. — Interpellanze del deputato Bon-Compagni circa gli atti di politica interna ed esterna del Ministero — Discorso del deputato Mordini intorno ad un fatto
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interpellanze dell'onorevole Bon-Compagni la discussione sarà impegnata sull'interna politica del Governo.
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Io non posso soffocare nell'animo mio il dubbio, se la politica iniziata dal presente Ministero e dal presidente del Consiglio che lo formò, non sia
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accingo a muovere, mi è mestieri estendermi ad alcune considerazioni per esporre il mio concetto generale sulla politica inaugurata dal signor
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di voler fare adesione alla politica costituzionale moderata. Al momento in cui si formò l'attuale Ministero questa maggioranza era costituita non
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possa condurre a questi termini, ma io credo e sono fermamente persuaso che la sola politica la quale possa dare autorità morale al Governo è quella
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esigenze di una buona politica, nè secondo la regolarità delle istituzioni costituzionali.
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Dopo Aspromonte nessun'altra politica era più possibile che una politica moderata e costituzionale. Se il Ministero, e particolarmente il presidente
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La politica costituzionale e moderata, quando sta nel vero suo spirito, è una politica essenzialmente conciliativa. Un grande atto di conciliazione
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Ma in questo caso vi fu certo una deviazione dalla politica che si era sempre seguita dal Ministero d'accordo col Parlamento, di provvedere cioè, a
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tanto più che, dopo una mutazione nell'indirizzo della politica, la quale non è contestabile che si facesse dal Ministero che era entrato in autorità
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Dirò ora una parola della politica nel Parlamento. Io domanderò ai signori ministri, domanderò a tutti se i lavori del Parlamento siano proceduti
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provincie avevano fatto vedere col loro contegno che non davano luogo ad alcuna inquietudine politica; tuttavia lo stato d'assedio fu mantenuto. Io non posso
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Una parola sulla politica estera dell'Italia.
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Ebbene, se voi faceste credere agli Italiani che noi non abbiamo iniziativa propria di politica, che noi andiamo a rimorchio della politica francese
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Io credo dunque che questa politica non possa condurci a salvamento per tre ragioni.
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Io credo che la politica estera dell'Italia non possa essere buona se non quando è buona la sua politica interna; l'avvenire d'Italia dipende in gran
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complesso della politica del Ministero nella sua formazione, nel contegno che ha tenuto verso i partiti, nell'aver lasciato scadere l'autorità del
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Come mai dopo aver fatto base della politica estera una maggior intimità colla Francia, il Ministero si trova più lontano che mai dalla soluzione
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A me pare che il Ministero attuale abbia seguito un altro sistema, mi pare che abbia aspettato salvezza dalla politica francese, che abbia voluto
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La prima è la più semplice di tutte, perchè questa politica non è riuscita, perchè mentre voi vi siete messi in più stretta intimità con la Francia
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Il conte di Cavour fu il grande iniziatore della politica della nostra indipendenza; egli non stette in seggio se non in quanto fu sicuro di avere la
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una politica propria; essi facevano un richiamo all'opinione del mondo civile affinchè ella avesse ciò che è suo diritto.
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La credo cattiva, perchè questa politica ci aliena l'Inghilterra, la quale contribuisce per una gran parte a formare l'opinione del mondo civile
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tutti gli anni della vita politica del Piemonte e dell'Italia centrale senza essermi fatto, che io mi sappia, un nemico…
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E qui mi si permetta di aggiungere che non è tanto il tristo effetto economico, quanto l'impressione politica, molto funesta, che importa grandemente
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necessità economica, sulla convenienza politica, sulla evidente giustizia che il Parlamento risponda volonteroso e concorde all'appello governativo.
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costituzionali, non vi ha parte dell'amministrazione pubblica, non vi ha punto della politica ministeriale che possa legittimamente sottrarsi
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in occasione di leggi di finanzi si può discutere sulla politica generale, ristrettivamente però a quelle parti d'essa che hanno relazione colla legge
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, signori miei, se tale è il vostro scopo, perchè andarci per cotesta via? In politica il miglior cammino è il dritto. In una casa si entra per la porta e
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divenuto suddito dello Stato, in tanto esiste, in quanto la legge politica dello Stato lo fa esistere; e la sua esistenza, come persona giuridica, non
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Accademia della crusca
