In che modo studiai la lingua? In un modo semplicissimo, per il quale non occorre il calamaio. È la buon'anima di mio padre, dantista appassionato
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che ci occorre di dire spessissimo: PADREGGIARE, d' un figliolo o d' una figliola che somiglia al padre, o, come si dice famigliarmente, che tira dal
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padre e dalla madre. Che figura farebbe un padre che dicesse al suo figliuolo: - Caro mio, tu hai dieci anni; in materia di lingua io non son più in
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non è accompagnato dalla cura continua di parlar bene, se non è vigilato, illuminato, corretto assiduamente dal padre e dalla madre, se non si riduce
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dimenticare? Mo' ci pare! Venga qua, s'accomodi bene. Godo di trovarla in buona salute. E il padre suo di lei? E la ragazzola? E quel bazzurlone di suo cugino
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a deStra e procedetti fino a una chiesetta, cinta di cipressi, della quale mi sovvenne che m'aveva parlato mio padre, quando mi narrò la sua gita al
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parola o una frase nuova, di cui il padre e la madre ridevano: ne ridevano la prima volta, poi ci s'avvezzavano, e poi dicevano quelle parole e quelle
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