Ma non si tratta, ora, di giustificare «storicamente» i mutamenti avvenuti nel campo della critica consecutivi a quelli avvenuti nel campo del fare
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Ma cerchiamo ora di analizzare un po’ più minutamente la serie dei «buchi» e dei «tagli».
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Tutte le opere di cui abbiamo discorso sino ad ora furono battezzate da Fontana col generico nome di «concetti spaziali», titolo che doveva rimanere
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dissimile da quella che siamo venuti esaminando. Naturalmente negli anni successivi molti artisti (che ho or ora nominato) si sono andati
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riaccostarsi a un genere di arte neoconcreta, non lontana da quella degli artisti ora ricordati, anche se basata sopra ricerche d’ordine percettivo e
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E, non a caso, dico «cosiddette opere d’arte» a suggerire, sin d’ora, come spesso tali opere siano solo per mera convenzione da considerare tali
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mi si consenta, a questo proposito, una citazione da Husserl1, che, riproposta oggi, a distanza di tanti anni, appare ancora premonitrice. «Ora, i
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Mentre l’altro aspetto spiega - per citare ora soltanto alcuni scultori - le scarne strutture degli spagnoli Alfaro e Gabino, degli italiani Garelli
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tecnologici, con i rifiuti di macchine e residuati metallici, che aveva costituito una fase immediatamente precedente a quella che ora abbiamo esaminato
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Se confrontiamo, ora, le opere di tipo oggettuale e «primario» nostrane con quelle d’oltreoceano, vedremo che il distacco è notevole, come lo era
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contesto del dipinto assumeva una sua double articulation (alla Martinet). Ora per contro non si tratta più d’una doppia articolazione nel caso dei
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Come è facile scorgere - e credo sia opportuno sbarazzarsi sin d’ora da questo problema tra i più annosi e costantemente ricorrenti in ogni
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esprimere attraverso le viete figurazioni naturalistiche (e neppure attraverso quelle d’uno stantio surrealismo), viene ora riproposto attraverso
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progettativo. Ora, non è che voglia rinnegare queste mie affermazioni, ma vorrei solo sottolineare alcuni pericoli che, proprio per una certa qual unificazione
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maggiore che nelle epoche in cui l’arte procurava già di per sé un completo soddisfacimento»1; e ammonendo, anzi, che ciò che in noi ora è suscitato dalle
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, preziosa per la sua unicità. Ora, pur non intendendo rinnegare queste mie affermazioni, vorrei peraltro sottolineare come, per il fatto di essersi poste
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Se, ora - per venire finalmente alla cronaca di cui dovevamo trattare -, diamo uno sguardo al panorama che la Biennale di quest’anno ci presenta
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della penisola dall’autunno (1968) ad ora e che hanno avuto come protagonisti, in parte almeno, gli artisti che appartengono a questo indirizzo dell
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’ogni attività ideativa e speculativa dell’uomo. Ora, mi sembra indispensabile riconoscere la possibilità d’un articolarsi del pensiero anche in assenza d
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in Gianni Colombo e Enzo Mari), dobbiamo ora prendere in considerazione altri due artisti che - pur appartenendo alla corrente non-figurativa - fanno
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» dell’arte cinetica e programmata, dopo aver assaporato le leccornie del pop americano, ora la nuova corrente dell’«arte povera», tosto sfociata nell’arte
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Ma ora - a partire circa dal 1968, con la prima esplosione dell’arte povera a Torino (Merz, Zorio, Boetti, Anselmo) e in altre città: Prini a Genova
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Era ora, del resto, che dal plein air malamente imitato e copiazzato gli artisti arrivassero a un plein air vissuto e ricreato. È vero; c’erano già i
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futuro, ma significa comunque la possibilità d’un confronto diretto e d’un diretto rifiuto. Il che prima d’ora non era possibile.
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linguaggio in se stesso a presumere l’immagine; ora è l’immagine (presunta) che tende a illustrare l’enigma del linguaggio».
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sonorità gutturali, ora flebili ora roche e strozzate, ora taglienti o persino dei profondi e cavernosi falsetti baritonali. Ma più che l’effettivo
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Ora, non è chi non veda che, per quanto si riferisce all’arte, questa è sorta e si è sviluppata già in epoche prestoriche (e preistoriche); e adotto
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A credere in una simile evoluzione della situazione artistica e in genere creativa ci porterebbero alcuni, per ora timidi tentativi già in atto e che
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L’errore dei non-marxisti è spesso quello di non accorgersi di quanto detto ora, e dei rimbalzi e contraccolpi che si determinano in tutta quanta la
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evidente dimensione sintattica, della stessa del legame e del nesso - ora lasso ora stretto - intercorrente tra i «segni» del nuovo linguaggio visuale
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degli sfondi, ora d’un chiarore madreperlaceo, ora d’un cupo bagliore crepuscolare, ora incandescenti, ora opachi, che accolgono i suoi ghirigori i suoi
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inesausti e inesauribili ghirigori delle sue composizioni, ora vaste ora minute, ora a raggera ora a spirale, quasi sempre accompagnate da una serie
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Eppure, a prescindere dalle più sottili distinzioni di scuola e di stile, già sin d’ora viene delineandosi un aspetto che non a caso ho voluto
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ed erigerle a legge: se un Alviani, un Mari, un Soto o un Mavignier (artista brasiliano residente ora a Ulm) costruiscono le loro opere seguendo uno
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