Essendosi parlato a pag. 245-49 degli Enimmi ed Indovinelli, non mi sembra fuor di proposito il ristampar qui come appendice al libro, questo mio
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avventura che l' opera mia è un rifare il fatto. Chi per altro non voglia essere un po' maligno, e voglia guardar sottilmente la cosa per il suo verso
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, non isputan altro che Libri della sapienza ed Etiche d' Aristotele, torcono il muso quando vedono alcuno dei nostri giovani dilettarsi a indovinare
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figliuolo vociferando continuamente: " Che giovano a un gran re questi studj di lettere? un re non dee maneggiar libri, ma armi e cavalli. La regina alla
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, ma di non troppo ingegno; la quale essendo anche molto peritosa, non era possibile indurla ad andare sulla poltrona dove tutte solevano leggere, e ci
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deboli forze, e volentieri mi sarei scusata dal trattarlo; ma ne ha potuto più la ubbidienza alla nostra buona direttrice, ed il non voler esser io che
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, la quale ebbe già la signoria di Pisa. L' anno appunto non si sa; ma certo ne'primi del secolo XVI, quando la famiglia de' Rossi, emigrata molto
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"Nella città di Pistoja viveva, non troppi anni addietro, una donna chiamata Enrichetta, che potrebbe portarsi ad esempio delle buone mogli e delle
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l'altro giorno non so che libro. Si chiamava questo bel cero Florindo: sempre tutto insaldato, muschiato, impomatato; con la sua spartizione a uso donna
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maldicenti si spuntino, conviene, massimamente alle giovani, guardarsi di non dare colle parole, con gli sguardi, coll'abito e coi costumi, un minimo
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di coltivarle amorosamente, per modo che, tuttor giovanetta, era valente nella pittura, nella poesia e nella musica. Non tardò molto a divenir famosa
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ingiusta verso il gran tragico Racine; dacchè, non per malignit�, ma sopraffatta dallo spirito di parte, preferì la Fedra del poetucolo Padron, alla Fedra
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assai benestante ed anche di civil condizione; ma avaro quanto la stessa avarizia, la quale accecavalo per forma, che spesso non discerneva più ciò che
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ingegno, a dodici anni sapeva il latino, come vecchi spesso non sanno. Anche del greco però si fece ben presto espertissima; nè contenta di ciò, il suo
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sua Storia della volgar poesia, benchèattualmente non si conoscano più ma in quell' epoca piacquero assai. Il suo titolo fu Principessa di Palici, e fu
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invogliò di ajutarlo in questa difficile arte: il perchè vinta non senza grande stento la ripugnanza e l' orrore a trattar cadaveri, si diede a
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maestro, adoprando sì la lingua dell' uso ma senza volgarità, per non dare a voi anche questa volta materia da ridere, ed al signor maestro di farmi la
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quali si mostravano con un certo vanto, non solo in Italia, ma anche in Inghilterra e in Germania. Dico si mostravano, perchè molti di essi, per la
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bambina che le chiese un po' di pane, dicendole di non avere nè babbo nè mamma, nè casa dove stare. "E tu, rispose la Rosa, abbracciandola amorosamente
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descrivere la vita di Cinzica, vaga com' era di farsi onore, non posò mai in tutta la settimana facendo, rifacendo, correggendo qui, mutando là, nè mai
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reputava a mille miglia quale la reputavano le compagne: tanto più poi che aveva alle mani un soggetto da non potersi trattare senza qualche studio e
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tutti coloro che si intitolavano poeti: e da quel punto ogni pensiero di lei non fu altro che per la poesia. I suoi versi, finchè ella fu giovane, non
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non ho voluto rinnovare oggi: ecco perchè ho voluto piuttosto aspettar io tutte loro." E levato il suo quadernetto dalla borsa, lesse: "Oggi non ho alle
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. Quello assegnatomi dapprima, non posso negarlo, era contro al mio genio, e non sapevo indurmi a trattarlo questo datomi in sua vece, è veramente secondo
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po' malazzata, e perchè il babbo e la mamma non vollero che io uscissi di casa, non potei venire a fare la mia lettura: oggi eccomi qui, ma vi confesso
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scrivere, quando lesse la vita della Sofonisba Anguissola; e dovete pensare, se adesso ci si fosse messa con tutto lo studio per non far bugiarde tali
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di Dio: si diede a studiar di proposito; e fu in grado di presentarsi nella presente domenica con un lavoro fatto proprio da lei, il quale, se non
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La terza ragionatrice si chiamava Sofia, e doveva raccontar la vita di santa Caterina da Siena. Questa Sofia aveva già toccati i sedici anni: non
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Copiato che fu il sonetto, le signorine cominciarono a meditarci su; ma, per quanto almanaccassero, non ce ne fu una che potesse azzeccarci: solo due
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Questa stanza la leggeva il maestro; ma non l' ebbe appena finita, che più voci gridarono la spera, lo specchio. "Sì, disse il maestro, questo enimma
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Questo non fu indovinato così presto; ma pur fu indovinato da due o tre per l' anno. Allora il maestro conchiuse: "Qui basti di tali gingilli; e non
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atto, di bella persona, semplice, ma elegantissima nella toelette, non era possibile lo starle vicino, e il trattarci, senza pigliarne ammirazione e
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E quì la signora Gegina si tacque: alla quale continuò con poco intervallo il maestro. "Il sonetto della Secchi-Suardo non è certo un cattivo sonetto
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Che cosa intendono per questo tornar dallo specchio? E molte voci ad un tratto: "Tornar dalla toelette." "Scusino, o questo modo non par loro bello
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insufficienti le più efficaci parole a descrivere il dispiacere della ottima donna, che non lo lasciava un momento, non curando nè la propria sanità
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canto, per il che non c'era nazione che non la desiderasse, e udendola non ne andasse in visibilio. Insomma, ebbe gloria e denari quanti ne volle; e
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celeste. Molti sonetti enimmatici scrisse il Saccenti, che si vedono stampati in fine delle sue poesie a tutti notissime: un intero volume, e non al
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Isotta fu la quarta lettrice; ed essa, benchè non toccasse i sedici anni, era delle più brave tra tutte le compagne, e quella che più di proposito
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ABBRACCIARE il partito di... Frase poco elegante, pagina 69. ABUSO. Da non iscambiarsi con l' uso, pag 28, 49. ACCATTARE. Turpe mestiere da oziosi
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quindici anni, non troppo bella, ma tutta per l'appunto e gentile: sempre giojale e piacevole, era lo spasso di tutte le compagne, e si chiamava Giannina. A
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, non solamente in Italia, ma per tutta Europa era celebrata: di sorte che non vi fu pittore così eccellente che potesse ritrarla a perfezione. Molte
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"Andiamo, via, signora Bettina, si faccia coraggio: non ha veduto le sue compagne come sono andate franche al suo posto le domeniche passate? "Che
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levata la camicia. Per sempre più istruirsi, non che la vollesse star nel suo guscio come le chiocciole; ma si mise a viaggiare, e girò quanto la mente
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e nobile lignaggio non solo, ma bella e buona quanto è possibile ad. umana creatura. Nata in Genova l'anno 1447, fin da bambina si mostrò aliena
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Tocca alla Vittorina, non bella e piuttosto dispettosa, la quale con qualche smorfia va al suo luogo, ed incomincia così: "Veronica Gambara nacque in
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Tutte le alunne, con la direttrice e il maestro, erano già nella sala delle letture; ma non era per anco giunta colei che doveva leggere, la quale si
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non perch'i' sia atta a poterne parlare come merita, è stata data per tema al discorso che dovevo fare oggi. Sino da fanciulla mostrò di essere
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Anche questa domenica le alunne dell'Istituto eran raccolte da un pezzetto nella sala, e non si vedeva comparir la lettrice, che doveva essere una
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, essendo donna di animo virile e generoso, non potè portare che Lodovico il Moro, sotto colore di tutela governasse egli il ducato, e lei e il suo signore
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correggersi. Ma si!... eravamo sempre alle solite; e questa mattina si mostrò anche più stucchevole dell'usato: e se la maestra non la mandava al suo
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