Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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nuovo governo civile e le  nostre  autonomie
In questi ultimi anni, si è fatto sempre più chiaro nelle  nostre  menti, e nei nostri cuori, si è venuto rinvigorendo la
smentita quando asserisco che la nostra società tiene nelle  nostre  organizzazioni uno dei posti più avanzati, e l’essere per
all’esterno, ma la relazione fatta dai giornali delle  nostre  feste, vi dà anche la risultante di tutte le nostre
delle nostre feste, vi dà anche la risultante di tutte le  nostre  fatiche, coronate dal radicarsi in noi delle convinzioni e
che si agitano ora, perché è qui che trovate anche le  nostre  ragioni d’essere, i nostri diritti di diventare sempre più.
Nel campo religioso e sociale anzitutto erigiamo le  nostre  colonne, le quali staranno secolari come le colonne dei
i nostri spiriti, disagio che non poteva maturare le  nostre  convinzioni circa il fatto lietissimo del nostro
il decreto di scioglimento manu militari di centinaia di  nostre  rappresentanze comunali, l’indugio che, nonostante
solo col concorso dei rappresentanti eletti dal popolo e le  nostre  autonomie del comune e della provincia devono essere quanto
qui del resto alle fonti più pure della nostra storia. Le  nostre  vicinie, i nostri municipi, le nostre comunità, che cosa
nostra storia. Le nostre vicinie, i nostri municipi, le  nostre  comunità, che cosa furono se non i gangli più vivi e
la dittatura, di proclamare alto il diritto alle  nostre  libertà e di rivendicare le nostre autonomie. Non ci
alto il diritto alle nostre libertà e di rivendicare le  nostre  autonomie. Non ci parlate semplicemente di decentramento
il diuturno contrasto per dimostrare la legittimità delle  nostre  aspirazioni, avevano inciso nelle nostre menti un concetto
legittimità delle nostre aspirazioni, avevano inciso nelle  nostre  menti un concetto altissimo di quello ch’è per l’individuo
né le benedizioni ed approvazioni di un giorno. Nelle  nostre  società operaie freme il desiderio della ripresa; a che
destini. Gli anni che verranno sarà tempo di battaglia, le  nostre  energie giovanili cozzeranno giorno per giorno coi tempi
recisa ed irremovibile volontà di voler ricostituire le  nostre  autonomie locali: la rappresentanza provinciale coi poteri
quasi diplomatico, in attesa della definizione delle  nostre  questioni e dei nostri confini, questioni che andavano
nazione, e poi anche per timore che la nostra voce e le  nostre  critiche sembrassero ingratitudine verso i nostri eroici
questione universitaria. Per tutto questo rimandiamo alle  nostre  dichiarazioni precedenti.
della dittatura politica che per la rivendicazione delle  nostre  libertà locali; entusiasmano più agevolmente col comunismo
intenso di organizzazione ed una diffusione più viva delle  nostre  idee. Il compito è aspro, tanto più che ai nostri fianchi
di ricostruzione sociale, si cacciano di traverso nelle  nostre  file per sgominare la nostra compagine, e racimolare
anche mantenute. Per questa battaglia noi daremo tutte le  nostre  forze ed è qui in gioco l’interesse puramente ideale
(applausi). La guerra non ha fatto che rafforzare le  nostre  convinzioni in tal riguardo. L’oratore ricorda di aver
cristiana, per la quale sono sorte e fiorite tante  nostre  organizzazioni, in esso è segnata la via dell’elevamento
 nostre  conferenze popolari si mantennero sempre in questo
immenso pugno di ferro si è abbattuto come un maglio sulle  nostre  associazioni, schiacciando e disperdendo ogni segno di vita
Ed eccovi qui, vecchi amici, a confermare di persona le  nostre  speranze. Usciti fuori appena di sotto alle rovine,
Noi ci siamo guardati d’attorno e abbiamo ammirato le  nostre  superbe cattedrali, i nostri santuari, le croci splendenti
della città, le croci enormi piantate sulle cime delle  nostre  alpi, e abbiamo sentito che esse non sono semplici
ai di là della persona, alle cause che avevano prodotto le  nostre  preoccupazioni, di chiarire cioè in forma indubbia il
e dalla società elettorale belga, concludendo che le  nostre  proposte sono molto più democratiche e più moderne. La cosa
ai presidenti delle organizzazioni locali che seguono le  nostre  idee, ed altre persone, designate dalla loro posizione
affermare che senza la nostra tenace propaganda, senza le  nostre  insistenze, che non disperarono mai né di fronte
i due cardini fatali intorno a cui si svolgeranno le lotte  nostre  nel futuro, in un futuro molto vicino. Sorge il primo
degeneri che non credono quello che ci insegnano le  nostre  mamme, non ascoltano più la voce delle nostre campane,
insegnano le nostre mamme, non ascoltano più la voce delle  nostre  campane, dimenticano tutto il buon Trentino passato,
ultimi tempi: 1) il Congresso cattolico che fu come le  nostre  grandi manovre, ove si vide il lavoro pratico, sociale
leggero, discenderà dai monti nostri, su cui imperano le  nostre  croci, alle città, e forse allora si apriranno quelle certe
ad unanimità nel maggio e nel giugno 1912, approvando le  nostre  trattative col Ministero per la linea da S.Lugano e la
il problema centrale del paese, abbiamo prodigate tutte le  nostre  energie, e ci pare che per merito di essa ci possiate
pare che per merito di essa ci possiate perdonare le altre  nostre  mancanze! Per essa abbiamo fatto la più attiva propaganda
potete voi fidarvi di noi, se vi eccitiamo ad entrare nelle  nostre  organizzazioni. Badate ai fatti. I cattolici trentini
finalmente colle sue ondate a cozzare anche contro le  nostre  Alpi e, nei riguardi più particolarmente nostri, s’imponeva
a nome del Comitato Diocesano, come società centrale delle  nostre  associazioni apolitiche, esprime il plauso agli interventi,
chiamandovi cattolici nella vita pubblica di presentare le  nostre  persone come modelli da imitare? In chiesa recentemente
la sua elevazione all’episcopato non mancasse quella delle  nostre  istituzioni. Esse ebbero il contributo delle sue cognizioni
Trentini! Ad ognuno di voi il quale cammina lungi dalle  nostre  vie, noi non rivolgiamo altra esortazione che questa: che
un momento ed osservi. Veda il male morale invadere le  nostre  città, le nostre borgate, le nostre valli; osservi come la
osservi. Veda il male morale invadere le nostre città, le  nostre  borgate, le nostre valli; osservi come la miseria sociale
male morale invadere le nostre città, le nostre borgate, le  nostre  valli; osservi come la miseria sociale spinga i figli di
che vive stentatamente. La fiducia prima va posta sulle  nostre  braccia, sul lavoro delle nostre organizzazioni e delle
prima va posta sulle nostre braccia, sul lavoro delle  nostre  organizzazioni e delle società popolari nel nostro paese.
socialiste. Si abbia il valoroso d.r Degasperi le  nostre  più sentite grazie.
Di questi giorni il governo ha promesso di sfruttare le  nostre  forze idrauliche, per il risorgimento economico nostro e a
nella maggior parte dei casi senza previo accordo colle  nostre  centrali, ma per iniziativa sua, cominciò la sua propaganda
dovrebbero fondare. Bisogna distinguere tra le condizioni  nostre  particolari e quelle di altri paesi ove son sorte
di venir giudicati come partito politico, in ordine alle  nostre  funzioni politiche; e il giudizio per essere equo deve
quando il partito popolare italiano, facendosi eco delle  nostre  proteste, chiedeva al presidente del consiglio un formale
più chiaramente. Fin d’ora tuttavia dovremo rivedere le  nostre  cognizioni e prepararci delle risposte concludenti a delle
e la rude natura che ci aveva insegnato ad usare delle  nostre  forze, occupò di nuovo la terra». Dio vi guardi
e le sue direttive, esponendo lo stato d’animo delle  nostre  popolazioni, che aveva provocato preoccupazioni e proteste.
così si rafforza anche la nostra propaganda e aumentano le  nostre  fila, e lo spirito e l’indirizzo morale della banca sia
prolungati). A questo giovane, che appartiene alle  nostre  file, vogliamo oggi rendere omaggio, tanto più che il
così si rafforza anche la nostra propaganda e aumentano le  nostre  fila, e lo spirito e l’indirizzo morale della banca sia
patti di alleanza con i quali partecipò ai governi. E sono  nostre  le battaglie programmatiche combattute per la libertà della
teutonica, che incombeva come elemento culturale delle  nostre  scuole e come concezione laica panteista del nostro stato,
medievali e la parola «libertas» come la sintesi delle  nostre  battaglie. Avrà eco la nostra parola dal paese alla camera?
patti di alleanza con i quali partecipò ai governi. E sono  nostre  le battaglie programmatiche combattute per la libertà della
teutonica, che incombeva come elemento culturale delle  nostre  scuole e come concezione laica panteista del nostro stato,
medievali e la parola «libertas» come la sintesi delle  nostre  battaglie. Avrà eco la nostra parola dal paese alla camera?
del principio nazionale, l’Italia, seguendo l’esempio delle  nostre  nazioni, si è adattata ad una soluzione di compromesso, in
questo legittimo interesse generale, non con riguardo alle  nostre  esperienze locali, le quali ci hanno permesso tuttavia di
essere l’on. De Nava. Dicono che costui se ne intenda delle  nostre  cose essendosi, a differenza dell’on. Devito, interessato
appunto di un ministro competente e conoscitore delle cose  nostre  che si ha bisogno. Ma dobbiamo convenire che quello che in
opposto all’avanzata del socialismo il baluardo delle  nostre  organizzazioni, che ci costarono tanti anni di lavoro, non
assistito, minaccia di travolgere il senso morale delle  nostre  buone popolazioni. A questo s’aggiunge l’attiva propaganda
Il congresso ha confermato solennemente la necessità che le  nostre  istituzioni s’ispirino ai principi sociali cristiani. Guai
ed il congresso ha applaudito. Siamo fedeli alle  nostre  istituzioni e riconoscenti a coloro che specie sul
cristiana e latina ed a battagliare giornalmente per le  nostre  stesse condizioni d’esistenza, abbiamo compreso il grande
questione è assai grave e sta in nesso assai stretto colle  nostre  tendenze autonomistiche. Il prof. Tolomei, sostenitore
altro punto di vista, e questo s’attaglia secondo me alle  nostre  condizioni. Noi siamo un popolo stretto da ogni parte da
che s’annidano sui nostri valichi alpini che scorazzano le  nostre  valli come padroni, e mentre ai confini passo passo, piede
devono saper trarre una conoscenza realistica delle  nostre  condizioni morali e intellettuali: evitarlo oggi o riuscire
dei tempi nostri. Le mutate relazioni economiche tra le  nostre  classi e tra i nostri centri abitati richiedevano
loro, dai profughi della borghesia. Abbiamo così nelle  nostre  città dei nuclei di operai i quali dopo dieci anni di prove
un sacro dovere: il ritorno costante dalla periferia delle  nostre  azioni pubbliche al centro morale del nostro interno,
giovanili in una continua verbale e verbosa reazione alle  nostre  condizioni politiche, che si gettano a capofitto nella
e di importare materie prime; noi dobbiamo volgere le  nostre  attività verso Oriente; noi dobbiamo riprendere il nostro