Ogni giomo si esercita almeno un'ora al pianoforte. Le restano da riordinare molte schede dei suoi pazienti.
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Ora il muro è più basso. Appena lo ha superato, dice forte: «Sono salva!».
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toni che salivano scendevano quasi cantassero, ora ammansivano l'ansia dell'indugio, e il treno riprendeva affarmato il cammino, schiacciavo sotto i
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Anche le due donne sono diverse, ora si chiudono in silenzi torvi, trascorrono i pomeriggi e le sere, ognuna nella sua stanza, davanti al televisore.
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una tregua: questa, ora, tra mezzogiorno e l'una.
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che si fa Orcia e Siena e torri, fumo dei boschi, vigna, ferita d'ogni ulivo che s'infiamma nell'ora arsa di cicale e polvere. Chissà dov'è rimasta la
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allontana la bellezza. Di qua dal velo un altro luogo, un'altra ora. Il frastuono delle cicale nel vespro, il mare che manda scintille in fondo al mantello
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Due settimane dopo i funerali va in sogno al figlio, gli indica il platano davanti alla finestra, dice che ora se ne sta su uno di quei rami.
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senso. In attesa di accertamenti lo hanno ricoverato fra i pazzi. Ora, se non lo lasceranno uscire subito, davvero farà una pazzia.
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donne intonano un canto in cui impetrano perdono: sfiancate, le palpebre pesanti, i piedi gonfi, per un'ora lontane dalle case con le serrande, dai mariti
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presenze rese invisibili ma bisbiglianti la litania del tempo dissipato in fili di nulla, del tempo fatto pulviscolo dell irreversibile, ma ora tornano
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A questo punto si sveglia, si calma. Ora sa che il fidanzato, poi suo marito, è morto da dieci anni. E ricorda quando si risvegliava angosciata da
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comandante turco (che ora dà il nome a un ristorante alla moda) fece uccidere le ottocento persone che avevano rifiutato di convertirsi all'Islam. Stipate
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Ora che non c'è più la guerra intorno a questo posto astratto, e quelle stesse frasi senza sfiorarmi cadono spuntandosi, ora riprende ardire una
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da pranzo. Ora lui sorride, le carezzai capelli. Lei va nel bagno a lavarsi gli occhi, ad azzurrarsi le palpebre, come per una festa.
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Il compagno che trent'anni fa passava ogni domenica di casa in casa a chiedere chi volesse “l'Unità” e che ora vedo ogni mattina di ritorno
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'altra solo semplice rimessa o accozzaglia di rottami. È l'ora dopocena, precoce per le abitudini italiane, ma di luce già un po' incerta, cosi a nord
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di fuoco delle lampade inquiete e trivellare l'atmosfera carica di luci orgiastiche: ora addolcite: nel già morto cielo dolci e rosate, alleggerite di
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azzurro si insenava di stelle. Solitaria troneggiava ora la notte accesa in tutto il suo brulicante di stelle e di fiamme. Avanti come una mostruosa
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riposa in larghi specchi d'azzurro: Vita e sogno che in fondo alla mistica valle Agitate l'anima dei secoli passati: Ora per voi la speranza Nell'aria
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offersero acqua. "In un'ora arriverete alla Verna, se Dio vole". Una ragazzina mi guardava cogli occhi neri un po' tristi, attonita sotto l'ampio
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ascolti non aver pietà, non lacrimare delle mie sventure come quel Cristo nell'oscurità. Ah, quel Cristo, lo vedi? egli moriva così, come ora, desolatamente
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Dov' era una volta il tennis, nel piccolo rettangolo difeso dalla massicciata su cui dominano i pini selvatici, cresce ora la gramigna e raspano i
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del tuo zaino d' un tempo: vecchi libri fuor di moda, a eccezione di un volumetto di poesie che presi e che ora resterà con me, come indovinammo
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nell'aria o il vento o il sole. Io son solo, lontano, io son diverso - altro sole, altro vento e più superbo volo per altri cieli è la mia vita ... Ma ora
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fuoco sono avvolto. Sospesa a quella luce è la mia vita un attimo od un tempo senza fine, che fra il lampo ed il tuono non si vive. - Ora scoppia la
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giorno stesso che c'incontrammo? Che se pur t'avessi ora, vincendo, mia per il futuro, mia per diritto, mia per tuo volere, mia non saresti più che non
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convito l'imperioso battere mi togliea del mio volere impaziente, e mi togliea '1 fatale precipitar dell'ora, nel futuro pur m'indicava la mia ferma fede
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è giunta l'ora del distacco, è giunta; io vi lascio sedili riscaldati aule sapienti portici affollati ora e per sempre! Ansie e battaglie e faticose
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la forza bruta e selvaggia, se ancora nel tedio muto insiste e vivo ti tiene; - perché tu senta la morte tua ogni istante nell'ora che lenta scorre e
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me sospinge. Ahi, che mi vale, se pur fugge l'ora e mi toglie da me sì ch'io non possa saziar la mia fame ora qui tutta? Ma solo e miserabile mi
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rido o se uno slancio d'arte mi trasporta se miro la natura ora risorta a vita nuova, Te sola, del mio cor dominatrice te sola penso, a te freme ogni
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l'oscurità. - Per ora a bordo non è lavorare che inerte pende la vela e il vento tace sul mare e il mar è a specchio del cielo Per ora - a bordo non è
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nascondiamo a noi stessi, ora del volgo mi par fatto preda contaminata. Nei giorni del dolore e nelle notti senza riposo, nella valle triste della sorda
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chi libero la sfidò». Così disse nell'ora del vespro Itti a Senia con voce lontana; dalla torre batteva la campana del domestico focolare: «Ritornate
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Come un mortale anelava il fuggente globo di Venere; e le montagne sotto il dì nascente parean di cenere. Era l'ora del sonno, e del dolore, e dei
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del Bello e del Ver!... Avviva i fantasimi che vivono un'ora, le amiche dell'anima che un soffio scolora; ti gonfia di orgoglio, vigliacco diventa
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assorto, tu puoi morir!... Degli Antecristi è l'ora! Cristo è rimorto! O nemico lettor, canto la Noia, l'eredità del dubbio e dell'ignoto, il tuo re
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Ed ora pulisciti, mia povera creta! Sian puri, sian limpidi gli amor del poeta ; sul dolce miracolo la musa non dica che note di spica, che effluvi
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: è l'ora di alzar le penne! Oh baci, oh soli prodigati al bimbo, ironie degli aprili e delle madri!... Meglio una bara di due palmi, e il limbo dei
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cosa può servire ancora la poesia. L'uno gracchiando alla melma natìa, l'altro ai santi e alla vergine Maria, potean soli ridarmi un'ora lieta; tanta
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Io ho cercato nel mio letto, nelle notti, colui che l'anima mia ama: io l'ho cercato e non l'ho trovato - Ora mi leverò e andrò attorno per la città
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!... Se il confessor così ti sente e vede d'ora in poi dall'altar ti caccia via, e ti manda a buscarti i sacramenti all'osteria. Ma or rincasa
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a faccia sono i secoli di noia e l'ora lieta, volando si ricambiano il perdono. Seguita, va'! Figli d'Adamo, avanti, che già la noia è al limitar
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sui balcon sorridono le matrone galanti, e i giovani eleganti stan pallidi a russar: è questa l'ora; o amabili compagni, è questa l'ora; coll'arte
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ora io dava, dal tumulo dell'ava securo a Lui salì!
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È l'ora in cui gli augelli accovacciati la testolina ascondon sotto l'ala; le lucciolette ricamano i prati, e canta a vespro la fulva cicala
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, di cui siam casti amanti. Penna e pennello, un dio v'agita allora!... su, facciam le valige, Enrico, è l'ora di diventare erranti. Aprile 1875
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e il dolo! Ma i miei due passerini han già l'aurora indovinata e la gabbia bisbiglia; e il dolce avviso e la pace dell'ora a più lieta canzon mi
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, pensa ch'io sarei forse un fraticello di tavole e di dogmi indagatore, e che vivrei contento scordando l'ora e contemplando il poi! Però del mio convento
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