. — Se c'è da lottare, eccomi pronto insieme a voi! — disse Cipí. — Promettiamolo! — gridò Passeri. — Alla fine tornerà Palla di fuoco e la nostra vita
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? — La nostra strada, — rispose la mamma. — E il nastro d'argento? — È lo specchio dove ammirerai le tue belle piume, quando le avrai. — E le piume, Mamí
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il nostro piccolo becco e la nostra forza, — avvisò Cipí. — Ma noi siamo tanti! — esclamò Chiccolaggiú con gli occhi stravolti. — Spargeremo
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buco. — Questo buco è la nostra casa. Quando avrai le piume andremo insieme a vedere tutto: la palla di fuoco, il nastro d'argento, la pianta... Uno dei
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, trovarsi una brava compagna, farsi un bel nido e... diventare anche lui papà! La nostra legge vuole cosi! Ma badate! — esclamò. — Il mondo è pieno
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battito dei due cuori pareva un battito solo. Un giorno però decisero: — Adesso basta giocare, ci mettiamo al lavoro e facciamo la nostra casetta
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: — Noi non lasceremo mai la nostra patria, faremo dei sacrifici ma resisteremo! — E si preparavano cercando buchi profondi intorno alla torre del fumo che
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fine. Non abbiate paura delle ombre... fissate la nostra luce e venite... fissate la nostra luce e venite... venite... Cipí, che sino a quel momento era
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notte. Ma tu come lo sai? — Ditemi continuò Cipí— c'è vicino a voi un signore della notte? — Ne abbiamo due, — risposero le mamme, perché la nostra
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. Conosco la forma degli alberi della nostra terra, e anche di quelli di terre lontane. Ho guardato le figure di uomini vestiti in modo strano, gente di
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nessun luogo della nostra regola, messere, è scritto che non si debba onorare Dio con la risata, che è come la festa dell'anima. Quanto a sbarrare la
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altra opera, in città, che la nostra: e arrivandomi notizie della tua bravura, oltre che del tuo lieto spirito, sospiravo come chi ha perduto, prima
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tua serenità, puoi rifiutare. Proteggi pienamente il tuo raccoglimento... Tieni conto tuttavia di che servizio alla nostra chiesa, alla madre di Gesú
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Caterina, è certo il capolavoro visibile, se quello invisibile è l'anima: e anche, in verità, il più glorioso e difficile oggetto della nostra pittura
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Macario? — ripeté la monaca. — No, in verità, frate Filippo. Io conosco le solite, le nostrane... — Non ha importanza, — disse grave lui. — A nostra Madre
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Ganuan, signore della terra di Nactumal. Per suo ordine vengo a chiederti di salire alla nostra vallata, nel suo palazzo, perché egli ti vuole parlare
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, discorrere qui, per questa ragione, sui diversi modi della nostra arte: cioè di come io penso e faccio le opere di pittura, o di come le pensa e fa
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