obbiezione fondamentale che quella fatta dal Brunelli («L'Arte», 1906, pag. 395) alla storia del Quattrocento catalano condotta dal Sampere y Miguel: «l'A
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Roma» e l'altra definizione (a pag. 23) di «G. B. Tiepolo convinto restauratore dell'arte di Roma antica... »; si ha quasi l'impressione che si tratti
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E molte altre cose non vorremmo. Per esempio la confusione - egli pensa: la fusione - tra arte e scienza che si rileva da parole a pag. 622, ed anche
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Vediamo ancora: a pag. 124: «Simone di Martino (1283?-1344) pur cresciuto dal ceppo duccesco, ruppe dall'interno questi stanchi involucri adusati
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mattonose e compatte. È una disdetta. Apriamo a caso (pag. 183, paragrafo: «Bronzi e ferri battuti »): «Conte di Lello eseguì le due cancellate del Duomo di
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sono rarissime» (pag. 210), ma il Dami non pare accorgersene; Duccio ha già per noi tutti i prodromi delle blandizie lineari di Simone, ma per il Dami
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A pag. 27 il Frangipane ricorda che Preti, per Genova e precisamente per il Marchese Brignole, fece la Resurrezione di Lazzaro e un altro quadro con
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Alla svalutazione dell'arte romanica italiana tentata dal Mâle nel noto articolo della «Gaz. d. B.-Arts» (vedi pag. 443), il Porter replica
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L'opera è senza dubbio la stessa citata al Louvre nel vecchio catalogo del Villot (1869, pag. 322) al n. 530 della Scuola Italiana, con questi
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avevo già comunicato per lettera al Voss, che senza specificare ne fa cenno nella sua voce del «Künstlerlexikon» del 1920, XIII, pag. 411); così non
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