Poco cale di sapere se e quanto quel buon dottore avesse la testa a posto; solo è lecito domandarsi: «Ma che razza di cuoca aveva quel disgraziato
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Filetto. Addimandasi quel pezzo scelto di carne del bue o del vitello che è collocato nell' interno e al disotto del dorso (aloyau) lungo la schiena.
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Così insegna la pratica gastronomica, che in quel grasso più che naturale, trova quella delicatezza e quella benevolenza, che formano le delizie
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Io non sono un medico; ma da quanto me ne disse un illustre chimico, posso affermare che l'opinione di quel signor dottore non aveva alcun fondamento
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Colezione o déjeùner intendesi quel leggiero pasto per lo più d'un solo servizio di più o meno piatti.
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Preparate quel numero di fette di cefalo che vi occorrono e possibilmente tagliate nella parte più grossa dell'animale.
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Sciogliete quel che rimane in fondo al recipiente, e versatelo sulle animelle.
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Cuocete dei dischi di pasta frolla di una ventina di centimetri di diametro e, naturalmente, fatene quel numero che vi occorrono.
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Capriuolo e Daino. Quel che si è detto del vitello vale anche per la carne di questi due animali selvatici, de’quali però non si cuoce la testa.
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Quando il brodo bollirà gettate in esso quel genere di pasta che più vi piacerà (cannolicchietti, vermicelli, lasagnine, ecc. ecc.) oppure del riso e
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I meno gustosi ed apprezzati, il di cui gusto è fra il baccalà ed il merluzzo, sono quelli così detti di Fermo perchè provengono da quel litorale.
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Acquistate quel numero di fette di salmone che vi occorrono e possibilmente tagliate nella parte più grossa dell’animale.
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Preparate quel numero di fette di cefalo che vi occorrono e possibilmente tagliate nella parte più grossa dell’animale.
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Quel che piace non fa male.
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Gabbato è sempre quel che più si fida.
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Chi ha difetto e non tace, ode sovente quel che gli dispiace.
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Per Colezione o Déjeûner intendesi quel leggiero pasto quasi sempre d'un solo servizio di più o meno piatti.
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Quel che si trova in fondo alla padella
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Questo è quel tipo di minestra che nella cucina di lusso viene detto «à la reine».
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Se non vi riesce facile tagliare i crostini a quel modo, fateli più sottili, stendete la marmellata sopra di uno, sovrapponetene un altro e così via.
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È naturale poi che il ripieno può variare come si vuole e si può, mettendo in opera salsiccia spellata, prosciutto trito, insomma quel che resta.
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, midollo, insomma di quel che volete.
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Duellerà con quel fischio il gemito lungo pure affilato di un suono di violino, stiracchiato nella camera di destra dal figlio convalescente della
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È un piatto triviale e comune, ma lo noto perchè la salsiccia, con quel dolce acidetto dell’uva, potrebbe dar nel gusto a qualcuno.
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La carne del filetto è la più tenera, ma se quel briccone del macellaio, vi dà la parte tendinosa, andate franco che ne resterà la metà pel gatto.
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Colatelo e servitevi di quel sugo per dar sapore al passato non dimenticando il sale e il pepe ed avvertite che è bene resti sodo il più possibile.
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servirete della pasta in quel modo che
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disegno. Collocate lo stampo sul ghiaccio e versatevi quel tanto di gelatina sciolta che basti per fissare l'ornamento, senza scomporlo.
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Unite in seguito la crema colla meringa, aggiungetevi ancora la panna montata e quel sapore che più v'aggrada e fate congelare.
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Rimettetelo al fuoco e continuate a schiumarlo finchè avrete levato via anche l'albume che verrà a galla. Indi fate bollire lo sciroppo fino a quel
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tutto con un cucchiajo dandogli quel gusto che desiderate: di questa giazza servitevene per giazzare in bianco e potete poi dargli quel colore che
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Tenetelo dunque, sempre in cucina e sempre in quel tal tiretto della credenza, il mio piccolo libro ! (per trovarlo, non dovrete così buttar cassetti
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Gli gnocchi prenderanno così quel tal colore d’oro che fa sempre tornare l’umore lieto... persino a chi l’avesse, per caso, quel giorno, piuttosto
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Se dunque anche il vostro marito... ricordate sopratutto quel giorno, questi stranoti ma... straeccellenti gnocchi !
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Mangiando i ravioli confezionati con quella sfoglia e con quel ripieno; cucinati poi nell’acqua e conditi con quel sugo, sono sicura che direte
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A ciò provvederà il piatto di portata che dovrà essere, quel giorno, un arrosto di vitello.
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Molto comperare; molto spendere e moltissimo spignattare quel giorno; ma... quale pasticcio sopraffino !
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frolla avrà quel tal profumo e quel tal colore che le fanno dire: « son cotta », rovescio lo stampo sul piatto, e servo il mio pasticcio ancora caldo.
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Niente formaggio, invece, quel giorno in tavola, chè, con la zuppa di pesce, ogni formaggio (sia pure il più vecchione parmigiano) rappresenterebbe
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Poiché presto sarà qui una di quelle tali giornate del più stretto magro, ricordate la ricetta della minestra che, quel giorno, soglio sempre fare
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Saranno appunto quelle preziose fiammate che daranno al vostro piatto quel certo odorino di fumo profumato... quel certo saporino di bruciaticcio
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Su quel po’ di gelatina, quando sarà ben soda, disponete delle fettine di cetriolo (meglio se di verdi pistacchi, e meglio ancora se di tartufi
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Mescolate per bene e impastate con quel goccio d’olio (attente a non abbondare troppo) che sarà necessario a farne una pasta.
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Mettete in credenza quel po’ di polpa di vitello e fate bollire, in una pentola, il pollo.
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Su di un piatto, e servendovi della lama d’un coltello, impastate per bene una noce di burro con quel prezzemolo, quel limone, quell’acciuga triti; e
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È certo che, almeno quel giorno, 1’« eterna » e « noiosa » bistecca sarà veramente gustata e mangiata, con appetito, tutta quanta.
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Se la si volesse complicata un pochino più... si potrà inzuppare quel pan di Spagna in un liquore piuttosto dolce e di fabbrica casalinga.
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Ebbene, credereste? Tutte quelle dame mi hanno in coro così telefonato: «Signora Petronilla che squisito, quel lattemiele! ».
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Tagliate ogni mela sbucciata in tante fette trasversali, rotonde, alte circa mezzo centimetro e, con il coltellino appuntito togliete quel po’ di
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Nella pentola, ribollendo, fate un po’ addensar quel sugo che vi avran lasciato il vino, le mele, e lo zucchero.
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