? — La nostra strada, — rispose la mamma. — E il nastro d'argento? — È lo specchio dove ammirerai le tue belle piume, quando le avrai. — E le piume, Mamí
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volta e quelli che sono fuori, quando vedranno «lui» uscire, grideranno: «Pericolo!» Intesi? — D'accordo, — dissero i passeri. — Un'altra cosa
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con altre sette commedie e «Come si fa il teatrino» Giuseppe Bufalari, Quando passarono le anatre Italo Calvino, Marcovaldo Italo Calvino, Il
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campagna e dalla campagna al nido e sceglieva per lei i chicchi di grano piú teneri e grossi e saporiti e quando glieli portava le diceva: — Porta
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quel momento il gatto saltò su come una molla, sguainò gli artigli e, allungando una zampa su Cipí, gridò: — Ci sei, eh? Quando Cipí vide scattare
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lui esce quando io non ci sono. Forse le nuvole vi potrebbero aiutare, che sono sempre in giro. Cipí e la passeretta, senza stancarsi, decisero di
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buco. — Questo buco è la nostra casa. Quando avrai le piume andremo insieme a vedere tutto: la palla di fuoco, il nastro d'argento, la pianta... Uno dei
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pronunciare una parola se lo strinse affettuosamente al petto come quando, dentro al nido, gli narrava che cosa c'era nel mondo. — Mia cara Mamí
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levarsi da terra e, passando fra le gambe di un ragazzo, a volare, volare... Ma quando il sole già gli faceva la prima carezza e gli pareva di essere
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specchio. Era una festa di colori e Cipí volava guardando giú incantato e diceva: — Che bello, Mamí! Guarda là, guarda lí! — Quando fu sopra al fiume
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giorni il vento si è dimenticato di me e l'unica carezza che ricevo è quella di una vecchia biscia che passa di qui quando va a caccia di ranocchie
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corse delle nuvolette! — Ora non posso, ho fretta! — rispose il passero calandosi giú a far provvista d'acqua. — Quando tornò su, il fiore lo salutò: — A
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alta delle nuvole! — E piangeva, poverina. Altre volte, sospirando, chiedeva a Cipí: — Raccontami cosa vedi quando voli: il grande albero è ancora
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portava l'irresistibile desiderio di volare, di giocare, di vivere finalmente liberi. Quando Mamí li vide, esclamò: — Che matti! Dio li fa e poi li
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Quella sera stessa, Palla di fuoco si era appena coricato quando il vento della collina, strisciando fra i comignoli, arrivò urlando: — Via! Via
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Quando il nido fu pronto, liscio, soffice e rotondo, Passeri vi depose tre uova e le covò. Di giorno Cipí andava e tornava dal tetto ai campi in
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: — Quando si dice figli di Cipí e di Passerì s'è detto tutto! — esclamò. La terza fu Piumaleggera che portò in dono una spiga intera scovata chissà
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seguente, quando puntualmente il vento arrivò, saltarono sulla sua groppa e sparirono nell'infinita vastità del cielo. Che silenzio tutt'intorno, dopo la
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si lanciarono in volo per acchiapparle. Ma i passeri anziani li ammonirono: — Fra poco, quando le farfalle avranno coperto la terra, non riderete più
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per lanciarsi, quando Cipí gridò: — Un momento! Noi abbiamo fame, non possiamo aspettare! — gli risposero. — Anch'io ho fame, — gridò Cipí, — ma non
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ogni sera, quando rientravano affamati e intirizziti, Cipí e gli altri dovevano spostare le farfalle che s'erano appoggiate davanti alle tegole. Cipí e
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... i suoi occhi sono come due soli, il suo grosso becco è uncinato, la sua testa soffice e piumata e le sue ali, quando vola, sono silenziose come le
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mise a parlare cosí: — Cari uccellini, perché quando arriva la meravigliosa notte scappate sempre nei rifugi a dormire? Subito l'altra stellina
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Prima che facesse giorno Cipí si diresse verso il nido di Cippicippi e quando vide la passera cercare disperata il figlio scomparso, si posò
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Si fece un silenzio di tomba. E Cipí raccontò: — Fu ieri sera: stavo aspettando il sonno quando vidi calare sul tetto due stelline che con belle
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Cipí. — È troppo poco per far cambiare idea agli altri... quando anche loro vedranno, crederanno. — Però potevano fare a meno di dire che sono un
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diverso punto di vista. Quelle erano certo condizioni di lavoro che mai aveva affrontato, né mai avrebbe immaginato di affrontare: ma da quando era giunto
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che, almeno, lei non ignorasse del tutto la sua esistenza, il suo nome. Decise, già in quella seconda notte, che quando anche la mano si fosse
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ordine nelle immagini, e nei desideri. — Cosa vuoi dire, Sakumat? Il pittore tacque ancora, accarezzandosi la faccia con una mano. Da quando era salito
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ritocco, durante la lunghissima osservazione. Quando sbucarono nella piccola foresta di palmizi, e il pittore ne uscí silenziosamente, Amilah giaceva sulla
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una malattia mortale. Da quando ho capito la verità che mi hai rivelato, ho maledetto ogni istante passato a prepararmi a piacerti, e ogni fibra
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2. Come Vasari dice, e Bandello ricopia, quando Filippo fu in noviziato, sotto la disciplina del maestro di grammatica, invece di studiare non faceva
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ricordava bene il gusto che, lei e le sorelle, avevano da piccole di quei nascondimenti: quando tutto si fa complicità, brivido d'attesa, eccitato e
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preciso bel gusto. Ma questo ha poca importanza, frate Filippo... Confesso che, quando decidemmo di procedere alla scelta del volto, a stento mi trattenni
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giornate: il desiderio di sperimentare un silenzio nuovo, quello del fiore davanti ad uno sguardo. Quando madre Pia aveva parlato di un frate pittore, poi
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schizzo decente: come quando si sente raccontare una pittura da un carrettiere: «E lí, sai, c'è uno che fa cosí, e un altro che fa così...» Uno stormo
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il gioioso capogiro di quando, muta e seduta, li aveva dapprima ascoltati. Nel pomeriggio si dedicò al suo lavoro di copista. La mano, di solito veloce
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lavoriamo in suo onore? Suor Caterina esitò assai poco. — Che bella idea, frate Filippo! Il silenzio, quando non è proprio obbligato, è così pesante
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. — Noi non abbiamo fretta, Madurer. Nessuna fretta davvero. — Cominciamo con la montagna. Ricordi quando abbiamo parlato del prato fiorito e del pastore
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averne attraversato a nord la parte pianeggiante, e cominciò a risalire l'ampia vallata settentrionale. Quando la vista della città, dietro di loro, si
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, appoggiandole quietamente sul ventre. Era uno degli atteggiamenti di Sakumat, e spesso, volendo o no, Madurer li imitava. — Ricordi la nave, quando arrivò
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di Sakumat senza stare a letto, e porgergli come usava fare i pennelli che gli servivano. Quando, durante il giorno, cadeva in uno dei suoi sonni
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accanto al letto, consultandosi ed osservando la sua sofferenza. Anche quando il bambino si riprese, e ricominciarono i lunghi e quieti riposi diurni, i
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si faceva pallido, e respirava con maggiore affanno. — Ricordi quando ti chiesi dove andava il carro di Talya, Madurer? — disse il pittore, — ricordi
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, con il tono di chi rivela un segreto, — come quando si corre molto nel gioco. Il prato ha corso molto... Tacque all'improvviso. Il burban restò in
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16. Quando Madurer fu morto, e la casa e il villaggio ebbero pianto per molti giorni, il burban chiamò Sakumat. — Ora sei mio fratello, — disse, — la
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colori, opera eccellente delle anziane serve che lo accudivano e mantenevano perfetta la pulizia delle stanze in cui viveva. Quando il burban accompagnò
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3. — Miei cari, — disse il Doge, quando i due fratelli furono seduti sugli scranni coperti di velluto, davanti a quello piú alto di lui. — Come
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quella che sentiva al mercato di San Marco, a Venezia, quando vi si fermava per sentire odori e vedere colori. Due ragazzini dalla pelle scura
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ritrarre la figura umana. Cosí, quando ho espresso la volontà che la mia immagine sia esposta sulla soglia del Palazzo imperiale, pochi dubbi hanno avuto
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