posto dove un tempo s' abboccava di nascosto con la sua bianca Lilia. Questo accadeva verso l' ora di colazione; e da quell' ora fino al momento del
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sa come, egli si trovò di nuovo in giardino, sotto le piante, per quei lunghi viali che ora gli parevano eterni. Ogni cosa era bagnata dalla pioggia
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cadeva di lì a qualche giorno. A un tratto, si sentì tirare per il lembo della veste, si chinò e raccolse Bellino. - Come mai, Bellino, a quest' ora
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. - Ve lo dirò domani, se state quieti: ora bisogna tornare a casa - rispose Dodò - perchè la padrona ha ordinato alla Letizia che le rifaccia il letto
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A questo punto Dodò tacque, perchè era l' ora del pranzo. Quel giorno la contessa stava meglio assai, e volle che i topini mangiassero sul letto con
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matti, la quale non tollerava nemmeno che il fanciullo alzasse gli occhi durante quell' ora che lei gli stava davanti. Qualche giorno dopo che la Ninì
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sportellino, il topo straniero spiccò un salto, e si rincantucciò accosto alla parete di fil di ferro. - Ora diamogli subito qualcosa che ili piaccia
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volentieri. Il nome di Mimmì rimase dunque al topino bigio. Di fatti, quello di Rosicalegno non gli s' addiceva più, ora che egli rosicava de' biscotti
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del Re. Il giorno che la contessa l' aveva ordinata, era stata un' ora d' orologio in colloquio col cuoco, scervellandosi a trovar tutto quello che ci
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contessa. - Ma il povero Ragù ha presa una malattia sotto le armi, e ora, Nello mio, bisogna che tu lo consideri come un veterano inutile al servizio
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Caciotta e Ragù, che la fame a quell' ora la vedevan per aria, vi corsero sopra, senza punto aspettare d' esser serviti. Ma il vassoio era caldo, e i topini
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Caciotta! - In quel frattempo la Letizia aveva preso la topina in mano, e l' andava palpando da tutte le parti. - Ora capisco! - gridò alla fine. - Sa
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qualcuno, e poi, lesta come un razzo, corse dalla parte della Caciotta. Era Ragù che avendo inteso tutta quell'ira di Dio, andava, ora che non c' era più
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cinque piccolini, vispi come tanti demonietti, che ora si rincorrevano fra loro tirandosi per un orecchio o per una zampina, ora si ruzzolavano facendo
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, spiccava un saltino, e su, tornava a rincantucciarsi fra' suoi libri per dormirvi qualche ora prima di ricominciare a mangiare. La Lilia, una topina che
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le canzonature, badava a lacerare della carta, e a tirare ora qua ora là della tela, rassegnato, ormai, a ubbidire a quell'aristocratico di Dodò, e a
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trovare. Era sotto un mobile, sopra un altro, dietro un cuscino, in posti sempre nuovi e inaspettati. Questo capriccioso d'un topo ora voleva star al
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' era fatta una cuccia di giornali vecchi, dove andava a sonnecchiare dopo la colazione fino all' ora del pranzo. Fin da' primi giorni aveva dimostrato
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per terra e s' era mezzo slogata una gamba, non c' era più verso di farlo muovere altro che su' tappeti. Ora, quando voleva scender di tavola, s
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moglie - ora andiamo a desinare. - A punto la Letizia stava apparecchiando. In quel frattempo, i topini domandavano tutti a Dodò: - Ebbene, hai capito
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: - Ah Dodò, se lo fai un' altra volta!... - Magari - pensava Dodò, ora che si sentiva al sicuro; e quando la contessa se lo trasse dal petto, egli le
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