CARDELLO
questa, col libro davanti per non sbagliare, Cardello avrebbe voluto sapere che cosa erano quei medicamenti e come si chiamavano: ma il Piemontese zitto
CARDELLO
da un vecchio stovigliaio. - Tu, che sei siciliano come me, dimmi la verità. Quei vasetti stagnati ... . - Li abbiamo fatto noi. Belli, eh.? E non
CARDELLO
paura a Cardello - E zitto, se ti domandano che cosa abbiamo trovato. Intanto porta via quei vasi! ... Torna sùbito. * * * Da quel giorno in poi, il
CARDELLO
tutti quei dispiaceri, il pensare ch'egli, senza volerlo, senza sapere quel che facesse, era riuscito a produrre quel che il Piemontese chiamava un
CARDELLO
colazione e a desinare. Don Carmelo si dilettava anche di cucina, e Cardello ingrassava a vista d'occhio con quei piattoni colmi di spaghetti col pomodoro
CARDELLO
rosa carnicina soavissimo; anche per la leggerezza il resultato era stato eccellente; a confronto di quelli degli stovigliai, quegli orci, quei vasi
CARDELLO
, dall'esperienza erano state messe in opera, e che la disgrazia di quella frana non era umanamente prevedibile. Cardello in quei terribili otto giorni avea perduto
CARDELLO
orgoglioso. E quando il popolino, sodisfatto e messo di buon umore, applaudiva e chiamava fuori quei personaggi, involontariamente, dietro la scena, mentre
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il più servizievole di tutti. Cardello, ppunto in quei giorni un po' disoccupato, passava gran parte della giornata, assieme con gli altri ragazzi
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avrebbe finito la sua vita nel carcere a cui lo avevano condannato appunto in quei giorni, come se n'era sparsa la notizia; e mai come in quel momento il
Accademia della crusca
