schiava sia la figlia del mercante! - Dopo alcuni giorni torna in guardaroba
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come fa paura! Quel fuoco sale, sale!... È forse l'inferno? - No. È il vulcano Etna. Guarda intorno quanta neve! Questa è una delle maraviglie del
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Reale a far chiamare donna Tura. Questa scende, la guarda, al solito, d'alto in basso, le fa l'elemosina e le dice: - Buona donna, eccovi una moneta
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per la vostra salvezza questa sola ricompensa. Dovete sapere che io non volli il vostro male, ma lo volle una persona malvagia, gelosa di me e noiata
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mostrargli. - Maestà, ho a casa una figlia tanto bella e tanto buona! Questa figlia manda a dire a Vostra Maestà che si ammazzerà per lui. - Il Re
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- Ahi! ahi! ahi! - incomincia a gemere, e tutto irato si volge alla bella ragazza e la rimprovera acerbamente. Questa vuol calmarlo, ma il sangue
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figlio non possa sdebitarsi con questa brava gente che lo ha raccolto povero, estenuato dalla fame e che per lui ha fatto tanto; madre mia, aiutami
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angustie del mio popolo! - Questa volta il Re non cadde nel sonno dopo la fervida invocazione, ma desto udì la voce dolcissima che gli diceva
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, se tutto è del duca Roberto? - rispose Costanza. - Ma una cosa è tua e quella la puoi dare. - E quale? - L'anima! A questa risposta Costanza capì
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chi ha mai servito di modello a questa tela? - Lo zio storse la bocca nel vederlo così estasiato davanti al quadro e lo chiamò per fargliene osservare
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per farmi patire tanto? Ma non ha cuore di madre la mia? - Aveva appena terminato di proferire questa domanda, che lo stanzino fu illuminato da un
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vedere che effetto facevano, se le avvicinava al volto, le guardava di sotto, le guardava di sopra e diceva: - Questa non mi piace, questa non mi
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derrate e le merci; questa conca era una vera conca d' oro per la feracità del suolo ben coltivato, ove nascevano mèssi e frutti in gran copia; la città di
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Al tempo dei tempi c'era un Re di Sicilia che aveva moglie da un pezzo, ma questa moglie non gli faceva nessun figlio. Il Re pregava sempre Iddio che
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abbiamo questa superfluità della gobba e le salite non possiamo farle; danari per pagare una lettiga non ne abbiamo mai avuti, dunque il magnifico
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Re, il quale, vedendo la schiuma, si figurò che fosse acqua saponata e pensò: - Guarda guarda, in questa casa ci deve stare gente pulita e chi sa che
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sentenziò: - Questa non l'ho scritta io. Qui c'è inganno, ma chi è stato il traditore? Ah, se l'avessi qui! - Il povero Reuccio non faceva che disperarsi e
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c'è nessun rimedio per impedire questa disgrazia? - C'è, ma lui, di riffa o di raffa, deve morire. - E qual' è questo rimedio? - Che un amico fidato
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Al tempo dei tempi si racconta che ci fosse un Principe il quale aveva un'unica figlia. A questa figlia, che si chiamava Mariuccia, il Principe
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