Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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euro per  quel  lavoro."
mio saggio demone, che mai sarà? - Rispose: - All'ombra di  quel  velo bianco, in mezzo al cor di un tuo fratello inerme,
mio saggio demone, che mai sarà? - Rispose: - All'ombra di  quel  drappo oscuro, in mezzo al cor di un tuo fratello inerme, è
- è una montagna di piombo incurante del vento leggero. Amo  quel  vento. Non sono quella montagna. Improvvisamente verso sera
suo recinto. Allora mi giro per continuare il sentiero e in  quel  momento preciso dici di aver freddo, che vuoi tornare
in un buco di buio: vero, metafisico, assoluto. E da  quel  buco viene gente, molta che non vedo ma che avverto e
di sorprendere un gesto sotto la superficie, e ogni volta  quel  gesto ci chiamava, anche nell'ipotesi che fosse una nostra
a morte, di trascinarmi sotto. Riemergo nuotando da  quel  fango e buco nero, mmi sveglio come reduce da un bagno,
inutilmente e col dito rivolto ai sordi che per lui a  quel  punto eravamo prese a disegnare nell'aria figure ovali
con uno sguardo terribilmente uguale- saettante, vitale - a  quel  primo nel nido.
e raccontar credevasi un'alta verità, dicendo: "  Quel  buon diavolo andò al mondo di là!". - Al mondo ? - io
il secondo pensiero; come guardare meglio, come raccogliere  quel  dettaglio dal silenzio. E mentre resta immobile ecco il
Il suo sguardo non va, per quanto s'interni, al di là di  quel  che gli si manifesta. Chino sul proprio corpo ne ha
amici, che si era offerto di ospitarlo per qualche giorno.  Quel  tale lo ha lasciato sulla porta d'ingresso, sostenendo di
e fervido come finì! Qual era il nome, quale il cognome, di  quel  fior perfido d'oblio forier ? ... Egli era un nero fior del
e allor nell'abito o nel soprabito, Lena, mi sdrucciola  quel  noto fior! Aprile 1858.
davanti alla piccola casa provinciale che dorme; singhiozzi  quel  tuo brindisi folle di agonizzanti una seconda volta,
dì due chèrubi in un essere sol vestir la creta;  quel  dì fra gli uomini giunse a esultare e a piangere il poeta.
la musica, chiara, veloce, poi lontana, svanita... Ancora  quel  rotolare immenso, inconfrontabile... Un tempo smisurato. E
l 'indomani nello stesso luogo, il cane tace, è buono e  quel  tratto di sentiero è scuro come tutto attorno, ma non è un
parte della valle. Percorriamo con gli occhi la cresta di  quel  versante, il suo confine con il blu di questa notte. È
il giardino qui dell'Intendente! - Oh ma non scriva, no,  quel  muro giallo: vi sta un ricco che mai messa non sente, e il
musica di chiesa. Ah per l'uom sventurato appeso ai chiodi,  quel  rimbombo di lodi al barbaro che in ciel tranquillamente
almen l'orpello sul tuo pennello - amico dipintore, perché  quel  cielo rilucente e bello l'occhio abbarbagli dello
di donna languente è tipo superiore alla natura! Poi c'è  quel  dito, ahimè! del cardinale, che pecca assai nella sinistra
* * Per lo ciel! mio fanciullo, perché così mi guardi ? E  quel  mostro è sparito? * Sì, quando tu bussasti. * * Né tu
e i tuoi sonni innocenti indugia ancor per poco. Ascoltami:  quel  mostro che ti apparve stasera, tienti bene a memoria, un
Fratel, quando udrai dire questa parola : " Amore" pensa a  quel  mostro!... dimmi, non avea sulla faccia il pallore, lo
smorta: - Questa canzone è morta, non la cantar mai più! -  Quel  dì, le madri italiche tutte ammonir la prole, perché di
tenti di volare, povero bimbo, piccolo cadaverin sepolto!  Quel  tuo vergine volto dimmi a chi ride adesso? Sul tuo recente
seppellito già rotolò stecchito sul tuo piccolo capo. Deh,  quel  giorno che, fracida la tua crocetta nera, si smarriran
gaudio dal paradiso, più non interrogo che il tuo bel viso!  Quel  viso candido coi capei d'oro, che non v'ha bibbia miglior
e ch'io vi metta la man che aduncasi per la vendetta.  Quel  viso candido con quel nasino che sembra un petalo di
la man che aduncasi per la vendetta. Quel viso candido con  quel  nasino che sembra un petalo di gelsomino : con quelle
le tenebre arcane conosca e vicine le cose lontane. Ma  quel  che già vidi nel fondo del mare, i baratri oscuri, le luci
su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza,  quel  giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla.
età. Che terrori nel nido latente degli ignari augelletti  quel  giorno! Da tugurio a capanna d'intorno che susurro, che
Da tugurio a capanna d'intorno che susurro, che ciancie,  quel  dì! Che dirà questa povera gente, cui repente - il miracolo
sanno pensar! E, tornando al miserrimo tetto, scorderan per  quel  dì la canzone, e nei sogni la strana visione tornerà nuovi
bersaglio della plebe, cui sopra tu stai, sul mio volto  quel  dì non vedrai insolente il sorriso spuntar. Ma deposto il
e stecchito promette poco il parroco del sito, Musa, a  quel  primo fischio bravi sarem, se andremo in compagnia nella
tremulo curato. Io che non amo i preti, io piango ancora, a  quel  vecchio pensando che vivea di vangelo; d'un volo il
che lega, lo spiraglio nel pozzo. Il bisogno di definirlo,  quel  vuoto, fino al terrore e allo spasimo: nella negazione
ai banchi della scuola alla diuturna noia, alle catene a  quel  fetore che facea sì bene, ai professori. Amici, or vedo
un'onda nel buio del passato si sprofonda inesorato. Con  quel  legame che ci die' comuni ore di gioia ed ore di sconforto
paese, vaga beltà della colonia inglese, ben mi dicea  quel  tuo sguardo profondo che ti chiamava a sè l'occulto mondo!
non aver pietà, non lacrimare delle mie sventure come  quel  Cristo nell'oscurità. Ah, quel Cristo, lo vedi? egli moriva
delle mie sventure come quel Cristo nell'oscurità. Ah,  quel  Cristo, lo vedi? egli moriva così, come ora, desolatamente,
l'ossa dell'uomo e il legno della croce e spezzi invano  quel  suo cuore ardente. Chi mi parla dell'anima? Un impuro
cercando una causa divina il mio dolce bene ed io. Ma  quel  giorno già vanía e la causa della nostra morte non era
sopra dei vicoli il velo rosso del roso mattone: ed a  quel  riso odo risponde l'oblìo. L'oblìo così caro alla statua
qualche vecchio nocchiero, ti dirà se di pioggia è foriero  quel  vapore che al sole fa vel. Vieni meco: io ti voglio alla
e ad astro mio ti scelsi; fosse felice o in lagrime, da  quel  giorno, o mia Dea, quest'anima sperando, a te volgea! Come
muore un poeta il ciel sorride;  quel  sorriso lo sente il volgo umano, e si guardano in faccia, e
e d'ideale, né per lotte indurate ad altro intento, oblïerò  quel  fascino geniale che mi fe' allora attento! Voi l'obliaste,
Ai fischi del pubblico, del volgo al sorriso ci asconda  quel  piccolo suo vergine viso: se un ramo di lauro ci aspetta
immagino e disinganni, dopo il divino premio, promesso  quel  dì che all'Arte ho dato il primo amplesso! Oh come parvemi
signando lapillo. Egli aperse  quel  dì le sue finestre, guardò nel cielo e ringraziò l'azzurro;
rammenti, o giovinetto, quando, in mezzo a donne care, in  quel  dì del primo affetto, le venimmo a visitare? Qui la pioggia
carnefice, vorrei farmi becchino per lacerarti, o secolo,  quel  manto d'arlecchino; e sul tuo muto Golgota cacciarti col
aurora... dalla profonda gora la farfalla uscirà! Musa,  quel  dì la lapide peserà sul poeta: ma tu, prona al mio tumulo,
trattenendo un minuto il respiro annientato dall'impeto di  quel  vento improvviso, e la voglia di tuffarmici dentro. Per di
fonte di Ippocrene, come, con mossa or vorticosa or lene,  quel  cocchio, in mezzo ai propilei di Roma, e notte e dì
giorni torna e ritorna al pensier della culla. Ed ogni anno  quel  dì rifesteggiando che alla fame, alla sete, che al dolore,
dolore, che alla vita mortale l'ha svegliato, ogni anno in  quel  dì si riconforta ad amar la sua vita. E i parenti - che
e dirizza la vela, non è più la mia mano che la mano di  quel  vento e quell'onda che non posa ... Ché senza posa come
che la gioia di averla trabocchi.. - Non infrangerlo sai,  quel  dono mio! Del pastor che avverrebbe, o santo Iddio, se la
a graffiar non va. Senti: io morrò di versi e di etisìa, e  quel  giorno tu pur saprai che sia un amor che sen va : bardo
Tu della vita mia unico raggio tu che sola m'infondi  quel  coraggio che mi fa vivo! Lo sguardo mio non t'ha saputo