- , abbiamo rimasto per abbiamo " lasciato - l' ombrello a casa, nostro padre è andato a parlare una causa a Salerno, voglio essere spiegato, esser levata
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àgavi americane col fusto liscio, ritto e fiorito in cima a forma di ombrello, con le grosse foglie grigiastre filettate di bianco, rovesciate e
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paura; la mamma però non vuole. - Andrai lo stesso; ti darò un ombrello. Ma già la mantellina ti serve meglio. Ecco le due pagnotte. - E se mi
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cupolone di un ombrello rosso all'angolo della strada. Pare un fungo; si vedono soltanto i suoi piedini. Si ferma alla grondaia e si diverte a udire
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forte, per favore! Anselmo agita anche l'ombrello, come se la cosa avesse il potere, di amplificare la sua povera voce, arrocchita dagli strapazzi e dagli
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quanta parte delle sterminate ricchezze dello zio finirà nelle sue tasche assetate. Sull'altro barchino, in piedi, appoggiato all'ombrello dignitosamente
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: — Tutto sbagliato! Caronte, riportami a casa mia! Anselmo, guarda che ti perdi l'ombrello! Ottavio, dove scappi? Ottavio, appena afferrata la nuova
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vedere cosa fanno gli altri. Ma ecco il signor Anselmo, tutto allegro, che corre incontro a Delfina e l'abbraccia, urtandola con l'ombrello. — Cara, cara
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. — Ha notato, — dice il signor Giacomini, — che il signor Anselmo non abbandona mai il suo ombrello? — Secondo me, — risponde il signor Bergamini, — lo
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l'ombrello e a metà strada deve tornare indietro a prenderlo. — Guarda: un capello. Erano quarantacinque anni che non si vedeva niente del genere sulla mia
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ombrello che sono molte di meno. La pelle diventa liscia a vista d'occhio. Dai suoi strati piú profondi salgono cellule giovani, piene di vita e di
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fatto storie. — Gran brava persona. — Anche il suo maggiordomo, quello dell'ombrello. — Due brave persone. — Magari hanno un po' troppo il gusto del
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, vediamo che porti l'ombrello. — Ci sono affezionato. E un ricordo del mio povero babbo, che era di Gignese e faceva l'ombrellaio. — Bravo, onora il padre
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tenebre, Anselmo è salito in barca per compiere la sua missione. Era cosí agitato che gli è caduto l'ombrello in acqua. Proprio in quel momento il signor
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sereno. Strizza l'occhio al povero Anselmo, che non sviene solo perché si appoggia all'ombrello, e gli domanda, con aria semplice: — Come sta Delfina
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per recuperare l'ombrello che ha lasciato cadere non sa piú dove. — Qui c'è la mano di Ottavio». — Sveglia! Sveglia! — grida piangendo. — Tornate al
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