padrona si volse un poco a guardarlo, senza però muover le mani dal grembo: e la vecchia pareva a sua volta godersi la loro curiosità. - Come ti chiami
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davanti alla bella padrona di casa: per lo più erano uomini, ma uomini piuttosto invalidi, vecchi parenti, un capitano di porto a riposo, un prete, un
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intravidi la balia con una grande scodella in mano: mi guardò con l'avidità con cui mangiava: avidità di sapere perchè ero lì. La padrona la chiamò, le
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sofferenti. Anche la padrona era ricaduta nella sua triste indifferenza: lasciò che Albina le prendesse di grembo il bambino già di nuovo addormentato e lei
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- Come il tempo è passato! - proseguì la padrona, muovendo qualche passo nella camera rischiarata dalla sola fiammella nel bicchiere. - Mi sembra
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fu deciso che momentaneamente il bambino restasse in casa. Allora il cieco si calmò; anzi parve cercar di sparire, per non dar noia alla padrona: andò
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Elisabetta, nonostante i suoi dubbi, difese il padrone. - Ma non vedi piuttosto che rassomiglia alla padrona? Gli stessi occhi, lo stesso modo di guardare
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? - Giacchè non sappiamo altro nome chiamiamolo così. Allora cominciarono a chiamarlo Elis. Albina credeva che la padrona protestasse o piangesse: la
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loro. Anche il cieco era venuto piano piano a mettersi in una piega del muro, cercando di non farsi vedere per non irritare la padrona, ma odorando
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