Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il Plutarco femminile

217210
Pietro Fanfano 50 occorrenze
  • 1893
  • Paolo Carrara Editore
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Trenta o trentacinque anni addietro era in Pistoja una scuola di signorine, della quale si onorerebbero anche adesso le più nobili città italiane. La

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buona composizione, di grammatica, di proprietà o di eleganza. E tutto ci al modo socratico, e sotto forma di familiare conversazione, lasciato da

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dominio cominciò sul finire del quarto Quelle parole, che si vedranno scritte in corsivo nei racconti delle signorine, sono errori o impropriet�, e

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una specie di sollazzo dopo studj più gravi; o si faccia fare, ogni tanto anche a' giovani per aguzzar loro esso ingegno con qualche diletto (il che

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però si chiamavano Giudicati; e questi giudici, che da principio erano dipendenti da questo o da quel principe del continente, ben presto ebbero

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sarebbe il distinto talento, ambedue voci false, dovendosi dire, invece di distinto, nobile, singolare, o simili; e invece di talento, ingegno; e come

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rompa, o frastorni il corso di queste nostre care conversazioni. Ascoltatemi dunque; e se dico degli spropositi, compatitemi e correggetemi. Queste

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, non divenga subito molle, fertile e buona; nè alcun buono albero, che, non essendo, col trasportarlo o con l' innestarlo, coltivato, non ritorni

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piacevolissimi, e chi si diede a far questo, chi quell'altro di essi, senza troppo frastuono o smodata allegrezza, come ne erano state ammonite dalla

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taccherelle che qui si tacciono, aveva il vizio di mangiare e mettersi in tasca le paste o i biscotti che gli capitassero sotto mano nelle case de' suoi

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di tutta, Firenze, dacchè, o disegnasse, o cantasse, o scrivesse versi, in ogni cosa faceva bella prova, nè si poteva dire quale delle tre arti fosse

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da varj incomodi, che sempre la tenevano fra il letto e il lettuccio; ma non lasciandosi vincere da essi, passava il suo tempo lavorando, o scrivendo

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NOVELLA. L'avere udito dalla nostra cara Isotta il soverchio amore del risparmio, o dirò meglio, la ingegnosa avarizia del marito della Papafava, mi

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per la traduzione di Lucrezio; e non saprei dire se, o di proposito o per inavvertito effetto di famigliare consuetudine, fece alla Selvaggia prender

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� mi hanno un poco urtato certe voci e modi errati, come famiglia distintissima per famiglia cospicua, illustre o simile, che è un francesismo bell' e

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trascurato nella formazione della famosa camera, o gabinetto anatomico, ch' egli stava preparando per quell' Istituto, l' affetto che essa gli portava la

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tempo poeta cesareo alla corte di Vienna, e scrisse alcuni drammi, che furono rappresentati con plauso; nè penò molto che acquistò fama chiarissima, o le

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giorno più dell' altro, e da ogni parte ella era colmata di onori; nè vi era in Italia, o fuori, Accademia di belle arti, che non la volesse per

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dovesse, al bisogno, o a un bisogno, o a un bel bisogno. Due volte ha usato la particella gli per a lei femminino, la qual cosa, se può comportarsi nello

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cantavano se non di amore, alla petrarchesca, o soggetti molli e soavi, o canzoni e poesie per nozze, per monacazioni, per lauree: ma preso che ebbe

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primo gusto è dolcissimo ma uccide, o almeno altera e guasta così il cuore e la mente, che anche gli animi più ben disposti naturalmente, ne

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dissertava sapientemente: lontane ambedue dalla pedanteria o dalla acerbità. Come queste due valenti donne erano state amiche per tutta la vita, così morirono

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il mio cuore e lo tratto proprio di gusto. Vi parlerò di una donna nobilissima, di alti spiriti, o operatrice di fatti magnanimi, dico della Clarice

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, nè mostrava di curarsi se studiava o no; e sapendo anche le censure fatte alla sua letterina; cominciò ben presto a addolorarsi della indifferenza

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ingannato l' orecchio, mi è parso di sentirle pronunziar nuocerebbe per nocerebbe. Ho frainteso, o sta veramente così? "Sta così, perchè, venendo

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torto, o aveva ragione?" "Io non dir� se avesse ragione o torto: solo le dirò che questa è opinione di parecchi valentuomini. Per altro le darò a

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per la signora Sofia; ma non furono così pieni nè così vivi come le altre domeniche; solo il maestro e la direttrice dissero una o due volte brava a

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aguzzare l' ingegno. Vorrei che o la signora direttrice, o il signor maestro, mi dicessero se veramente sbaglio io a pensare cosìì." La direttrice accennò al

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o tre di loro si erano accorte che c' era qualche cosa come di scrittura; ma alcune parti non si addicevano a questa interpretazione. E già il

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Questo non fu indovinato così presto; ma pur fu indovinato da due o tre per l' anno. Allora il maestro conchiuse: "Qui basti di tali gingilli; e non

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, che dalla sua bocca mi ha fatto brutto sentire toelette, quando ci ha raccontato che la Paolina era elegantissima nella toelette." "O come avrei

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Che cosa intendono per questo tornar dallo specchio? E molte voci ad un tratto: "Tornar dalla toelette." "Scusino, o questo modo non par loro bello

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, quanto fossero sciocchi gl'Italiani a prender tante voci o modi dalla lingua francese, senza veruna necessità; e penseranno forse che anch' oggi

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"Stamani non udirete parlare nè di un' eroina, nè di una, filosofessa o professora nè di una grande artista; ma di una rara donna, che avrebbe potuto

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... - per che farne? - Allora la cicatrice si potrebbe ottenere... - Se si potesse trovare? O non è mio babbo? Eccomi qui facciano quel che occorre. - Il

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' giorni nostri sono stati il Rossini, il Bellini, il Donizetti ed il Verdi, gli credono degni del nome di uomini illustri? - Sì? O bene. Ma, se non

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regolamento poi vieta ogni lusso ed ogni mollezza di suppellettili o di trattamento: vuole che sia data, alle alunne la istruzione conveniente a persone

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Potrebbe qui muoversi il dubbio, se dai sonetti siano questi enimmi stati ridotti in stanze o da stanze in sonetti; ed io penderei per questa ultima

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Malatesta, secondo mi ha comandato, e segnatamente la via colei che di noi tutte è, non so qual più mi dica, se madre o maestra. "Questa madonna Battista

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, pagina 226. BUGIA. È vizio vergognoso, pag. 92. Grazioso scritto contro di essa, pag. 250. CACOFONIA o Mal suono: bisogna fuggirla, pag. 22. CANTANTI

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udito raccontar molti atti di valorose donne, che fanno vergogna a molti signori uomini: o perchè dunque ci ha essere chi s'ostina a dire che noi

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recati degli esempj; ma non ascolti que' difensori, non valuti nulla quegli esempi: tutti i buoni maestri la condannano per barbara, o nell' uso de

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solito; e subito fecesi avanti una ragazzina vaga e manierosa, la quale senza farsi pregare si pose sulla poltrona o incominciò: "La illustre donna onde

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dalle pompe e dagli agi signorili; e non bastò; chè faceva vita di austerissime privazioni, dormendo anche sul duro legno o su poca paglia. Desiderosa di

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antica o nobilissima di Roma.' e suo' padre Fabrizio Colonna, Gran Contestabile del regno di Napoli, la promise, quando aveva quattro anni, a Francesco

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avertici accolta. Con la servitù, e con tutti i sottoposti, porgiti sempre benigna ed affabile; chè se la superbia o l'arroganza sono brutti vizj in

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vituperosi quei nobili di origine, che la nobiltà acquistata da' loro vecchi deturpano, o con l' ozio, o con opere men che degne e men che onorate

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chiamare o fiorentina o toscana o italiana; e al solito, chi la voleva lesso e chi arrosto. Tutti per altro avevano, sotto a qualche rispetto

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volentieri anch'io. Non posso fare per altro ch'io non avverta la signorina, com'ella si è lasciata piover dalla penna alcune voci o maniere, che non istanno

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scimmiotteschi; ma non biasimarono tanto le cerimonie, o come si dice i complimenti, che non lodassero molto quelli che nascono da vera cortesia, e che

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