i vostri occhi son riposti in buon luogo; son nella gobba della Reginotta di Spagna. Il Re si trascinò fino al palazzo reale, dove questa abitava, e
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! — Questa volta sono morto! — pensò il Re. — Vien qua, — disse la ragazza — búttati carponi. Io mi sederò sulla tua schiena, e la mia gonna ti coprirà
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una Principessa. Se lo meritavano. — Ah, Maestà, eran le mie sorelle! Ma voi potete risuscitarle; non mi negate questa grazia! — Vedremo! — rispose Re
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. Possiamo provare. — Il Re a questa notizia rimase un po' turbato; ma poi pensò: — Se questa malìa è la sua buona sorte, costei dev' essere destinata a
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popolo aspettava l' entrata della Regina, si fecero coraggio; e uno di loro gli disse: — Maestà, perdonate!... Ma questa qui è una granata! — Il Re montò
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ogni cosa. — Come va questa faccenda? — Maestà, la faccenda è piana. Quell'uomo ha avuto un chiodo incantato della fata Regina, e l' ha piantato sulla
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. — Anime cristiane, datemi alloggio per questa notte! - La padrona pareva una buona donna, e si misero a ragionare in cucina, mentre la pentola
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gobba! non abbiate paura. - Il Re gli diede un pugno sulla gobba e questa sparì. — Maestà, datemi una tiratina alle gambe! non abbiate paura! - Il Re
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, se gli rilasciava il figliuolo! — Sono più ricco di lui! — A questa risposta del mago, la costernazione del Re fu grande. Spedì daccapo i corrieri
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insudicia. La Regina montò sulle furie: — Sporco galletto! Per questa volta passi. Un'altra volta te la farò vedere io! — E ordinò alla sarta un
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insudicia, proprio dov' era la firma. — Sporco galletto! Per questa volta passi. Un'altra volta te la farò vedere io! - Il Re scrisse di bel nuovo la
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guarisce sarà genero del Re. Insegnatemi il rimedio: mi basterà. — Prendi in mano questa spada e vai avanti, vai avanti. Arriverai in un bosco tutto
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disgrazia. — Ti sei lasciato canzonare! Tieni questo pugnale e ritorna dal mago; vedrai che questa volta non si farà beffa di te. — E gli disse
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che disse furon contro di lui: — Miserabile ciabattino! Via di qua! Via di qua! — Il povero giovane rimase confuso: — Questa è opera del mago! — Senza
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. E, di nascosto al Re, chiamò una guardia di palazzo: — Prendi questa cassettina e vattene in un bosco. Quando sarai lì, farai una catasta di legna
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non si teneva questa fortuna per sè sola; faceva spesso la carità a tutte le persone bisognose al par di lei, ed era già diventata una benedizione
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amore; Pioggia, pioggia bella, Patisco per la donzella! — Questa volta però stette bene in guardia, e ai sette anni fissati ebbe finalmente la ragazza
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commettere questa crudeltà: — Mostro o non mostro, è una creatura di Dio. — Talchè la Regina giurò di disfarsene in segreto. E che pensò? Pensò di dar ad
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Regina non si stimò gastigata abbastanza, e insistette: — Testa-di-rospo, questa notte vengo a dormire con te. — Maestà, in un giaciglio! — Per una volta
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capo. — Questa è opera di Topolino! — Maestà, — disse il Ministro che aveva suggerito di far divorare Topolino dai gatti — si costruisca una gran
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traditore, questa volta non ti giova! — Ma durava fatica a tener aperti gli occhi. Il cardellino cominciò a canzonarlo: — Pss! Pss! il Re dorme! Pss
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occhi, fata Fantasia s' intenerì: — Vado e vengo. — Rientrò nella grotta, e dopo un pezzetto, ricomparve col grembiale ricolmo: — Tieni; con questa roba
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canto; c'è del pane e del formaggio: mangerete per questa sera. Domani a mezzogiorno, aspettami sotto le finestre del palazzo reale: sarà la tua
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volta le scappa di mano e casca in fondo alla caldaia. La Reginotta si svenne. Il Re voleva far ammazzare la vecchia; ma questa, afferrati in fretta
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boccettina, che gli spariva fra le dita e disse: Ecco il rimedio. Questa notte, appena la Regina sarà addormentata, Vostra Maestà glielo versi tutto
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tremava. — Son coltellino, Son piantato nella terra dura, Per difender la creatura. — Contro questa malìa, il Lupo Mannaro non poteva nulla. E la mattina
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TESTA-DI-ROSPO C' era una volta un Re e una Regina. La Regina partorì e fece una bambina più bella del sole. Insuperbita di questa figliolina così
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pellegrinaggi.... — To'! questa la sappiamo a mente, — dissero i bambini, — è la fiaba della Bella, addormentata nel bosco. Un' altra! un' altra! — Ve
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, tra quelle rarità, l' albero che parlava non c'era. Con, questa pulce nell' orecchio, il Re non dormì più. Mandò corrieri per tutto il mondo in cerca
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: — Volete darmi questa figliuola? - Il sarto, che ne aveva una Regina ed una Principessa, era montato in superbia e rispose: — Il pecoraio, scusate, noi
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mostrassero addolorati. — Ah, compare, compare! Se voi aveste venduto quei quattro sassi, ora questa disgrazia non vi sarebbe accaduta. — Ma quegli zitto
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dipinga una voglia simile a quella della Reginotta, vestiamola con uno dei suoi vestiti, e mandiamola lì. Questa volta l' Uomo selvaggio non avrà da
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sapiente di me: la Fata gobba. — O dove trovare questa Fata gobba? — Prendete del pane e del vino per otto giorni e camminate sempre diritto, badiamo
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RANOCCHINO Questa è la bella storia di Ranocchino porgi il ditino, e sentirete qui appresso perché si dica così. Si racconta dunque che c'era una
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voleva acconsentire: — Dove sarebbe andata, così sola e inesperta? Era impossibile! — Lasciatemi andare, o m' ammazzo! — A questa minaccia disperata, il
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la cosa. Il Re, questa volta, rimase stupìto. Radunò il Consiglio della Corona; e i consiglieri chi voleva che alle fornaie si tagliasse la testa, chi
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