il più grande presenta necessariamente un circolo di maggior raggio, e, per quel che si è or ora detto, ha una superficie convessa molto meno curva.
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mezzo alle quali viviamo. Di questo bisogna ben persuadersi se si vuole acquistare coscienza di quel che siano le dimensioni cosmiche, e di quel che
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126. Intorno alla costituzione fisica di Mercurio poco si sa, e quel poco dipende in gran parte da osservazioni fatte in questi ultimi anni a Milano
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enorme. Eppure, se si rappresentasse la Terra con un globo artificiale di 1 metro di raggio, esse, trasportate in iscala su quel globo, figurerebbero
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Quel che sieno in realtà i canali di Marte non si può ancora dire. Supposero alcuni che Marte sia occupato tuttora da immensi ghiacciai, che le sue
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quello che chiamato abbiamo eclisse di quel satellite (fig. 35).
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, a due punti quasi opposti di quel circolo che si è chiamato orizzonte e che limita la superficie visibile della campagna;
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Quel che precisamente siano i pennacchi la scienza non lo sa ancora. Forse sono una dipendenza della corona, forse sono sciami meteorici, nubi di
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partito dal Sole ha attraversato una atmosfera contenente vapore di quel metallo stesso, e che nel Sole quel vapore metallico esiste; ragion vuole che si
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spettri luminosi identici, per quel che riguarda idrogeno e il carbonio, agli spettri delle nebulose.
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si trovò che a raggiungere tale scopo bastava l'uso dello spettroscopio. Da quel giorno si poterono ogni giorno vedere ed osservare, nelle specole si
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tutta la luce complessa, ma utilizzando, secondo i casi, solo la luce di questo o quel colore, luna in una parola monocromatica. Con esso furono nel 1893
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nell'altro emisfero della Terra ottenere fotografie tutti i più importanti cumuli stellari, e, quel che è più fotografie precise, con immagini nette
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Bisogna dunque andar in cerca di qualche causa che dia ragione di quel che vediamo. Noi ne troviamo due, o, a dir meglio, possiamo supporne due
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38. Dopo ciò, se supponiamo che il circolo più piccolo NOMO' diventi l’equatore terrestre, diremo che la Terra ruota nel piano di quel circolo
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nel disegno considerata si riferisce a quel punto del ciclo annuale in cui cade per noi il giorno corto, seguito dalla più lunga notte, punto che
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quel momento in cui le durate del giorno e della notte siano eguali. E poichè il moto della Terra nella sua orbita è sensibilmente regolare e
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incontrerà, per un supposto, una stella; ebbene là dove pare che tocchi il cielo, è quel punto che gli astronomi chiamano zenit; sarebbe come a dire quel
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sembra tutto al di qua di essa. Stiamo attenti a quel che sta per succedere.
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Voi però, che abitate in Italia, non avrete mai visto il Sole culminare più vicino all'orizzonte di quel che ogni anno culmini ai 22 di dicembre, ne
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esso si raffredda di notte più di quel che durante il giorno si scaldi: abbiamo allora l’inverno.
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Avete voi osservato da vicino e da ambo i lati quel monticello? Se si, la superficie vi sarà certamente apparsa convessa.
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quel modo che esplicai quelli che legano la Terra stessa al Sole.
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di seguito, non la vediamo in nessuna parte del cielo; si ha allora quel che suolsi chiamare comunemente Luna nuova: nella nostra fig. 23 la Luna
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giunge colla sua punta a toccare la Terra. Lo spettatore terrestre in O vede nascosto quel tratto MM' del Sole, che per lui sta dietro della Luna, ed
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vicino all'asse di quel cono; può non entrarvi che in parte, se il nodo ne è più lontano; nel primo caso l’eclisse di Luna è totale, nell'altro è
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costruzione e di grande potenza. Ciò spiega perché non siano state vedute prima del 1882. Nei dieci anni trascorsi da quel tempo esse sono state vedute
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Le protuberanze vi sono delineate quali si videro quel giorno stesso nei comuni strumenti durante la totalità, o negli spettroscopii. Queste
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corpo di scienza precisa, la quale congiunta alla spettroscopia, condurrà certamente a svelare quel mistero che avvolge ancora queste singolari
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Stabilito così il moto del Sole, se si ritorna ai moti delle stelle si potrà sottrarre la parte che è di apparenza, e quel che resta mostrerà la
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. Infatti la Terra essendosi trovata il 10 agosto nel piano dell’orbita, la visuale da quel giorno in poi fece angoli sempre crescenti con quel piano, e il
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seguirne le traccie per 4° o 5°. Appariva una leggera curvatura convessa verso il nord, però molto dubbia. In quel giorno fu vista pure per la prima volta
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Egli è probabile, che la coda I già esistesse fin dal 7 agosto: il disegno fatto in quel giorno mostra infatti una curvatura nel medesimo senso (V
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probabile), che la deviazione vera abbia luogo nel piano dell'orbita della Cometa, ossia che la direzione iniziale della coda della Cometa giaccia in quel
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diventa parallelo a quel circolo, poi si ripiega finalmente verso
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Eccezionale fu il lampo di energia gamma (GRB) 080319B registrato dal satellite “Swift” il 19 marzo 2008: quel collasso di una stella in buco nero
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più vicino al Sole, e per Urano, il più lontano, quel grande pianeta al di là di Saturno scoperto casualmente da Hershel nel 1781.
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A mediare con Einstein la riscoperta di quel lavoro, dopo Grossmann, sarà proprio Levi-Civita, in un carteggio che vede il matematico italiano prima
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baffi bianchi, gentile, timido, che per due volte con quel lavoro aveva cercato di vincere un premio nazionale di matematica e per due volte era stato
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contiene gli elementi sintetizzati fino a quel momento.
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telescopio per raggi X mai costruito, destinato allo studio dei buchi neri. Quel telescopio porta il nome di “Chandra”.
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effetti Jansky aveva scoperto che quel sibilo proveniva dalla costellazione del Sagittario, dove si trova il nucleo della nostra galassia.
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Caso singolare, proprio nel 1959, mentre a Cambridge usciva quel Catalogo, arrivava negli Stati Uniti Maarten Schmidt, nato trent’anni prima in
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Da quel giorno inizia anche l’esplorazione diretta dello spazio interplanetario: dodici uomini sono scesi sulla Luna in sei missioni che si sono
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cerchio lui comprende, sì come questo gli altri”, e nel canto successivo aggiunge: “parendo inchiuso da quel ch’elli ‘nchiude”. Dunque Dio e le sfere
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Luna e la Terra si limitano a rifletterla (in quel tempo c’era ancora chi lo negava).
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, perché quel giorno non esiste”.
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di sua madre Sofia con l’astronomo, il quale dunque sarebbe il vero padre di quel re danese. Tale vicenda scabrosa avrebbe spinto il figlio naturale a
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, analizzato da Alberto Righini nel 1978. È probabile che già nella tarda estate abbia indagato con sguardi veloci e curiosi la volta celeste, ma in quel periodo
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). Richard Lan tace su chi gli abbia venduto quel gioiello da bibliofili ma dice che proviene dall’Argentina. Forse qualche emigrante veneziano portò in
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