Or saper vuole il vicino chi ha spezzato quella frasca. Non sa nulla il birichino, dalle nuvole egli casca.
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“Quel tuo muso nero nero, più veder non vo’ davvero: or per sempre addio! Carino, buon viaggio nel camino!”
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TI VIDI UNA SOLA VOLTA... DIECI ANNI OR SONO... I PRIMI TEMPI CHE BAZZICAVO IL CAMPO DEI PAWNEE... QUALCUNO MI DISSE POI CHE ERI ANDATA NELLA SCUOLA
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Arcibaldo, avendo fatta una grassa colazione, or, con aria soddisfatta, dorme e russa a perfezione.
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INTENDETE DIRE QUESTO PERSO TRE ANNI OR SONO DA MISTER CRESUS?
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OR CONTEMPLERAI COME E IN QUAL SIFFATTA COTAL GUISA IMBROGLIERÒ QUEGLI ADOLESCENTUCOLI!
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OH, ADESSO CHE MI RICORDO! DUE ANNI OR SONO HO PORTATO QUI A RIPARARE IL MIO OROLOGIO... POTRESTI ALLUNGARMI UN ALTRO DOLLARETTO?
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O MUSA, OR SI CONVIEN CHE TU RIDICA IL TRISTE ANNUNZIO DI FUTURO DANNO CHE UDIMMO FAR CON VOCE ASPRA E NIMICA!
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COME LE PECORELLE ESCON DAL CHIUSO, SOVRA DI NOI CALARONO AD ONDATE TREMILA PAPERINI A BECCO IN GIUSO! “O MANI, O DURI PUGNI, OR M’AIUTATE!” GRIDAVA
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L’animal straordinario or s’aggrappa al lampadario. Don Narciso lo minaccia: “Lascia andar, brutta bestiaccia!”
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Ma poi sente un oratore predicar a gran fervore: “Basta ormai con l’applaudire! Or dobbiam ricostruire”.
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Dopo tanto malefizio i due fanno un armistizio: ma in che stato, ma in che stato il salotto or è conciato!
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Accademia della crusca
