considerato il migliore dell’artista, continua la precedente solitudine, accentua, articolandosi in un denso cromatismo, la visione lirica del paesaggio. Nel
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guardino ai risultati, dunque, e si commuovano, come vogliono le opere del Maestro, dinnanzi allo splendido paesaggio cubista dei «Fumaioli di Villauris
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costruire qualche altra cosa di ugualmente solido e possente; egli arriva alla definizione tattile dello spazio interiore: dove uomo e paesaggio
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in una certa misura divisioniste, a «La Ciociat» (1907) e «Paesaggio di Provenza» dello stesso anno, opere, queste due, inconfondibilmente fauves, ai
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avvio: si noterà subito che l’artista mal si adattava a contenere le sue emozioni dentro schemi di paesaggio o di composizioni precostituiti; quanto
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indicativa; già si aprono («Paesaggio» 1910) nelle superstiti visioni naturali dell’artista, elementi che non esistono nella realtà visiva, già si
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; senza contare un contatto col raffinatissimo delirio di Wols, reso come paradisiaco; e poi, per continuare nell’elenco il Paesaggio 1952, Mantes-La
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Studio per un ritratto di Van Gogh N. 1 — il più sobrio di tutti — e in Figure in un paesaggio 1956; il Kokoschka del 1913, cioè dei ritratti dai
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dopo il 1940. Qui l’artista eccelle in tutti i generi, dal paesaggio alla natura morta, al ritratto, all’autoritratto. Ma in questa sala, come nelle
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paesaggio con la luce bianca sul mare, a quello della spiaggia deserta, rigorosi e inconfondibili. E che dire della giovanissima Titina Maselli, del
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dolcezza...», e accennava con la mano bianca, le dita aperte l’azzurro del paesaggio.
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paesaggio o natura morta, così come noi siamo abituati a ritrovare nel cammino dei maestri della «generazione di mezzo»; la materia pittorica è il colore ad
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in Paesaggio 1923 della Collezione Mattioli, esposto quest’anno anche alla Galleria civica d’arte moderna di Torino nella «Mostra dei capolavori nelle
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esempio del tipo de «Il macello» della collezione Natale; per finire con quel «Paesaggio di Poggio a Caiano» della Collezione Filippo D’Amico (1922), dove
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schiena, dalle cluni divise, su fino al collo, esile ed energico: una prospettiva plastica, ricca e levitante come un paesaggio. Si giri intorno alla
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Noi siamo invece dell’idea che un ritratto cubista di Picasso, una natura morta cubista di Braque o un paesaggio di Gris siano assai più mossi della
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rinascimentale; in Picasso figura e paesaggio si articolano senza fatica, consapevoli della loro nuova misura. In Severini il gruppo delle «danzatrici» è ancor
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1908. Punti di contatto con Kirchner («Ritratto di Schapire» 1911) e con Nolde («Paesaggio norvegese» s.d.) si notano nello sviluppo dell’arte di
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Guttuso più intenso: «Colombe, paesaggio di neve» e l’altro del comignolo e del cielo nero col fumo.
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