ma pensava «ho la febbre» e solo la figura di Maria | Obinu | gli sembrava reale. Visioni apocalittiche sorgevano, |
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azzurri. «Che stupidaggini!», pensò. «Ho la febbre.» Maria | Obinu | riapparve nella camera, si avanzò, silenziosa, si curvò sul |
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fu tentato di risalire le scale per vedere se anche Maria | Obinu | piangeva: poi sorrise della sua idea, abbracciò zia |
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Carchide di Nuoro, tuo sfortunato pretendente. La signora | Obinu | tiene poi una vecchia cuoca sarda, che sta a Roma da oltre |
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la padrona e cominciò a parlar male di lei. Mi disse che la | Obinu | ha un passato tenebroso, che ha abbandonato in Sardegna due |
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sua triste ricerca. E sempre s'era risposto di sì. La | Obinu | rientrò verso sera. «Signora Maria», disse Anania, aprendo |
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ella era alta, coi capelli neri e gli occhi chiari: e la | Obinu | era alta, coi capelli neri e gli occhi chiari. Inoltre egli |
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viveva e affittava camere a Roma. Evidentemente quindi la | Obinu | falsava il suo nome e la sua origine ... Tuttavia egli |
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«No», egli pensò, «non è lei; non è la sua voce.» Entrò. La | Obinu | gli fece attraversare un piccolo vestibolo buio e lo |
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abitazioni sarde. E come in quelle abitazioni, Maria | Obinu | aveva appeso lungo le pareti grigie della sua camera una |
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e ben presto fu riassalito dai suoi dubbi. Perché la | Obinu | gli cedeva la sua camera? perché si mostrava così premurosa |
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Anania pensava continuamente al suo segreto. ... E se Maria | Obinu | era Olì? Se era lei? Così vicina e così lontana! qual filo |
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da sapersi dominare così! Impossibile. Era assurdo, Maria | Obinu | era Maria Obinu, simpatica donna, mite e incosciente, che |
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come se fino a quel momento fosse stato certo che Maria | Obinu | era sua madre. «Ma parlate dunque!», esclamò poi. «Perché |
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ancora odoranti di terra, egli ricordò il lettino di Maria | Obinu | e le illusioni ed i sogni che lo avevano per tanto tempo |
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alle ricerche e alle indagini fatte per scoprire se Maria | Obinu | possedeva carte rivelatrici. Zia Grathia prese la carta e |
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