Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: quel

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Decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 447 - Approvazione del codice di procedura penale.

27883
Stato 1 occorrenze
  • 1988
  • LLI - Lingua legislativa Italiana
  • diritto
  • ITTIG
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fino a quel momento compiute.

Otto giorni in una soffitta

204614
Giraud, H. 9 occorrenze
  • 1988
  • Salani
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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, legge la cara lettera, affettuosa e dìvertente, che la mamma indirizza quel giorno al suo fìglio maggiore, ma che è per tutti e tre. Ogni due giorni

cominciato la settimana scorsa e che ha tanto cercato. Ma essa tiene in mano quel calzerotto come un carbone ardente e lo contempla con occhi da pazza

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poi è così giovane, questa signora con quel grazioso vestito verde! Però ha la testa circondata da un'aureola di capelli d'oro, come la mamma dei tre

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non è più « sua figlia », ma nel coricarsi dice ai suoi fratelli: - È però molto piacevole pensare che essa avrà tutto quel che le occorre e che

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merenda. E poi.... - Che cosa c' è per merenda? - interrompe quel briccone di Maurizio. - Uhm!... - risponde Maria. - Pane e.... - Conserva? - chiede

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Lo zio Fil segue quel tramestio con la coda dell'occhio, ma non ne rimane oltremodo colpito. Maurizio si mette in tasca ancora delle focacce e dei

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chiamato stamattina Leonia, ma tornerà certamente. - Proprio in quel momento un leggero graffiare alla porta della soffitta annunzia il visitatore

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malattie. Può darsi che con l'aiuto di quel «medico» possa farsi un' idea della malattia di Nicoletta. Spiega questo alla bambina dolente, che, col

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dello zio Fil. Quel giorno hanno un po' l' impressione di desinare su un vulcano. Tutte le volte che lo zio Fil apre bocca, pensano che debba parlare

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Al tempo dei tempi

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Emma Perodi 22 occorrenze
  • 1988
  • Salani
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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: - Comare, come state? - Bene, e voi? - Bene. - E come stanno a casa vostra? - Tutti bene. - Ma lo sapete quel che vi dico? Quel giovinetto lì che dorme

- Chiedete quel che volete e ve lo do, - gli disse. - Non voglio nulla, Maestà, - rispose il finto medico. - Voglio soltanto l'anello col sigillo che

tasca. Aveva la buccia secca secca, ma tagliandola in mezzo, vide che conteneva ancora un po' di succo. Con quel succo bagnò la testa delle bisce dorate

figlia. Basta: la nave stava per far vela, e un giorno quel padre si fece coraggio e andò al Palazzo Reale dove fece passare l'ambasciata. - Dite a Sua

Figuriamoci quel che provasse Maricchia nel ricevere l'ambasciata! Perse il lume degli occhi, si gelò tutta e cadde in terra lunga distesa, coi denti

sua sola ricchezza. Per questo alla domanda del fabbro rispose: - Che so? m'hanno detto che sono figlio del principe di Cattolica e che quel perfido

fuso, e quando viene mia madre, lei signor Cavaliere, fa quel che che le suggerisce il cuore. - In quel momento, puffete, eccoti comparire la madre

: Altezza reale qua, Altezza reale là, Altezza reale su, Altezza reale giù. - Sei ammattito? - gli domandò il Reuccio, sentendolo parlare a quel modo

diede a cercare la pianta di rosa fiorita; ma in quel momento il cielo si fece di piombo, si alzò un vento impetuoso, e fulmini e tuoni accompagnati da

dal nascondiglio, alzar la mazza e lasciarla ricadere accanto al Reuccio, approfittano di quel fatto, per gridare che è un assassino e subito saltano

ambo le mani e la bocca rese finalmente il suo tesoro. Ma a quel punto la torcia si spense e il Duca rimase al buio nella cappella mortuaria, col teschio

una gran fortuna! Maricchia, ora raccontaci quel che t'è accaduto col Cavaliere. - La figlia raccontò tutto per filo e per segno, e la madre le

rasoio che il barbiere aveva dato in mezzo alla fronte di donna Peppa, nello stesso punto preciso era caduta la pelle nuova a donna Tura ed a quel posto

e lo consigliò d'andarsene, perchè bisogna sapere che il Principe adorava la figlia, non l'aveva mai veduta malata e credeva che quel cavaliere

quel che altri non vede se non in molto tempo. - Sorse la luna nella notte serena e le Fate e il giovane ripresero il volo. E Ruggiero vide il Cairo

Torna a Messina e quando la figlia gli compare davanti, le dice: - Tieni, ecco che cosa ti manda il Re, - e le dà il coltello. La ragazza, dopo quel

parola; anzi, prometto sempre meno di quel che mantengo. - Figuriamoci come gongolasse la nutrice! Fece cenno al marito, che subito andò a prendere

Cavaliere, e Maricchia dentro di sè disse: - O corte o morte! - Poi rivolta al Cavaliere: - Signor Cavaliere, per favore, mi vuol raccogliere quel

catinella d'acqua dal terrazzino che guardava su un vicolo, e l'acqua, cadendo dall'alto, fece la schiuma. In quel mentre venne a passare il cameriere del

finchè non le ripetè quella che era sopra al prato dove pasceva il cavallino sauro. In quel momento il serpente strisciando usciva dalla porta del

s'incamminò per tornare a casa, ma andava piano piano, un po' per la vecchiaia, un po' perchè quel sacchetto le pesava. Giunta che fu davanti a Sant'Antonio

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non ha neppure una scalfittura alla pelle. - Ma io voglio essere scorticata e pago bene, - e nel dir questo battè sul sacchetto delle monete. A quel

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«Tex Willer» 338 (1 Dicembre 1988)

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Claudio Nizzi 18 occorrenze

È ALLO STREMO, QUEL POVERETTO...

E PROPRIO IN QUEL MOMENTO...

IO L’HO VISTO QUEL MOSTRO!

PER QUEL GROSSO FURFANTE È CALATA LA TELA!

DIAVOLO, È UN’AUTENTICA BESTIA SELVAGGIA QUEL COLIN!

ANIMO, VECCHIO CAMMELLO, FALLO CORRERE DI PIÙ QUEL BROCCO!

COME DIAVOLO VI È SALTATO IN MENTE DI TAPPARE QUEL BUCO?

SONO STATO IO! QUEL MISERABILE VOLEVA MOSTRARNE IL CONTENUTO ALLA RAGAZZA...

SÌ!... È IL RUMORE CHE LA CODA DI QUEL MOSTRO PRODUCE STRISCIANDO SUL TERRENO!

NON TENETECI SULLE SPINE, WILLER... COME AVETE FATTO A USCIRE DA QUEL DANNATO POZZO?

A PIEDI E CON IL RISCHIO DI IMBATTERCI IN QUEL BRANCO DI GATTACCI SELVATICI?... NEANCHE A PENSARCI!

BEH, PER TUTTI I DIAVOLI DELL’INFERNO, FINO A QUANDO QUEL DANNATO TELEGRAFO NON AVRÀ RIPRESO A FUNZIONARE IO NON PARTO!

IL “GRAN SERPENTE”! ECCO CHE LI HA TRASCINATI LAGGIÙ! ERANO CERTAMENTE TRE DEI NOSTRI COMPAGNI CHE QUEL MOSTRO INFERNALE HA FATTO SPARIRE!

E IN TUTTA FRETTA, VECCHIO MIO! PRIMA CHE QUEL GIOVANE COYOTE ABBIA IL TEMPO DI TROVARE ALTRE TESTE CALDE DISPOSTE A SEGUIRLO.

NON GLI HAI LASCIATO NEMMENO IL TEMPO DI RISPONDERE, ACCIDENTI A TE! PERÒ HA DETTO CHE QUEL TELEGRAMMA ERA “APPENA” ARRIVATO, NO?

RISALIRE LUNGO QUEL MALEDETTO POZZO E CON MOLTI SFORZI CI RIUSCIMMO...

C’ERA UNA TAGLIA DI MILLE DOLLARI SULLA TESTA DI QUEL BANDITO MESSICANO. COLIN L’HA AMMAZZATO E ADESSO STA ANDANDO A TUCSON PER INCASSARE... E PER

MA IL FATTO PIÙ IMPERDONABILE FU CHE ANCH’IO IN QUEL MOMENTO MI LASCIAI SUGGESTIONARE, AL PUNTO DA NON TROVARE LA NECESSARIA FERMEZZA PER OPPORMI