quell'atmosfera gelida che prima gravava su di me sciogliersi, intiepidirsi come l'aria a primavera. La zia aveva pietà di me. Pietà, luce dell'anima nostra
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era semplicemente il bel tempo, con quell'aria tiepida, con la solitudine della pineta a farmi correre e respirare con gioia. Là sotto era primavera: i
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tutta, così, di tanto in tanto, per ogni gesto ed ogni grido del bambino. Forse era la primavera, col suo alito materno, a scioglierle quel gran dolore
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dell'umido e delle bestie fin sotto le lenzuola del mio letto, e tutto mi faceva soffrire. Così passarono dei mesi; tornò la primavera. Io non avevo nulla da
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sembrava di giocare ancora con loro nei prati e, nel giardino della villa dove quasi ogni pomeriggio un giovane istitutore ci conduceva. Di primavera i
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