foresta. - Padada non si era ingannato, - disse Yanez, dopo essere rimasto qualche po' in ascolto. - Sì, qualcuno si avvicina, - confermò il meticcio
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che avesse pensato ad opporre qualsiasi resistenza. Padada aveva mandato un urlo terribile, credendo di cadere fra le mascelle di quei formidabili
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sospettoso che tradiva una coscienza poco tranquilla. - Padada, - disse l'europeo con voce secca, mentre appoggiava la destra sul calcio d'una delle due
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una sorpresa. Ne aveva contati sei, quando Padada comparve, correndo a corsa sfrenata. - Ebbene? - chiese Yanez, muovendogli incontro. - Il grosso che
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? - Che cosa è avvenuto, signore? - chiese finalmente Padada. - Non riesco a spiegarmi come io mi sia addormentato di colpo, dopo la stretta datami
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carotidi contro la colonna vertebrale. Allora si vide una cosa assolutamente strana. Padada stralunò gli occhi e spalancò la bocca come se si fosse
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Accademia della crusca
