ha fiori di color rosso. Le razze a fiori bianchi di solito danno origine a tutte piante con fiori bianchi, ma Bateson e Punnett ottennero una volta
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Quando l’individuo ha raggiunto il massimo suo sviluppo, esso, in generale, se è completamente vitale, si riproduce, dando origine a uno o più
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equazionali danno origine agli «spermatociti di I ordine». Ciascuno di questi si divide due volte dando origine a quattro «spermatidi», che, senza più
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Nella oogenesi, parimenti, le oogonie — dopo essersi accresciute enormemente e caricate di materiale nutritizio, o tuorlo — danno origine agli
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aploide. La mitosi che dà origine agli oociti e spermatociti di II ordine cioè la prima divisione di maturazione è la divisione meiotica o riduttiva
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però ingannare: la loro origine è da due cromosomi appaiati, e si tratta perciò di gemini, in cui ogni elemento si è già scisso in previsione della
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(che è diploide, come s’è detto) per fusione col secondo nucleo maschile, aploide, prende origine una cellula triploide, (cioè con 3n cromosomi) che
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regola, dà origine soltanto a maschi: questo modo di partenogenesi si chiama perciò anche p. arrenotoca.
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cromosoma d’origine paterna e quello d’origine materna si separano alla meiosi, e vanno in gameti diversi. In generale i due cromosomi omologhi non sono
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sul fuso della divisione maturativa in tutti e quattro i modi possibili, con egual frequenza, dando così origine a otto categorie di gameti egualmente
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accade nella riproduzione vegetativa, sono qui sempre cellule sessuali, vere e proprie uova, che danno origine al nuovo organismo.
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’origine di specie nuove, com’è ammesso da alcuni autori.
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In molti incroci fra le piante, e in alcuni anche fra gli animali, gli ibridi sono normalmente fertili nei due sessi, e possono dare origine a
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Questo problema, com’è noto, fu affrontato dal Darwin, che gli dedicò un’opera particolare, e che dall’origine delle razze per effetto della
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famosa opera sull’origine della specie per selezione naturale. L’evoluzionismo tosto si affermò, ed acquistò in breve una importanza eccezionale. Chi
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, non riuscirebbero mai ad emergere. Se il Morgan, nel 1910, non avesse isolato quell’un maschio con occhi bianchi (white), che divenne l’origine di una
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dei gruppi atomici, o molecole, tali da dare origine a sostanze diverse. L’effetto della ionizzazione può essere dunque, in ultima analisi, un
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La poliploidia può quindi talvolta dare origine a specie o razze nuove, ma non deve concludersi che questo sia un fenomeno generale.
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contengono necessariamente l’idioplasma; ma, quando l’uovo fecondato si segmenta e dà origine ad un nuovo individuo, l’idioplasma non si trasmette
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anche mutazioni tetrasomiche (2 n + 2), per esempio in Datura, che possono dare origine a tutti gameti eguali (n + 1) e con genomi equilibrati, ma
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origine a tutte cellule con cromosomi frammentati, da cui si svilupperanno varî organi del soma. L’altra invece, dividendosi, darà origine a una cellula con
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cellule progenitrici dei gonociti, che alla quinta generazione, invece di dar luogo a una cellula germinale e a una cellula somatica, danno origine a
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origine agli elementi germinali, e così si
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origine a femmine, quelle più piccole a maschi. Anche nei Fillosserini e nei Chermesini le uova destinate a dare maschi sono diverse, per dimensione o
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il cromosoma X, nel tipo Protenor e Lygaeus, danno origine a femmine, quelli con O o con Y a maschi. Negli uccelli e nelle farfalle sono invece le
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con sei cromosomi e uova tutte con sei. Poté osservare anche che le uova fecondate erano di due tipi: con 11 cromosomi, che davano origine a maschi, e
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Alcuni casi di partenogenesi parlano in favore del determinismo cromosomico del sesso: nelle api le uova fecondate danno origine a femmine, quelle
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nel senso di una parentela, ossia di una comunanza di origine più o meno remota.
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proboscide materna dà origine ad un maschio normale (E); se viene tolta precocemente da tale sede dà origine ad intersessi maschili (F) o femminili (G, H
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la cellula cui apparteneva avrebbe dovuto dare origine, sono dunque capaci di formare un embrione intero, contengono perciò i determinanti di un
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Un altro importante problema si pone, infine, ed è in sostanza quello da cui ha preso origine prima tutto lo studio dell’eredità: il problema
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: l’origine della specie. — § 5. - Le variazioni ereditarie. — § 6. - Valore evolutivo delle combinazioni. — § 7. - Valore evolutivo delle mutazioni
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§ 4. - Il problema dell’evoluzione: l’origine della specie.
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soprattutto, alla ricerca dell’origine e dei rapporti di discendenza dei gruppi più comprensivi: sono ben note, per citare soltanto un esempio, le interminabili
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È questione opinabile se, una volta risolto il problema dell’origine della specie («microevoluzione») possa considerarsi risolto anche quello dei
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L’indagine sull’origine della specie deve dunque rivolgersi a questi due punti fondamentali: l’insorgenza di diversità nel seno di una specie, cioè
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Questo è sostanzialmente, il modo di origine delle specie secondo le vedute della genetica moderna mirabilmente riassunte nel recente libro del
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d’una data specie sono sempre esistite, e quindi a rinunciare a cercarne l’origine. Ora, come ben fa osservare il Dobzhansky, se tale teoria può
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Parte molto importante di questa ricerca è infatti lo studio delle razze in natura, per vedere se la loro origine e il loro differenziamento
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Senza entrare in discussioni sull’origine e la distribuzione primitiva dei gruppi sanguigni — argomento ancora molto incerto — basti rilevare qui che
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neoplasie, che i patologi distinguono in base a caratteri istologici diversi, e che probabilmente hanno origine differente; e inoltre è certo che nella
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Vandel, A. - L’origine primordiale des cellules reproductive». Revue gén. des Sciences (Doin, Parigi), 1937.
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Artom, C. - L’origine e l’evoluzione della partenogenesi attraverso i differenti biotipi di una specie collettiva (Artemia salina), con speciale
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Arcangeli, A. - L’ermafroditismo negli Isopodi terrestri. Ipotesi sopra la natura e l’origine dello stesso e considerazioni su quello di altri
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Cotronei, G. - L’origine della vita. Boll. FiloS. Pont. Ateneo Seminario Romano. I, 1937.
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Ghigi, A. - L’origine della specie nella odierna biologia sperimentale. S. /. P. S., XX, 1931.
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Vialleton, L. - L’origine degli esseri viventi. L’illusione trasformista, (trad, da C. Matthey). Milano, Soc. ed. Libr., 1935.
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Origine della specie, 362.
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§ 4. - Il problema dell’evoluzionismo: l’origine della specie 363
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sposano invece individui affetti dallo stesso carattere, dànno origine a 3/4 di figli provvisti e a 1/4 di figli privi di quel carattere:
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