ora si vede, chi vorrebbe adesso guardarla? Ci sono dei colori che crescono o imbrunano, altri che scemano o sbiadiscono, altri finalmente che restano
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abbagliata, ed ora più che vederlo, s’indovina. Anche in ciò, Paolo Veronese aveva ragione di non prender tante cose in considerazion. Forse dice bene il
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dei ritratti molto notevoli per brio di fattura; ma ora, pieno il cervello delle sue scoperte, volando ne’ cieli dell’arte vecchia, si contenta di
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. Il suo pennello ora satirico, ora sentimentale, ha non di rado qualcosa dei sermoni di Gasparo Gozzi. L’avere la mano assuefatta anche al dipingere in
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poteva credere che il ponte fosse detto per ammirazione ponte del Paradiso; ora si pensa all’antica famiglia patrizia dei Paradiso, che possedeva
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In questi lavori di restauro, ne’ quali bisogna seguire ora per ora le malattie dell'edificio, malattie diverse, quasi nascoste, e provvedere tosto
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dipinti. Nel mezzo è l’altare tutto a trafori, con la cassa di marmo, in cui fino al 1811 era stato nascosto il corpo di Marco evangelista. O pensate ora
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comperato da un francese, che, morendo, lo lasciò ai poveri della parrocchia di San Luca, ed ora è amministrato dalla Congregazione di Carità, la quale
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facchino, onesta gente, ancora fanciullo, rubando una mezz’ora al suo mestiere di fattorino di bottega, correva nelle chiese a disegnare ornamenti e
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principiato benissimo. Apriranno gli arconi del piano terreno, che ora sono murati; manderanno via la botteguccia da caffè, che ora nasconde barbaramente il
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difficile pregio delle statue onorarie.; ma il Rivalta si va ora slargando troppo nello stile, e diventa un po’alla volta professore. Una sera — non
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Del Ferroni, che aveva smesso di dipingere, ma che ora, per fortuna, ripiglia, vedemmo nel negozio del signor Pisani un quadro piccolo piccolo
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ora di figure, ora di paese, che valgano a farla sempre più viva, sempre, diremo, più naturale.
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valente artefice, che abita in Firenze, ci capiterà un’altra volta l’occasione di ragionare. Non ne diremo dunque altro per ora.
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. In quel torno, l’anno 1855, s’aprì la mostra universale di Parigi. Tra gli altri v’andò un pittore, che prometteva bene e che ora vive a Londra, il De
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Ora è il rovescio: bisogni ideali assai fiacchi e bisogni materiali prepotentissimi.
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Ora noi, da più di quarant’anni a questa parte, viviamo in una condizione unica nella storia degli uomini: non abbiamo nessun carattere di arte; ci
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Ora la Roma papale è morta. Bisogna inaugurare l’arte della Roma italiana.
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, che invadono gli orli dei tondi, dei vassoi, delle coppe, delle insalatiere, delle zuppiere, senza badare alle curve, ora distendendosi sui piani, ora
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A Milano le vecchie porcellane non manifestano un carattere proprio: ora imitano un po’le francesi, ora un po’le germaniche, ora quelle delle altre
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nuovi; ma ora si travagliano a liberarsene, guardando solo alla natura. Le tradizioni non li impacciano, poichè le opere de’ loro vecchi artisti
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pittorica, è la seguente: che il quadro sia dipinto bene. Ora il quadro del Bouvier è dipinto fin troppo bene. Ne devono essere contenti i miopi ed i
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storia? L’Hayez dipingerebbe ora la sua Sete dei Crociati, e il Malatesta la sua Morte di Ezzelino? L’Ussi medesimo, che è giovine, farebbe adesso la
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miracolo che ora vediamo.
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sfacciata menzogna. È bella: ha tutti i vezzi, tutti i modi di seduzione. Ora si veste con la semplicità di una santa, ora con i fronzoli di una
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inchinarsi; ora provatevi un po’a pronunciare il nome del più grande scultore d’oggi, e tre quarti degli artefici che vi ascoltano faranno spalluccie
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per questo conto quasi la prontezza della poesia e della musica. Ora, nell’arte odierna, la importanza, cioè la novità e la potenza vera di un’opera
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Noi non esaminiamo ora se si operi bene o se si operi male; ne importa solo accennare a questo indirizzo dell’arte, la quale dappertutto s’affatica a
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, e trova in questo materia sufficiente alla incarnazione d’ogni suo sentimento. Il Vela ora pittureggia invece per natura ed ora naturaleggia, maestro
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del cervello di un artefice è l’arcano impenetrabile dell’artefice — paiono concepite nella mente dell’autore durante un’ora di serenità mezzo pensosa e
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sapore di germaniSmo. Gli artisti tedeschi tentano ora invece di sciogliersi da ogni tradizione, di uscire da ogni confine: sono francesi, fiamminghi
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lunghi intervalli, con l’animo ora lieto e ora triste, ora benevolo ed ora dispettoso, ma sempre col desiderio di scoprire il fondo del vero e con la
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più del forestiere che dell’italiano, e il concetto ora si ferma a viete composizioni, ora si compiace di scene comiche o drammatiche, informate ad
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scene lasciano quasi indovinare i casi passati e i futuri: sono compiute commedie, ora gaie, ora lacrimevoli. — Un uomo giovine e robusto, che ha
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vengono a studiare in Italia, altri vanno a Monaco, altri a Parigi; talchè si sente l’influenza ora de’ vecchi Veneziani, come nel Barzaghi-Cattaneo
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commendatore Verboeckhoven sembra adesso falso, liscio, lucido, pittore da porcellane.Il commendatore Willems si conosce ora per un abile facitore di
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Una sera, nell’ora del crepuscolo, scendevano da Castel Sant’Elmo uno scultore di Bologna, montato sopra un piccolo asinelio grigio, un architetto di
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meno, egli si compiacerebbe di essere fatto in tal modo. Ora la singolarità schietta è inconscia di sè, quasi paurosa e vergognosa di farsi vedere nuda
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, degni di essi medesimi; nè, mentre pur vedono ad ogni ora il loro stupendissimo e vario mare, hanno mostrato niente di pittura marina.
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del Senato e getta sulle tavolette qualche rapida nota? Chi non ricorda il Plauto del Miola, esposto a Parigi? Oh come diverso ora questo suo
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gli Emiliani ecco il Busi bolognese, che, dopo essere piaciuto a Milano con una tela tutta gialla, vorrebbe piacere ora a Napoli con una tela
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Tabacchi ha tanta forza nel suo cervello da rifare il cammino, che lo menerebbe ora al precipizio, e da pigliare quell’altra strada, la quale, salendo
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, vomitato, e ribevuto e rimangiato e rivomitato. Non hanno neanche avuto il tempo di inghirlandarsi di rose. L’ora della loquacità è passata. Non si odono
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stare della persona. La donna in questo è assai più fortunata. Ora stringe ed ora allarga il tondo delle gonne, ora scema ed ora cresce la lunghezza del
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contentato di emulare la pittura; ha voluto emular la natura con certi suoi busti d’una verità fervidissima, ora quasi burbera, ora tutta amabile e
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bevuto e preso un po’ di cibo, andò a dormire per un’ora. Saranno state le quattro, quand’egli giunse in piazza S. Marco».
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«Era un’ebbrezza, un delirio (ora è la moglie del Manin che scrive): i vecchi piangevano, i giovani si abbracciavano. Chi batteva le mani, chi le
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giovinetti con quelle sue parole, che scendevano nel cuore ed esaltavano la fantasia, e diceva: Ora, fanciulli miei cari, che non si vedono più in mezzo a
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segretario; vero è che da giovine — la cosa è certa — scommetteva di mangiare in mezz’ora quindici dozzine di frittelle grasse, e a colazione egli solo
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della società in cui vive. Lo strano si è che a tali nozze feconde ora presiede l’amore, ora l’odio, e che l’odio è sovente più propizio ai parti che l
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