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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

519371
Venanzio Giuseppe Sella 38 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia G.B. Paravia e Comp.
  • Torino
  • Fotografia
  • UNIPIEMONTE
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2° Il raggio incidente ed il raggio riflesso sono sopra uno stesso piano perpendicolare alla superficie riflettente.

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Specchi piani. Per far comprendere in qual modo uno specchio piano produce l’immagine degli oggetti, noi nella figura sottostante supponiamo un punto

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di certe sostanze, come p. e. una lamina di tormalina tagliata parallelamente all’asse, quando la sua sezione principale è parallela al piano di

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far girare il piano di incidenza. Se, in una certa posizione, il raggio riflesso è nullo, il raggio è completamente polarizzato.

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naturale, ma solamente in un piano, nella così detta polarizzazione piana, e formano una spirale intorno alla retta stessa nella polarizzazione

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hanno agli orli. Havvi tre specie di lenti convergenti e tre di lenti divergenti. Le lenti convergenti sono: a lente bi-convessa, b lente piano

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, non è che un punto lucido posto in un piano perpendicolare all’asse della lente; ma se il piano si avanza, o si fa retrocedere, il punto lucido si

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estremità opposta contiene un diaframma. Questa lente acromatica è composta di una lente biconcava, o piano-concava di flintglass, e di una lente biconvessa

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di una superficie curva, mentre producono un’immagine curva di un originale piano. Quando l’operatore può trovarsi in così favorevole circostanza da

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piano del vetro spulito, o dove formasi la immagine degli oggetti. del cono di raggi che cade sopra di essa, ossia di allontanare la distanza focale

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piano convesse (ciascuna all’estremità di un tubo, e colla parte convessa rivolta all’infuori), e di una piccola lente biconcava a raggi eguali, posta

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Tutti sanno infatti che, date due prospettive prese dalle estremità di una base conosciuta, si può costrurre il piano ed il rilievo del terreno. Se a

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Così un oggettivo fatto per produrre un campo piano quando deve servire per pennelli luminosi molto obliqui, ossia per fotografare oggetti vicini

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; il campo è largo quasi 180°, e piano o curvo, secondo che si desidera; le linee rette non appariscono curve, non piegate nè verso il centro, nè verso

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trasfigurazione che coll’oggettivo semplice, il quale dà una immagine in cui le linee rette appariscono più curve, quantunque produca un campo più piano. La

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condensatore, ossia col mezzo di una lente piano convessa più grande dell’oggetto a copiare. I piccoli bassi rilievi si possono copiare in questo modo

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Uno specchio piano A (fig. 42) riflette i raggi del sole nel condensatore B, che è una lente piano-convessa posta colla sua parte convessa vicino

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Se invece di usare il cielo per fondo si pone un riflettore piano, o curvo, in modo da riflettere nella negativa la luce del cielo, non vi sarà alcun

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aplanatico, e si vuole ottenere un ingrandimento un po’ forte di un oggetto piano, si trova che il foco pel centro è molto più breve che per la

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apparisce come se fosse disegnato su di un piano secondo le leggi della prospettiva, nelle quali s’immagina che tra l’occhio dell’osservatore ed il corpo

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tale raggio gli giungesse da un punto a, là dove la retta A o incontra il piano mn del disegno. Si rappresenterà adunque sul disegno il punto A con

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1° Che sul piano del quadro fosse segnata ciascuna delle prospettive del corpo conveniente a ciascun occhio;

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. Noi qui, a costo anche di ripetere parte del già detto, procureremo di renderne più intelligibile la dimostrazione. 1° Se si suppone che il piano

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°; ed un piano che divida per metà quest’angolo deve essere parallelo ai piani in cui si pose le due immagini, e perpendicolare al piano in cui vengono

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Se si ha un corpo geometrico avanti agli occhi, è facile il costrurre sopra un piano la prospettiva che conviene a ciascun occhio, e si hanno regole

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che esse siano molto vicine, sia che esse siano tra loro più distanti. In questa maniera le due immagini, producendosi sopra di uno stesso piano, si

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piano in cui si fa l’immagine senza preventivamente lasciarla toccare o guastare dalla luce. Questo quadro o telaio, che tu chiamar lo voglia, è ciò che

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verso gli oggetti a riprodurre e deve occupare esattamente il piano (a meno che la lente non abbia fochi coincidenti, come vedremo presso il collodio

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focale per cui l’angolo del cono di raggi è molto ottuso, ed il foco che si forma nella sua sommità non è distinto che sopra un sol piano perpendicolare

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piano, e che il foco non è realmente giammai un punto geometrico, perchè nell’acromatizzare la lente non si tien conto di tutti, ma solo di due raggi

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curvatura dell’immagine formata dalla lente, mentre il vetro spulito è piano, per cui verso le estremità esso è più lontano dalla lente che verso il

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diminuita dalla grande apertura angolare che esso deve avere, per cui il suo foco non è profondo, ma è limitato quasi ad un sol piano verticale, o ad una

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sufficientemente piano e sufficientemente privo di trasfigurazioni provenienti dall’aberrazione sferica, ossia si viene a conoscere se l’oggettivo è buono

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Infatti, suppongasi un piano verticale che passi per AB e per O, questo piano comprenderà la verticale Oo, e siccome questa taglia il vetro in o, ne

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certa distanza da O, ma sempre sulla retta che congiunge B con O. L’immagine di AB non può dunque essere fuori del piano che passa per AB e per o

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taglierebbe il piano del vetro. Le immagini di questi spigoli saranno solo parallele tra loro se il vetro sarà verticale. E più in generale: le immagini di

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sufficientemente inumidito; 2° incolla con amido i margini del foglio stesso in una tavola apposita, oppure sopra un cartone ben piano; 3° con un

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eccedente, poscia porta di nuovo il bacino sopra il calore del forno, lasciandolo ben piano alla dovuta distanza, oppure girovagandolo celeremente per ogni

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