L’Eliometro è uno strumento in origine destinato a misurare il diametro del Sole (Eλιος) ed era composto di due obiettivi distinti, e tale era quello
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delle aree delle aperture dava quello delle luci. Però si supponeva in questo metodo che l’assorbimento delle lenti fosse proporzionale alle intensità
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Altri hanno usato diversi fotometri e noi usammo quello a ruota girante con fessure variabili: la stella maggiore era guardata attraverso le fessure
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spettro analogo a quello delle macchie solari, prova che anche in esse stelle si hanno delle vicende periodiche di eruzioni simili a quelle del nostro
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Noi ne ottenemmo uno assai simile a quello di alcune stelle rosse, come la 152 di Schjellerup e alcune altre a Fig. 24. tre zone, mediante la
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colore complementario di quello che era distrutto. Se era distrutto il rosso la stella restava verde ecc. Benchè ingegnosa questa spiegazione, non
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nella profondità dello spazio di quello che si manifesta in questi casi assai rari.
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quello dal minimo al massimo è 1g 14or; fu scoperta da Goodricke nel 1784: questo passaggio più rapido dal minimo al massimo che non dal massimo al minimo
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A facilitare queste ricerche pertanto soggiungiamo in fine dell’opera un catalogo delle stelle variabili, dopo quello delle stelle colorate.
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Lo studio delle stelle variabili, è stato molto coltivato in questi ultimi tempi, come pure quello de’ loro colori. Gli studi spettrali hanno
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formare una luce bianca. Le fig. 39 e seg. ne danno una Fig. 39. Gruppo di Ercole. idea. Il più bello del nostro emisfero è quello di Ercole in A. R
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vedremo accadere nelle nebulose. Uno solo, quello della chioma di Berenice 53 M. dà tre zone più chiare. Forse quello del Delfino ha pure righe lucide e
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Ma l’emisfero Boreale non è il più privilegiato per queste bellezze. L’australe è assai più ricco. Ivi due specialmente sono sorprendenti: quello del
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più viva delle Nebulose allo stesso posto (v. Mem. Spettrosc.,p. 36). Onde esiste in quello spazio latteo una massa diffusa pesante gassosa.
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orologio che segni 24 ore esatte in questo intervallo dicesi segnare il tempo siderale. Così l’intervallo tra il passaggio di una stella e quello del
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linea percorsa dal Sole, i due circoli massimi si taglieranno in un punto medesimo sulla sfera celeste, che costituirà quello che dicesi vertice di
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a questi lavori tenne dietro quello diW. Struve che assegnò per tali coordinate:
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con quello di Bradley, concluse il moto proprio di molte stelle, e ne trasse per coordinate del vertice di traslazione
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legge: per ora dobbiamo considerarli come accidentali. Questo è quello che ha fatto Struve e supponendo gli ordini diversi delle stelle alle distanze
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Il metodo più acconcio per trovarla, è quello di costruire graficamente in una scala arbitraria le posizioni assegnate in angolo e distanza (vedifig
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in dubbio. Noi abbiamo potuto vedere quello di Sirio e misurarlo colsig. Struve, ma non mai quelli di Procione. Gli oculari, e forse anche gli occhi
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. E ciò è vero. Ad occhio nudo poche se ne possono numerare distintamente, e parve già miracolo agli antichi quello d’Ipparco di averne fatto un
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delle stelle trovate e divideva il loro numero per quello degli scandagli, e la cifra risultante rappresentava la densità media delle stelle nella
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Gli astronomi danno il nome di longitudine e latitudine celeste alle coordinate sferiche prese rapporto all’Ecclittica in modo consimile a quello che
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usa quello che è disegnato nella fig. 4 che dicesi Equatoriale. Noi diamo la figura di quello che trovasi all’Osservatorio del Collegio Romano
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Questo è quello che si verifica per due osservatori collocati dallo stesso lato del meridiano terrestre: ma vi è una circostanza assai curiosa che
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certo meridiano definito, (peres. quello di Parigi) in cui il disco di Venere dovrà toccare quello del Sole veduto dal centro della Terra all’entrata
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raggio luminoso inclinato secondo la diagonale AC, che nasce dalla combinazione del suo moto di traslazione AB con quello della luce emanata dalla
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Terra, e quello percorso dalla luce, era chiaro che misurato esattamente il valore dello spostamento prodotto e conoscendo la velocità della luce, si
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osservazioni sembra che questa materia luminosa si estenda fino oltre alla terra, e questa ne sia investita. Il suo spettro è continuo come quello
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Cogli specchi le dimensioni delle macchine sono anche più gigantesche. Il rifrattore dell’osservatorio di Parigi ha 1.m 10 di diametro, quello di
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Il lavoro più celebre degli antichi è quello che ne fece Arato in istile poetico, sulla sfera di Eudosso, opera che ebbe il merito di esser
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Era interessante il cercare la relazione di questi circoli con quello del moto proprio del Sole nello spazio; qui ci limitiamo a dire che anche l
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, e alle 17or è di 557, e quindi la Via Lattea è più uniforme dal lato di 6or che da quello delle 18or. Tuttavia, lasciando da parte per ora la
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rapporto dei numeri che esprimono le grandezze dei varii ordini apparenti, dovrà risultare lo stesso di quello che si conclude da altri elementi relativi
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. Questo è certamente un fatto che è legato ad un principio meccanico teorico importante e affatto diverso da quello che regna nei sistemi globulari. Anzi
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d’altronde è anche troppo per noi quello che vediamo per non sognare quello che non vediamo.
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aggiunta tratta da opere posteriori, e specialmente da quello di Schoenfeld.(v. le note in fine.
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aggiunte e correzioni neln. 1613, 30 ottobre 1866. Esso è fondato su quello di Lalande Con. des temps, anno XV (republ.), su quello di Zach Corresp
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A saggio di questi cataloghi diamo quello delle stelle fondamentali che sono le meglio determinate, e che servono al regolamento degli orologi tratto
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formano quello che fu chiamato il Carro; costellazione famosa e che serve
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Da questo quadro si rileva che un occhio disarmato, acuto come quello di Heis, può vedere anche delle stelle che, secondo l’uso comune, sarebbero di
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uguale a quello di Dorpat (di 9,6 pollici inglesi) e che abbiam trovato avere una forza penetrante poco diversa dallo specchio di Herschel di 18
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per la necessità d’intendersi nel distinguere l’immensa copia degli astri, e si conservarono con quello scopo medesimo che si conserva nel globo
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Fraunhofer trovò così che la Luna, Venere e Giove avevano spettro identico a quello del sole, come era da aspettarsi, ma le stelle in generale l
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saldati insieme con un mastice; il raggio bianco usciva così decomposto senza deviazione, formando un prisma di effetto affatto opposto a quello del
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2°. Il secondo tipo è quello delle stelle gialle: esse hanno righe finissime; le righe dell’idrogeno pure vi sono, ma sono sottili e non punto così
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3.° Il terzo tipo è quello che si trova nelle stelle ranciate e rosse; esso è formato di linee nere e lucide interpolate a zone o bande scure
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Per vedere meglio la complicazione e ricchezza di questi spettri, rimettiamo il lettore alla figura di quello di α Orione in iscala convenientemente
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Lord Rosse, quello a vetro inargentato di Parigi, quello di Lassell, non chè i grandi refrattori di Washington, di Porro, ecc. essi sveleranno
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