per assurdo, È carcere, mentre quello del Bernini è paesaggio e teatro: non ci si sta bene, dentro, e per sfuggire alla strettoia non ci sono che
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l’unità plastica del monumento esige una veduta unitaria secondo giuste prospettive, un paesaggio architettonico, in cui ci si muove, deve avere
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dello spazio interno come esterno e quasi paesaggio, da percorrere per itinerari tortuosi, con molti motivi di sosta e di deviazione.
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avendo alle spalle, come un fondale, quell’armonico insieme di paesaggio e architettura, di natura e artificio. Più precisamente, l’architettura è
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La scena del Juvarra è insieme architettura e paesaggio: quand’è paesaggio forma atrii, arcate, corridoi; quand’è architettura, ha colonne come
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Come architetto, non ammette la complementarietà di spazio architettonico e spazio naturale: la comunicazione è libera, il paesaggio è natura
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suoi ritratti; Turner aspira addirittura a fare del paesaggio una pittura di storia. E si spiega. L’arte italiana, come la descrivono gli scrittori
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paesaggio, come veduta parziale e unilaterale, offra una rappresentazione soddisfacente della natura, i cui aspetti sono mutevoli e infiniti; ma è da
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paesaggio, indefinito e lontano, o tra la singola persona e la società come un tutto o tra società e natura, è ancora la ricerca di un’associazione di
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relazione. Quel tratto di paesaggio diventa, nei ritratti di Reynolds, estremamente preciso: par di toccare la corteccia degli alberi, di sentire stormire le
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sorprendente ricchezza d’argomenti, che spiegano perfettamente il carattere della pittura di paesaggio della seconda metà del secolo e le ragioni della sua
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unitariamente bellezze «disperse» ricalca, applicandolo al paesaggio, il concetto classico del bello. Ma questo concetto non ha più alcun valore teoretico: si
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veramente un pittore «di storia»: Reynolds risolve il problema nel ritratto, Turner nel paesaggio, lo stesso Bonington, che pure opera in un clima
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È chiaro che, se all’origine della pittura di paesaggio sono immagini mentali o mnemoniche (come quelle della «storia») e la mente dell’artista è
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bisticcio, potrebbe dirsi che i giardinieri inglesi, non diversamente dai pittori di paesaggio, vogliono educare la natura a essere naturale: che non è
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caratteri e di casi umani, di cui è fatta la società. Non bisogna dimenticare che la teorica del «sublime» appare quando il paesaggio chiaro ed aperto dell
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coscienti e partecipi di quel travaglio storico e sociale, non meno di Turner quando dipingeva (lui paesista, ma persuaso che la pittura di paesaggio
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