il nostro libero arbitrio ci rende responsabili delle nostre azioni; ma nei lavori della mente la fortuna prevale sulla virtù, e noi non possiamo
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dal valore della lode. Noi non possiamo compiacerci di un'azione indifferente e facile, mentre siamo trascinati senza volerlo a bere sino in fondo il
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delle nostre fatiche coll'avere. L'affetto fisiologico però non viene soddisfatto che quando abbiamo il diritto di possedere, e possiamo, in faccia a
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caratteristici, non vi hanno segni specifici per questi piaceri. Quando possiamo esprimere la prima idea di possesso, allora la gioia riesce canna e quasi
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, ma non possiamo amarlo finchè non ci ha commosso e finchè la sensazione non ha tratto in simpatia d'azione qualche facoltà superiore dell'intelletto
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fredda, o resa appena tiepida dal contatto di un corpo vivo. Nei pochi casi nei quali possiamo agire moralmente sopra un animale inferiore, non è che con
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. Alcuni grandi artisti fermarono nel marmo o sulle tele lo sguardo celestiale del martirio, e tutti possiamo ricordare d'aver veduto in qualche galleria
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, sebbene lontani dal mendicante, possiamo pensare a lui con compiacenza. D'altra parte, se il mendicante non è un semplice mercante che vende lacrime
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fede o l'abuso della vita? Non importa! Siamo sfiduciati di tutto; non possiamo sopportare lo spasimo del dolore che ci penetra fino nella midolla
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non possiamo difenderci, il piacere cessa e la sensazione, diventando insopportabile, ci induce a difenderci colla fuga o con vie di fatto da chi abusa
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, ma posa il piede nelle regioni misteriose del bello, del vero, del buono. Se non possiamo consolarci col pensiero di poter ricambiare i nostri
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cui non possiamo privarci con sufficiente prestezza del calore che continuamente si forma nel nostro corpo, o che riceviamo dall'esterno, proviamo un
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indivisibile e noi non possiamo averlo davanti alla nostra coscienza che come il guizzar di un lampo. Nello studio della nostra mente, si sarebbe fatto
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riflessione, per cui, in ogni caso, non essendo eguale il grado del lavoro mentale, riesce pur diverso il piacere. Possiamo figurarci di ricevere un
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quali possiamo comunicarci reciprocamente le nostre idee. La funzione del linguaggio contribuisce in piccola parte a formare il piacere complessivo del
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che divora di continuo il futuro, noi siamo rinchiusi nel ristrettissimo spazio del presente, dove appena possiamo muoverci e prender fiato. Avidi di
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affetti e per tutte le forze intellettuali. Anche le gioie dei sensi possono riflettersi nella nostra coscienza, e leggendo possiamo spesso vedere, udire e
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nell'esprimerlo. Un povero diavolo può essere così malconcio dalla natura, la quale ne ha voluto fare un mostro, che noi non possiamo difenderci dal
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torrenti. Altre volte l'intelletto ci procura indirettamente dolore, quando nella nostra opera riusciamo difficilmente allo scopo, o non possiamo
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scoraggiarsi: noi possiamo colla mente uscire dai limiti del nostro orizzonte materiale, ma non possiamo pretendere di abbracciare il cosmo in un unica
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generale la sensazione che ha il carattere specifico che noi possiamo esprimere con una formula, ma che non possiamo definire. Essa non esprime alcun
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possiamo leggere sul volto dei nostri fratelli, e anche degli animali, il piacere che essi provano. I segni sensibili, coi quali si esprime il
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piacere di cui sono suscettibili; ma noi non possiamo leggere la gioia che in quelli la cui fisonomia più si avvicina alla nostra. Nei pesci e nei
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in infiniti altri modi, fissandolo sulla tela o sul marmo. Noi possiamo in tal guisa aver comunanza di sensi con un artista che dorme da secoli nel
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dell'eccesso di sensazione che non possiamo sopportare, e, contemplando la gioia che si sviluppa negli altri, la riceviamo ancora in noi per riflesso. In
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fotografia intellettuale di noi stessi, sicchè non possiamo confrontare esattamente due momenti della nostra coscienza. Quando noi, godendo oggi per
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dell'occhio ed altre forme di fisonomia, possono rappresentare le passioni più diverse, e allontanandoci soltanto di pochi passi dall'uomo, non possiamo più
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, non possiamo a nostro solo vantaggio scindere o ruinare il capitale sociale col diminuire il valore del nostro individuo. XLVII. - Le forme della
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dei loro centri nervosi, ma al punto in cui sono le nostre conoscenze non possiamo nulla affermare di positivo. L'azione è per se stessa
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abbia invariabilmente fissato ad ogni individuo una certa misura di piaceri e di dolori, che noi possiamo accrescere e diminuire, senza mutarne però mai
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esiste ancora, e noi possiamo vantarci certamente di godere della tavola meglio dei nostri padri. Noi godiamo dei tesori dell'arte culinaria avuti per
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piacere dalla sensazione tattile del freddo e non già dal sapore; mentre di rado possiamo trovare piacevole un cibo per la sola ragione che è caldo
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stanno seduti, gli altri in piedi. Noi possiamo benissimo immaginarci la differenza di questi due pasti, senza essere Indiani o Svizzeri, purchè solo
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l'orecchio presenta quasi la stessa struttura di quello dell'uomo, noi non possiamo dire se il semplice esercizio di questo senso possa essere piacevole
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, perchè si allontanano dal tipo di perfezione estetica che noi riceviamo dalla natura nascendo. Così possiamo chiamar morbosi i piaceri di quelli che si
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, quando però i suoni non sono in tono minore. Così noi possiamo trovare molto interessante il semplice canto d'un contadino, il suono di una zampogna o lo
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complessità riesce già molto più sensibile, e il sentimento cammina di pari passo colla sensazione, per cui non possiamo separarli che facendo violenza
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i piaceri della vista è la mimica attiva e misteriosa dell'occhio, che noi non possiamo definire, ma che scorgiamo benissimo. Osservando attentamente
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. Noi non possiamo tollerarle a lungo che quando perdiamo nel sonno la coscienza delle nostre sensazioni, o quando ci troviamo in condizioni morbose. In
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sorgente di gioie immense. Quando abbiamo dinnanzi a noi un uomo, possiamo contemplarlo e analizzarlo da capo a fondo; ma se egli si allontana senza
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veder sorpresa la natura in un suo atto rapido e passeggero, per cui noi possiamo avere ad ogni istante sottocchio una scena che occorre in occasioni rare
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dell'ebbrezza, noi possiamo assistere allo spettacolo di un eccitamento di tutte le nostre facoltà; ma, più tardi, l'esaltazione disordinata ed eccessiva di
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possiamo trovarci nella calma più beata e senza un desiderio al mondo; ma se ad un tratto ci si presenta un magnifico fiore, o ci arriva all'orecchio il
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pena veder il compagno, l'amico restar lì impappinato, come chiedendo soccorso, mentre con una parolina o due lo possiamo levar d'impaccio. E c'è anche
resto, in quel codice supremo di verità, noi possiamo trovar anche altre conferme a quanto abbiamo detto. Non si accompagna forse alla legge severa di non
sempre meno del criterio di opportunità che noi ci possiamo formare, conoscendo la persona a cui vogliamo offrire il dono, e indagando, con un po' di
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confidenze non sono permesse che tra intimi amici, da cui veramente possiamo avere conforto e consiglio. Si deve cercar, invece, nel soggetto del nostro
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