Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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di Dio o Decalogo Io sono il Signore Dio tuo: - 1.  Non  avrai altro Dio fuori che me. - 2. Non nominare il nome di
Dio tuo: - 1. Non avrai altro Dio fuori che me. - 2.  Non  nominare il nome di Dio invano. - 3. Ricordati di
santificare le feste. - 4. Onora il padre e la madre. - 5.  Non  ammazzare. - 6. Non commettere atti impuri. - 7. Non
- 4. Onora il padre e la madre. - 5. Non ammazzare. - 6.  Non  commettere atti impuri. - 7. Non rubare. - 8. Non dire
- 5. Non ammazzare. - 6. Non commettere atti impuri. - 7.  Non  rubare. - 8. Non dire falsa testimonianza. 9. Non
- 6. Non commettere atti impuri. - 7. Non rubare. - 8.  Non  dire falsa testimonianza. 9. Non desiderare la donna
- 7. Non rubare. - 8. Non dire falsa testimonianza. 9.  Non  desiderare la donna d'altri. - 10. Non desiderare la roba
testimonianza. 9. Non desiderare la donna d'altri. - 10.  Non  desiderare la roba d'altri.
DENTINO CATTIVO Ninetta piange; le duole un dentino.  Non  vuole confessarlo alla mamma perchè teme di essere condotta
- pregava gentilmente il medico, ma la bocca di Ninetta  non  voleva proprio aprirsi. - Brutto dentino cattivo - dice con
dentino cattivo - dice con stizza - perchè mi tormenti?  non  ci stai bene in casa mia? - No, proprio - risponde Milena
No, proprio - risponde Milena per il dentino - in casa tua  non  ci sta a suo agio. Quante volte la mamma ed io ti diciamo:
ti diciamo: Ninetta, lava i dentini dopo i pasti! Ninetta,  non  spezzare le noci con i denti; non stuzzicarli con l'ago;
dopo i pasti! Ninetta, non spezzare le noci con i denti;  non  stuzzicarli con l'ago; non bere l'acqua fredda mentre mangi
spezzare le noci con i denti; non stuzzicarli con l'ago;  non  bere l'acqua fredda mentre mangi la minestra calda; non
non bere l'acqua fredda mentre mangi la minestra calda;  non  rosicchiare troppe caramelle! È dunque cattivo il dentino,
la sua padroncina lo ha molto maltrattato? Forse... Milena  non  ha torto.
 non  ha piú bisogno di bambinaia perché lui oramai ha imparato a
- Mi basterebbe il contorno d'insalata senza la carne. -  Non  c'è insalata, Caterí. - Allora una pagnottina di pane. -
c'è insalata, Caterí. - Allora una pagnottina di pane. -  Non  è possibile, Caterí. - Mezza pagnottina. - Non c'è. - Un
di pane. - Non è possibile, Caterí. - Mezza pagnottina. -  Non  c'è. - Un boccone di pagnottina. - Nemmeno. - Mezzo boccone
rotte da rammendare e fazzoletti da lavare. Chi sa che  non  ritorni con qualche cosa, Caterí. - No, no, — disse
con qualche cosa, Caterí. - No, no, — disse Caterina. -  Non  farlo, ti prego, Rosetta. Non è vero che io abbia fame. Non
- No, no, — disse Caterina. - Non farlo, ti prego, Rosetta.  Non  è vero che io abbia fame. Non parlo di Bellissima, poi, che
Non farlo, ti prego, Rosetta. Non è vero che io abbia fame.  Non  parlo di Bellissima, poi, che non ha mai fame. Non
è vero che io abbia fame. Non parlo di Bellissima, poi, che  non  ha mai fame. Non andartene, cara Rosa. Ora che la gallina è
fame. Non parlo di Bellissima, poi, che non ha mai fame.  Non  andartene, cara Rosa. Ora che la gallina è morta, chi mi
che la gallina è morta, chi mi farà compagnia? Bellissima  non  sa neppure parlare. Sa dire soltanto « sí » e « no » con la
- disse Rosetta, - sorveglierai bene Caterí finché io  non  torno? - e abbracciò la buona Bellissima. Ella disse subito
una brava donnetta. - È una stupida, - disse Caterí, -  non  capisce nemmeno quello che le hai detto. La povera
vicino al letto, aspettando Rosetta, e intanto, per  non  annoiarsi, fingeva di andarle dietro e di vedere tutto
di loro... - aggiunse il Bagliotti-Gagginis infastidito. -  Non  capisco perché debba inquietarsi tanto. L'accompagni fuori
tanto. L'accompagni fuori e basta. - No, no! Lei  non  capisce, signor direttore... - la Maria Pia faticava a
che la scuoteva tutta. - È piccola... forse una neonata...  Non  so dove l'han presa... E non me la voglion dare. - A me la
forse una neonata... Non so dove l'han presa... E  non  me la voglion dare. - A me la consegneranno. - Non lo so...
E non me la voglion dare. - A me la consegneranno. -  Non  lo so... Non lo so proprio... Quelli là son diventati tutti
me la voglion dare. - A me la consegneranno. - Non lo so...  Non  lo so proprio... Quelli là son diventati tutti matti! Mi
direttore! - Grazie, infermiera. Vada pure, adesso... E  non  si preoccupi. Provvederò immediatamente. La Maria Pia chinò
Obbediente, si avviò alla porta, convinta che il direttore  non  avesse afferrato appieno la gravità della situazione. Fu
suoi superiori, tornò indietro a grandi passi e disse: - E  non  è tutto. Hanno anche un cane. - Al diavolo! - sbottò il
- Farfalla, farfallina, che cosa cerchi sempre? perchè  non  ti fermi mai? - domanda Ninetta alla bella farfalla gialla
farfalla gialla ed azzurra che svolazza nella sua stanza. -  Non  lo so, non lo so, non lo so - rispondono le alucce inquiete
ed azzurra che svolazza nella sua stanza. - Non lo so,  non  lo so, non lo so - rispondono le alucce inquiete - ho tante
che svolazza nella sua stanza. - Non lo so, non lo so,  non  lo so - rispondono le alucce inquiete - ho tante cose da
- rispondono le alucce inquiete - ho tante cose da fare e  non  so da quale incominciare. - Proprio come te, Ninetta - dice
credo anch'io una buona cosa; ma allo studio della lingua  non  ci ho attitudine. - Oh bella! Che risponderebbe lei a chi
- Oh bella! Che risponderebbe lei a chi le dicesse: -  Non  son fatto bene, son di complessione - debole: per questo
son fatto bene, son di complessione - debole: per questo  non  faccio ginnastica? - Ma il non aver attitudine allo studio
- debole: per questo non faccio ginnastica? - Ma il  non  aver attitudine allo studio della lingua è una ragione di
della lingua è una ragione di più per istudiarla. Chi  non  è dotato di buona memoria, e non ha facilità d'esprimersi,
di più per istudiarla. Chi non è dotato di buona memoria, e  non  ha facilità d'esprimersi, nè un vivo sentimento naturale
colto, basta la volontà. Ci si provi un poco. Ella  non  immagina quanto possa acquistare in materia di lingua anche
quanto possa acquistare in materia di lingua anche chi  non  ci ha disposizione di natura, in un periodo di tempo anche
di tempo anche breve, e senza far grande fatica. Mi dirà: -  Non  ci avendo disposizione, non ci ho amore, e senza questo non
far grande fatica. Mi dirà: - Non ci avendo disposizione,  non  ci ho amore, e senza questo non si riesce a nulla. - Ma
Non ci avendo disposizione, non ci ho amore, e senza questo  non  si riesce a nulla. - Ma l'amore viene a poco a poco, man
un mese fra quattro pareti senz' altri libri che di lingua,  non  prenderebbe amore a questo studio quanto uno che ci avesse
a questo studio quanto uno che ci avesse disposizione? No,  non  è vero? E ci prenderebbe amore per il solo fatto che
riluttanza, insistendo su quella materia col pensiero, come  non  ha fatto mai. Provi dunque a insistervi col pensiero una
farebbe in quel caso per forza, e vedrà che il difficile  non  sta che nel principiare. E poi: - Non ci ho attitudine! - E
che il difficile non sta che nel principiare. E poi: -  Non  ci ho attitudine! - E come lo sa? La monte umana è piena di
un'opinione di molti. Ella la saprà meglio di molti altri,  non  ne dubito; ma si lasci dire - che, se non l' ha studiata,
di molti altri, non ne dubito; ma si lasci dire - che, se  non  l' ha studiata, non la può sapere, non solo come dovrebbe,
ne dubito; ma si lasci dire - che, se non l' ha studiata,  non  la può sapere, non solo come dovrebbe, ma neppure quanto i
lasci dire - che, se non l' ha studiata, non la può sapere,  non  solo come dovrebbe, ma neppure quanto i suoi bisogni
richiedono. Ella possiede un materiale di lingua che  non  e la terza parte di quello che le sarebbe necessario per
a ogni tratto, ella gira intorno al proprio pensiero,  non  lo esprime che a mezzo, ed è costretta ad aggiungere e a
e a correggere per compiere e chiarire l'espressione che  non  le riuscì compiuta e chiara alla prima. E, confessi la
e chiara alla prima. E, confessi la verità: molte cose ella  non  le dice per non mettersi in un impaccio. Vuol vedere che io
E, confessi la verità: molte cose ella non le dice per  non  mettersi in un impaccio. Vuol vedere che io le nomino
della lingua viva, usatissimi in tutta l' Italia, e che  non  hanno sinonimi, ma clic lei non ha mai usati e che le
in tutta l' Italia, e che non hanno sinonimi, ma clic lei  non  ha mai usati e che le riuscirebbero nuovi come modi d'
come modi d' un'altra lingua? Ella conosce il francese?  Non  molto. Vuole scommettere che se mi racconta in italiano
se mi racconta in italiano l'aneddoto più semplice, io, che  non  sono un linguista ne un pedante, ci trovo altrettante
francese? E mi sostiene che la lingua si sa? Capisco come  non  si sappia d'ignorare le cose che non si sa che esistano. Ma
si sa? Capisco come non si sappia d'ignorare le cose che  non  si sa che esistano. Ma ella somiglia a chi credesse di
un tempo dalla Principessa delle Querce, e che ora  non  suona piú; ma Tit la teneva sempre per ricordo. — Chi sei?
con meraviglia. — Credevo che tu fossi molto ricco.  Non  sei un re? — Sí, una specie di re. E chi ti dice che io non
Non sei un re? — Sí, una specie di re. E chi ti dice che io  non  sia ricco? Guarda, questo è argento. — No, dicevo cosí,
giacchettino mi pareva un po' scucito. — Eh, naturalmente!  Non  ho tempo di cucire, io. Su, dammi questo stufato. Ho fame.
veduti in qualche altro luogo. Poi disse, con vergogna: —  Non  ne ho, stufato. — Mangerò un pollastrino con patate,
con patate, benissimo. E poi la crema di mandorle. —  Non  ho pollastrini, non ho crema di mandorle. Rosetta non c'è,
E poi la crema di mandorle. — Non ho pollastrini,  non  ho crema di mandorle. Rosetta non c'è, e anche Bellissima
— Non ho pollastrini, non ho crema di mandorle. Rosetta  non  c'è, e anche Bellissima se n'è andata. Il viso di Tit
allora Tit si alzò, e le batté su una spalla: — Signora,  non  piangere, — disse. — Pazienza, per questa sera non farò
Signora, non piangere, — disse. — Pazienza, per questa sera  non  farò indigestione. Aspettiamo Rosetta. E questa Bellissima,
questa Bellissima, chi è? È proprio tanto bella? — Oh, Tit,  non  chiederlo! Era la bambola piú carina del mondo. Aveva dei
tutti i comandamenti della Legge di Dio e li confermò. Ma  non  si contentò di questo: li rese più perfetti ancora, col
delle sue sante parole. - Udiste che fu detto agli antichi:  non  ucciderai ma io vi dico che chiunque s'adira col proprio
col proprio fratello e lo offende, sarà reo di colpa.  Non  giudicate severamente nessuno, se non volete esser anche
sarà reo di colpa. Non giudicate severamente nessuno, se  non  volete esser anche voi severamente giudicati; ricordatevi
gli altri, con la stessa misura sarete trattati anche voi.  Non  dev' esser una gloria per noi l' accogliere e praticare il
stato. - Il DECALOGO: I. Io sono il Signore Dio tuo:  Non  avrai altro Dio fuori che me - II. Non nominare il nome di
il Signore Dio tuo: Non avrai altro Dio fuori che me - II.  Non  nominare il nome di Dio invano - III. Ricordati di
santificare le feste - IV. Onora il padre e la madre - V.  Non  ammazzare - VI. Non commettere atti impuri - VII. Non
- IV. Onora il padre e la madre - V. Non ammazzare - VI.  Non  commettere atti impuri - VII. Non rubare - VIII. Non dire
- V. Non ammazzare - VI. Non commettere atti impuri - VII.  Non  rubare - VIII. Non dire falsa testimonianza. - IX. Non
- VI. Non commettere atti impuri - VII. Non rubare - VIII.  Non  dire falsa testimonianza. - IX. Non desiderare la donna
VII. Non rubare - VIII. Non dire falsa testimonianza. - IX.  Non  desiderare la donna d'altri - X. Non desiderare la roba
testimonianza. - IX. Non desiderare la donna d'altri - X.  Non  desiderare la roba d'altri.
per orientarsi e dirigere i bastimenti in mare. Chi  non  ha visto il mare, non può farsi un'idea di questa immensa
e dirigere i bastimenti in mare. Chi non ha visto il mare,  non  può farsi un'idea di questa immensa distesa d'acqua. Chi si
Chi si trova in mare su un bastimento, lontano da terra,  non  vede più nessuna cosa, non una torre, nè una collina, nè
un bastimento, lontano da terra, non vede più nessuna cosa,  non  una torre, nè una collina, nè una cima di montagna presso
spesso si rovesciano anche al di sopra di esso. Il pilota  non  può più governare il timone, e perderebbe l'orientamento,
più governare il timone, e perderebbe l'orientamento, cioè  non  saprebbe come è diretta la nave, se non avesse la bussola.
cioè non saprebbe come è diretta la nave, se  non  avesse la bussola.
certi occhietti piccini piccini. Il Re  non  aveva voglia di ridere; ma come vide quello sgorbio, non
Re non aveva voglia di ridere; ma come vide quello sgorbio,  non  seppe frenarsi. — Che cosa voleva? — Maestà, — disse il
mani dell'Uomo selvaggio. — Magari! — rispose il Re. —  Non  mezzo, caro amico, ma ti darei il regno intiero. — Parola
caro amico, ma ti darei il regno intiero. — Parola di Re  non  si ritira. — Parola di Re! — Il Nano partì. E non era
di Re non si ritira. — Parola di Re! — Il Nano partì. E  non  era trascorsa una settimana, che il Re riceveva un avviso:
festa alla sua figliuola, che ritornava! Il Re e la Regina  non  osavano credere: dubitavano che quello sgorbio si facesse
Figuriamoci che allegrezza! Le feste e i banchetti  non  ebbero a finir più. Ma di nozze non se ne parlava, e della
Le feste e i banchetti non ebbero a finir più. Ma di nozze  non  se ne parlava, e della metà del regno nemmeno. Il Re, ora
e che l' Uomo selvaggio era stato ucciso dal Nano,  non  intendeva più saperne di mantener la sua parola. Il Nano,
mie nozze? — Ma quello cambiava discorso: da quell'orecchio  non  ci sentiva. — Maestà, e la mia metà del regno? —
che ti preme più di saper le lingue straniere che la tua?  Non  me ne maraviglierei più che tanto. C' è degli italiani che,
Persia, mise Firenze a settentrione di Bologna. No? Tu  non  sei di quel numero? E tanto meglio. Ma non sarai mai
Bologna. No? Tu non sei di quel numero? E tanto meglio. Ma  non  sarai mai abbastanza persuaso di questa verità: che non si
Ma non sarai mai abbastanza persuaso di questa verità: che  non  si studia con amore, che non s'impara bene nessuna lingua
persuaso di questa verità: che non si studia con amore, che  non  s'impara bene nessuna lingua straniera, se non s'è prima
amore, che non s'impara bene nessuna lingua straniera, se  non  s'è prima studiato con amore e imparato bene la propria;
bene la propria; poichè, se imparare una lingua straniera  non  è altro che imparare a tradurre in questa i nostri pensieri
esattezza e con garbo in un' altra lingua quelle cose che  non  sappiamo dire se non confusamente e senza garbo nella
in un' altra lingua quelle cose che non sappiamo dire se  non  confusamente e senza garbo nella nostra? E in che maniera
degli scrittori stranieri, se queste, in qualunque lingua,  non  s' intendono e non si sentono se non paragonando le parole,
se queste, in qualunque lingua, non s' intendono e  non  si sentono se non paragonando le parole, le frasi, le forme
in qualunque lingua, non s' intendono e non si sentono se  non  paragonando le parole, le frasi, le forme a quelle che loro
che ci è famigliare? E ti seguirà anche questo: che mentre  non  imparerai che male altre lingue, ti si corromperà e
poco che sai della tua, perché, essendo poco e mal fermo,  non  reggerà il materiale straniero che gli verserai sopra, e ti
in America, in città, come in campagna, per vivere, chi  non  ne ha, bisogna che lavori, se non vuol rubare; giacchè il
campagna, per vivere, chi non ne ha, bisogna che lavori, se  non  vuol rubare; giacchè il lavoro bell'e fatto e il pane a ufo
vuol rubare; giacchè il lavoro bell'e fatto e il pane a ufo  non  si trovano in nessun luogo. Conobbe per prova non essere
a ufo non si trovano in nessun luogo. Conobbe per prova  non  essere tutt'oro quel che luce. Il pane dell'operaio non è
non essere tutt'oro quel che luce. Il pane dell'operaio  non  è men duro di quello del contadino; ogni stato ha le sue
forse quello del coltivatore ne ha meno degli altri; quindi  non  c'è ragione di invidiare la condizione altrui. Comprese che
di invidiare la condizione altrui. Comprese che le persone  non  si stimano più o meno secondo il mestiere che fanno, ma
con cui la esercitano. Si convinse poi che la fortuna  non  ha domicilio fisso; e se talvolta va alla cieca, non manca
non ha domicilio fisso; e se talvolta va alla cieca,  non  manca però mai al buon lavoratore, sia di città, sia di
e vi attese con grande studio; e n'è ora sì contento, che  non  la cambierebbe più con nessun'altra, fosse pure men
fosse pure men faticosa, e più utile. E Tommaso  non  ha una, ma cento ragioni di lodarsi del suo mestiere.
braccio e lo trascinò dentro. - Zitto! - gli raccomandò. -  Non  dir niente delle lettere! La poveretta tremava, pensando
prima! - così ella temeva che i birri, usciti di carcere,  non  se la prendessero con Cuddu e con lei che non c'entravano.
di carcere, non se la prendessero con Cuddu e con lei che  non  c'entravano. Quella vecchia aveva anche detto all'ultimo: -
lei e Cuddu. Per ciò ella replicava al figlio: - Zitto!  Non  dir niente delle lettere. Zitto! Avrebbe voluto trattenere
Zitto! Avrebbe voluto trattenere Cuddu sempre in casa,  non  farlo parlare con nessuno; ma non era possibile. Il ragazzo
Cuddu sempre in casa, non farlo parlare con nessuno; ma  non  era possibile. Il ragazzo sguisciava via quando ella meno
quasi senza voltarsi, correndo, dalla paura che sua madre  non  venisse ad afferrarlo per un braccio e non lo legasse alla
che sua madre non venisse ad afferrarlo per un braccio e  non  lo legasse alla seggiola come lo aveva minacciato più
Sì. - E ci starai, allora. Tanto  non  servi a niente e non sei buona a niente. Se valessi almeno
Sì. - E ci starai, allora. Tanto non servi a niente e  non  sei buona a niente. Se valessi almeno un centesimo ti
dietro l'albero si turavano la bocca con la mano per  non  ridere. - Io un testone? - rispose Minghin arrabbiato - non
non ridere. - Io un testone? - rispose Minghin arrabbiato -  non  vedi che testa piccola ho io? - e se la toccava. Aveva la
di un bove. - Fra noi uomini si dice testone a quelli che  non  capiscono niente o non vogliono capir niente. Non a quelli
uomini si dice testone a quelli che non capiscono niente o  non  vogliono capir niente. Non a quelli che hanno la testa
che non capiscono niente o non vogliono capir niente.  Non  a quelli che hanno la testa grossa. (Cherubino, ci dispiace
con la voce dolce di chi vive in campagna Fafòn - perchè  non  vuoi capire la Carta del Lavoro. - Ne ho sentito parlare,
capire la Carta del Lavoro. - Ne ho sentito parlare, ma  non  ne voglio più sentir parlare - gridò con cocciutaggine
vecchio Pasquale  non  è un cattivo uomo. Ma voi sapete, ragazzi miei, - seguitò
e i duri meriggi assolati che li rende così buoni come  non  vogliono a volte sembrare. Guccio chinò la testa. Un
signorino, che era venuto a rubare ai poveri (legne secche  non  ce ne erano intorno) si meravigliarono ma non dissero una
(legne secche non ce ne erano intorno) si meravigliarono ma  non  dissero una parola. Se non fosse stato per la pietà del
intorno) si meravigliarono ma non dissero una parola. Se  non  fosse stato per la pietà del vecchio, per una cattiveria
ti porta ferita?» «Se la ferita  non  fosse come il morso del cinghiale, o la cornata del cervo,
ma come di spina, io preferirei, Blabante: e tuttavia  non  ti crucciare delle mie ferite, e dimmi la verità che sai».
prolungati ed eccessivi dei due visitatori, come quelli, se  non  l'hai notato finora, di ciascuno che ti stia davanti, sia
vuoi dire?» «Su tuo comando dico, signore, che spesso, se  non  sempre, l'odore del tuo alito è abbastanza, se non del
se non sempre, l'odore del tuo alito è abbastanza, se  non  del tutto, diverso da quello dei graziosi fiori della
è o pare affare del diavolo...» Per quel giorno la cosa  non  andò oltre. Il conte fu scontroso e solitario, e non volle
cosa non andò oltre. Il conte fu scontroso e solitario, e  non  volle ricevere nessuno né a poca né a molta distanza. Negli
veleno, spalancasse le narici e chiudesse gli occhi, altro  non  fiutava che un'aria calda e corporale: non più saporita, in
gli occhi, altro non fiutava che un'aria calda e corporale:  non  più saporita, in bene o in male, di quella che nel resto
 non  c'indurre in tentazione. Con queste parole, noi preghiamo
tentazione. Con queste parole, noi preghiamo il Signore di  non  lasciarci cadere nelle tentazioni; lo preghiamo che ci
di vincere, se la tentazione viene. Le tentazioni  non  vengono solo dal diavolo, ma anche dal mondo e dalle nostre
dal diavolo, ma anche dal mondo e dalle nostre passioni; e  non  si vincono senza l'aiuto di Dio. Dio, dunque, ci sia sempre
E domandargli invece di " chiedergli? - T. - Ma,  non  scorgendo anima nata.... P. - Non vedendo anima viva.... T.
" chiedergli? - T. - Ma, non scorgendo anima nata.... P. -  Non  vedendo anima viva.... T. - Piegai a deStra e procedetti
suolo.... P. - Quanto amore per quello scorgere! E perchè  non  lì invece di " quivi? - E stesi per terra in luogo di "
sembravano assopiti.... P. - ....parevano addormentati, se  non  le par troppo comune. T. - Sostai.... P. - Si soffermò....
venni in sospetto che facessero sembianza, ma che  non  dormissero davvero..Non m'ero male apposto.... P. - Com'è
far sembianza - è più nobile di far mostra e di fingere; "  non  m'ero male apposto -. non è un modo di dozzina come non
di far mostra e di fingere; " non m'ero male apposto -.  non  è un modo di dozzina come non m'ero ingannato. T. - Mi
" non m'ero male apposto -. non è un modo di dozzina come  non  m'ero ingannato. T. - Mi dileggia ella forse, signore? P. '
mi parrebbe più naturale il dire: in tono cortese, e  non  corrispondeva all'espressione del suo viso. Quell' "un
suo viso. Quell' "un d'essi - , poi, le avrà detto andare e  non  " recarsi - , la rimetteremo, non " la riporremo,,, sulla
le avrà detto andare e non " recarsi - , la rimetteremo,  non  " la riporremo,,, sulla buona strada, non "sul retto
, la rimetteremo, non " la riporremo,,, sulla buona strada,  non  "sul retto cammino....- T. - (Che insopportabile
Essi accelerarono il passo. Avevano in animo d' assalirmi,  non  cadeva dubbio. Si figurerà di leggieri il mio spavento!
indietro. Quelli affrettarono il passo. Volevano assalirmi;  non  c'era dubbio. S' immaginerà facilmente il mio spavento!
transitava là presso una brigata di villici, che malfattori  non  avevano veduti, perchè eran celati dagli alberi.... P. -
P. - Come nebbia al vento. T. - Fui salvo. Mi palpai.  Non  rinvenni più il portamonete nella scarsella. Non c'eran che
Mi palpai. Non rinvenni più il portamonete nella scarsella.  Non  c'eran che poche lire; non porta il pregio di parlarne. Il
il portamonete nella scarsella. Non c'eran che poche lire;  non  porta il pregio di parlarne. Il peggio fu la paura, che non
non porta il pregio di parlarne. Il peggio fu la paura, che  non  le saprei ritrarre in parole. P. - Capisco! " Ritrarre in
Ma ella si compiace troppo del difficile. Perchè  non  dire alla buona che non si ritrovò più il portamonete in
troppo del difficile. Perchè non dire alla buona che  non  si ritrovò più il portamonete in tasca? E perchè dire "non
in tasca? E perchè dire "non porta il pregio - invece di  non  mette conto? Insomma, se l'è cavata con la paura. T. - Se
mette conto? Insomma, se l'è cavata con la paura. T. - Se  non  mi toccò maggior danno, debbo saperne grado.... P. - Basta
addosso. Questo m' incolse.... mi seguì per aver posto in  non  cale.... P. - Se dicesse per aver trascurato.... T. - ....
trascurato.... T. - .... l'avvertimento di mio padre: che  non  è saggio l'aggirarsi in quei pressi senza compagnia. Me ne
ricorderò quind'innanzi. P. - Suo padre le avrà detto che  non  è prudente l'andare in giro soli in quei dintorni. E farà
in avanti a parlare in un altro modo.... T. - Ma, insomma,  non  m' è sfuggito un errore! p. - No; ma il suo discorso è
da capo a fondo, un tessuto di parole e di frasi che  non  s'usano mai da chi parla con naturalezza e con gusto, e che
sgrammaticato. T. - Troppo gentile! La ringrazio. P. - "  Non  porta il pregio. - Ma non ponga "in non cale - i miei
gentile! La ringrazio. P. - " Non porta il pregio. - Ma  non  ponga "in non cale - i miei consigli. "Se ne rinverrà;-
ringrazio. P. - " Non porta il pregio. - Ma non ponga "in  non  cale - i miei consigli. "Se ne rinverrà;- contento e me ne
- Perché gli extraterrestri si chiamano così? - Perché  non  abitano sulla Terra. Extraterrestri, infatti, significa
Terra. Extraterrestri, infatti, significa proprio "che  non  si trovano sulla Terra". Capito? - Capito. - E allora
perché gli extracomunitari si chiamano così? - Perché  non  abitano nella Comunità Europea, di cui l'Italia fa parte. -
più ricco del mondo, è un extracomunitario! Questa proprio  non  me l'aspettavo!
 non  fu indovinato così presto; ma pur fu indovinato da due o
Allora il maestro conchiuse: "Qui basti di tali gingilli; e  non  passi per esempio questo breve trattenimento di stamattina;
per esempio questo breve trattenimento di stamattina; chè  non  vorrei per tutto l' oro del mondo dar cagione a veruno di
di radio terranno allegra la comitiva. Le compagne di Anna  non  sono tutte ricche; anzi alcune sono molto povere. Anna
invitare a merenda le compagne povere. Ninetta, che pure  non  è tanto povera, non ha mai mangiato i marroni canditi.
le compagne povere. Ninetta, che pure non è tanto povera,  non  ha mai mangiato i marroni canditi. Sarebbe un peccato non
non ha mai mangiato i marroni canditi. Sarebbe un peccato  non  farglieli assaggiare. Eppure proprio Ninetta risponde con
capo. - E allora? Allora Ninetta le confessa, esitando, di  non  avere una vestina adatta. Anna corruga la fronte; confronta
la sua con la vestina di lei. Infatti c'è differenza.  Non  tutte le compagne indossano abiti ben fatti, aggraziati, di
abbraccia Ninetta e le dice con slancio - Ma come?  non  hai la tua bella divisa di Piccola Italiana? A casa mia ci
Italiana? A casa mia ci andremo subito dopo l'adunata.  Non  sarà necessario cambiare il vestito. E saremo tutte uguali.
- I comunisti. - Io ho sentito parlare dei comunisti, ma  non  so che cosa siano - disse Cherubino. Sergio e Anselmuccio
- spiegò con dolcezza il signor Goffredo - sono persone che  non  rispettano l'ordine, il quale è il benessere non soltanto
che non rispettano l'ordine, il quale è il benessere  non  soltanto dell'individuo, ma anche della società umana: e
dell'individuo, ma anche della società umana: e sopratutto  non  comprendono i diritti altrui conquistati con il sacrificio.
i diritti altrui conquistati con il sacrificio. -  Non  capisco - disse Cherubino che aveva un po' l'animo del
C'era una volta un Re, che più  non  viveva tranquillo, dal giorno in cui una vecchia indovina
gli aveva detto: — Maestà, ascoltate bene: Topolino  non  vuol ricotta; Vuol sposare la Reginotta; E se il Re non
non vuol ricotta; Vuol sposare la Reginotta; E se il Re  non  gliela, dà, Topolino lo ammazzerà. Il Re consultò subito i
che quella donna si sia beffata di voi. — Ma gli altri  non  furono dello stesso parere. — Per evitare la disgrazia,
— Perciò il Re messe fuori un decreto: — Pena la vita a chi  non  teneva uno o più gatti, secondo che avesse casa o palazzo.
Un ragazzo che  non  sa farsi amare. Gaetano è un fanciullo stizzoso e superbo;
e superbo; vuol sempre aver ragione, perfino quando manca;  non  sa adattarsi mai al genio degli altri, pretende che tutti
brontolone. Tutti vedono in lui questi difetti; egli solo  non  li vede; anzi, a sentir lui, tutti gli fanno dispetti,
via le vespe, perchè la puntura di esse fa male. Se Gaetano  non  si corregge di questi suoi difetti, nessuno lo vorrà più
nessuno lo vorrà più per compagno, perchè dove c'è lui  non  si sta bene. Giovinotto, non fare come Gaetano, se vuoi
compagno, perchè dove c'è lui non si sta bene. Giovinotto,  non  fare come Gaetano, se vuoi vivere in pace con la gente.
Acqua! Acqua! Ragazzo mio,  non  prendere l'abitudine della sporcizia; non fare economia
Ragazzo mio, non prendere l'abitudine della sporcizia;  non  fare economia d'acqua; làvati ogni mattina la faccia, e il
stesso bene, che fa l'aria ai polmoni. Bada alla testa: se  non  usi il pettine, e non fai qualche lavatura con acqua
ai polmoni. Bada alla testa: se non usi il pettine, e  non  fai qualche lavatura con acqua semplice, o saponata, vi si
o saponata, vi si annidano certe bestioline schifose, che  non  voglio nominare. Fa qualche volta il bucato generale
ti prenderesti un malanno, uno svenimento, o peggio. Se  non  sai l'arte utilissima del nuoto, abbi chi ti assista, e ti
godimenti intellettuali, ridurti a considerarla, in somma,  non  come un mezzo, ma come un fine, e diventare uno di quei
a baloccarsi con le parole e con le frasi, come se queste  non  fossero forme e suoni vanissimi quando non servono a dir
come se queste non fossero forme e suoni vanissimi quando  non  servono a dir qualche cosa che piaccia o che giovi, io ti
e con l'alta matematica lo studio della tavola. pitagorica.  Non  occupandoci più d'altro che di lingua, finiamo con non
Non occupandoci più d'altro che di lingua, finiamo con  non  cercare e non raccoglier più Altro nelle opere dell'ingegno
più d'altro che di lingua, finiamo con non cercare e  non  raccoglier più Altro nelle opere dell'ingegno altrui; ci
più Altro nelle opere dell'ingegno altrui; ci avvezziamo a  non  veder più bellezza che nella bellezza della parola, a non
a non veder più bellezza che nella bellezza della parola, a  non  badar più che alla forma anche nelle pagine più splendide
pagine più splendide di pensiero e più calde d'affetto, a  non  più pensare noi medesimi, scrivendo, se non quanto e
d'affetto, a non più pensare noi medesimi, scrivendo, se  non  quanto e necessario ad aver qualche cosa da dorare e da
come il bigotto diventa superstizioso e misantropo; che  non  ha più altro nel cranio che una grammatica e nel petto che
l'arte e prostituì I' idolo che stupidamente adorava. Ma tu  non  ti lascerai andare per quella china: tu terrai sempre per
alto fine; tu studierai la lingua per diventarne padrone,  non  per fartene servo, per servirtene, non per adorarla; tu ne
diventarne padrone, non per fartene servo, per servirtene,  non  per adorarla; tu ne farai forza e bellezza, ma non la
non per adorarla; tu ne farai forza e bellezza, ma  non  la sostanza stessa del tuo pensiero, che si dissolverebbe
stessa del tuo pensiero, che si dissolverebbe nel vuoto,  non  l'alimento unico del tuo intelletto, per cui si muterebbe
del tuo intelletto, per cui si muterebbe in veleno. No, tu  non  seguirai la via del professor Pataracchi.
di salirle, e culli il tuo fratellino per dormirlo, e  non  pigli caffè perchè non ti prova, e chiami cotti i fichi
il tuo fratellino per dormirlo, e non pigli caffè perchè  non  ti prova, e chiami cotti i fichi d'India maturi, e occhi
e a chi ti rivolge domande indiscrete dici, che  non  entri il naso negli affari tuoi, e se non la smette subito,
dici, che non entri il naso negli affari tuoi, e se  non  la smette subito, che finisca da una volta d' importunarti.
finisca da una volta d' importunarti. e per farla corta,  non  t' ho citato che una dozzina d'esempi; mi dispiace d'esser
dalla nascita, devi guardarti anche tu dai dialettismi,  non  con altrettanta, ma con maggior cura degli altri; non devi
non con altrettanta, ma con maggior cura degli altri;  non  devi lasciarti sfuggir mai, neppure una volta l'anno (e ti
sfuggir mai, neppure una volta l'anno (e ti sfuggono  non  di rado) voi dicevi, voi facevi, voi andavi, e dichino e
e tornar di casa per " andar a stare - in un luogo dove  non  s'è mai stati. E sebbene Dante abbia detto " lascia dir le
Dante abbia detto " lascia dir le genti - è meglio che tu  non  dica genti in quel senso per non farmi pensare che tu parli
le genti - è meglio che tu non dica genti in quel senso per  non  farmi pensare che tu parli di tutti i popoli della terra; e
della terra; e che suoi per " loro - abbia esempi classici,  non  toglie che sia più corretto il far concordare l'aggettivo
e una " minestra diaccia - se vuoi esser giusto,  non  s' è mai portata in tavola da che mondo è mondo. A
bastare ed evitare gli sprechi. Da qualche mattina Ninetta  non  addolcisce il latte, e lo zucchero sparisce ugualmente. La
ugualmente. La mamma le ha domandato a bruciapelo: - Perchè  non  zuccheri il latte, Ninetta? - Sì che l'ho zuccherato. -
- La mamma vede tutto, bambina. Tu nel latte lo zucchero  non  ce lo metti. Penserei a un fioretto alla Madonna, se lo
metti. Penserei a un fioretto alla Madonna, se lo zucchero  non  mancasse, ma lo zucchero manca. Che cosa ne fai? Dove lo
caro! Basta - dice la mamma intenerita - hai fatto bene, ma  non  era necessario dir bugie. - Tu dici sempre che la mano
necessario dir bugie. - Tu dici sempre che la mano destra  non  ha da sapere ciò che fa la sinistra. - Vero, ma con la
ciò che fa la sinistra. - Vero, ma con la mamma questo  non  c'entra.
entri a pieno sbocco nella tua casa, e nella stalla: essa,  non  meno che l'aria, è indispensabile alla vita e alla salute.
membra. Pallida, e svigorita, è la gente che vive in luoghi  non  visitati dal sole. Le piante, anch'esse, sbucciano fiori
ancora i frutti maturati all'ombra; o soltanto in luogo  non  battuto dai vivi raggi del sole, sono sempre insipidi, e
luce sugli animali e sulle piante! Senz'aria, e senza luce,  non  si vive. Dove l'aria non è pura, e la luce non è viva, non
piante! Senz'aria, e senza luce, non si vive. Dove l'aria  non  è pura, e la luce non è viva, non può esservi salute: e
senza luce, non si vive. Dove l'aria non è pura, e la luce  non  è viva, non può esservi salute: e bada che dove non c'entra
non si vive. Dove l'aria non è pura, e la luce non è viva,  non  può esservi salute: e bada che dove non c'entra raggio di
la luce non è viva, non può esservi salute: e bada che dove  non  c'entra raggio di luce, entra spesso il medico. Ama dunque
creatura, in quel buio pieno di agguati e di paure. -  Non  si vergognava un guerriero come lui di lasciare andare un
verso il pericolo? — domandò Sergio al padre. Sergio  non  aveva detto «un ragazzo zoppo» perchè come voi ricordate,
pensato che un piccolo ragazzo, abitante in quei luoghi,  non  avrebbe dato nessun sospetto a chiunque nella notte
ricordare che cinquanta anni fà i dintorni di una città  non  erano illuminati e quindi non era meraviglia incontrare
fà i dintorni di una città non erano illuminati e quindi  non  era meraviglia incontrare qualche persona con una lucerna o
se aveva il bastone da una parte e la torcia dall'altra?  Non  era come le scimmie che hanno quattro mani - chiese
le scimmie che hanno quattro mani - chiese Cherubino per  non  essere da meno degli altri nelle domande. - Avrà posato il
- Avrà posato il bastone! - gli esclamò Sergio. - E poi  non  teneva sempre le dita nel naso come fai tu - disse
in un lavoro, bisogna farlo con calma e perseveranza, e  non  sgomentarsi delle prime difficoltà che s'incontrano. Se il
Se il lavoro che hai da fare è lungo e pesante,  non  potrai finirlo nè in un giorno, nè in due; ma vi arriverai
i giorni, senza perder tempo, ne farai un po'. Il mondo  non  fu fatto in un giorno; - un albero non cade al primo colpo
un po'. Il mondo non fu fatto in un giorno; - un albero  non  cade al primo colpo di scure. Se è un lavoro difficile,
lavoro difficile, mèttivi tutta l'attenzione che puoi. Se  non  ti vien fatto subito a modo, non devi perderti d'animo, e
l'attenzione che puoi. Se non ti vien fatto subito a modo,  non  devi perderti d'animo, e dire: «È inutile, tanto non mi
modo, non devi perderti d'animo, e dire: «È inutile, tanto  non  mi riesce»; continua, e riuscirai. Chi maneggia la prima
e riuscirai. Chi maneggia la prima volta l'aratro,  non  tira i solchi dritti come un I. Si sa che nessuno nasce
- provando e riprovando si impara; - col vedere quel che  non  va, si capisce quel che va. Tutte le cose sono difficili,
di mangiare, perchè mangia per vivere e lavorare. Egli  non  vive per mangiare, come il fannullone. Chi non vuole
Egli non vive per mangiare, come il fannullone. Chi  non  vuole lavorare, nè di testa, nè di braccia, non dovrebbe
Chi non vuole lavorare, nè di testa, nè di braccia,  non  dovrebbe nemanco mangiare, perchè egli vive inutilmente per
bene è più forte, e fa maggior lavoro. Ma il mangiar bene  non  vuol dire mangiare a crepapelle. Tutt'altro. Gli eccessi, e
a crepapelle. Tutt'altro. Gli eccessi, e le indigestioni,  non  fan bene a nessuno. Il mangione si scava la fossa coi
Mangiar bene vuol dire mangiare cibi sani e quanto basta,  non  di più, e non di meno. In ciò consiste la virtù della
vuol dire mangiare cibi sani e quanto basta, non di più, e  non  di meno. In ciò consiste la virtù della sobrietà, o
Top. Bisogna spiegare che il padrone di Top era orfano e  non  aveva famiglia. Affidò quindi il suo barbone a una vecchia
mise piede sul suolo albanese? Top! Top in carne ed ossa e  non  il suo fantasma. Top saltellante, gioioso, uggiolante, che
il suo fantasma. Top saltellante, gioioso, uggiolante, che  non  smetteva di balzare addosso al suo padrone e di leccargli
la faccia. Il mistero della sua presenza in Albania  non  è ancora stato spiegato, ma non è difficile capirlo. Top si
sua presenza in Albania non è ancora stato spiegato, ma  non  è difficile capirlo. Top si sarà imbarcato di nascosto e,
Top si sarà imbarcato di nascosto e, poichè ai cani  non  occorrono carte d'imbarco, il comandante della nave avrà
in Lui; per ripetere a noi tutti che  non  bisogna invidiare chi ha di più, ma che si deve essere
dello stato in cui Dio ci ha posto. Le labbra di Gesù  non  dicono parola: ma come parla il suo esempio!
quello cambiava discorso: da quell'altro  non  ci sentiva neppure. — Bella parola di Re! — gli disse il
esser morto! — Andarono a vedere in istrada; ma il Nano  non  c' era più. Si era rizzato di terra, si era ripulito il
la Reginotta, da quel giorno in poi, diventò di malumore;  non  diceva una parola, non rideva più, andava perdendo il
giorno in poi, diventò di malumore; non diceva una parola,  non  rideva più, andava perdendo il colorito. — Che cosa ti
il colorito. — Che cosa ti senti, figliuola mia? — Maestà,  non  mi sento nulla; ma.... chi dà la sua parola la dovrebbe
— Come? Lei dunque voleva quel Nano gobbo e sbilenco? —  Non  intendevo dir questo; ma.... chi dà la sua parola la
dà la sua parola la dovrebbe mantenere. - Anche la Regina  non  viveva tranquilla: — Quel Nano era potente: aveva vinto l'
del Portogallo mandò a domandarla per moglie. La Reginotta  non  disse nè di sì, nè di no; ma il Re e la Regina non vedevano
non disse nè di sì, nè di no; ma il Re e la Regina  non  vedevano l' ora di celebrare le nozze. Il Reuccio di
proprio vivo! Par di sentirlo nitrire! - Solo la Reginotta  non  diceva nulla. Il Reuccio, stupito, le domandò: — Reginotta,
diceva nulla. Il Reuccio, stupito, le domandò: — Reginotta,  non  vi piace?
DI QUESTA STORIA  NON  AVEVA VOGLIA DI SCRIVERE IL CAPITOLO XXV E HA PREFERITO
AD ASCOLTARE IL CRONISTA DELLA RADIO OVEST. L'AUTORE PERCIÒ  NON  È RESPONSABILE DELLE FIORETTATURE STILISTICHE DI QUESTO
Un buon vaccaro vale un buon bifolco. Chi  non  ha amore alle bestie, non ne ha nemanco ai cristiani: lo
vaccaro vale un buon bifolco. Chi non ha amore alle bestie,  non  ne ha nemanco ai cristiani: lo dice il proverbio, ed è
di litigi e di spese. Vedi dunque che il tornaconto,  non  meno che la carità, comanda di trattar gli animali con
animali con dolcezza, di nutrirli bene, tenerli puliti, e  non  strapazzarli con lavori eccessivi. Il bestiame è una
dolcezza. S'accorge subito quando un animale è triste, o  non  mangia volentieri, od è ferito, e gli presta le cure
nei seminati, o sulle terre altrui. Tien d'occhio che  non  cadano nei fossi; non si accostino a precipizi; non si
sulle terre altrui. Tien d'occhio che non cadano nei fossi;  non  si accostino a precipizi; non si arrampichino in luoghi
che non cadano nei fossi; non si accostino a precipizi;  non  si arrampichino in luoghi pericolosi. Ha cura di non
non si arrampichino in luoghi pericolosi. Ha cura di  non  lasciarle troppo tempo al sole. Sceglie i luoghi dove
aria, e pulisce tutto. Pensa prima agli animali che a sè.  Non  si lascia vincere dal sonno: se fa bisogno, è in piedi a
 Non  basta, per parlar bene, sfuggire l' affettazione; bisogna
sfuggire l' affettazione; bisogna pure, quando occorre,  non  aver timore di parere affettati; bisogna vincere un
siamo tutti riluttanti ad usare parole e frasi che  non  appartengano a quello scarso materiale linguistico che si
ci paiono strani e affettati per la sola ragione che  non  siamo assuefatti a dirli e a sentirli. Per, ispiegarti
e m'occorse di sentire cento volte. Mi domanda un tale se  non  c'è in italiano una parola che significhi " stringer molto
o con altro, in modo che essa paia meglio disposta, ma che  non  abbia più liberi i movimenti. - - Certo che c'è.
Che parola strana! - Strana perchè? Per il suono?  Non  è mica più strana d' impazientire e d' indolenzire, che
e d' indolenzire, che tutti dicono. - Ma questa  non  l'ho mai intesa. - È d'uso comune in Toscana, è in tutti i
italiani d'ogni provincia. - Eppure, che so io? Parlando,  non  l'userei. - Per che ragione? - Non so.... Non oserei. - Ma
che so io? Parlando, non l'userei. - Per che ragione? -  Non  so.... Non oserei. - Ma per la stessa ragione si dovrebbe
io? Parlando, non l'userei. - Per che ragione? - Non so....  Non  oserei. - Ma per la stessa ragione si dovrebbe interdire
baluginare, che in certi casi significano una cosa che  non  si può dire per l'appunto con un altro modo? - Spiaccicare!
un po', sorridendo). - No, glielo dico sinceramente,  non  oserei. Saranno parole italianissime, e anche usatissime in
E picchia sullo strane! Ma strana le parrà ogni parola che  non  abbia mai intesa. Quelle parole non paiono punto strane e
parrà ogni parola che non abbia mai intesa. Quelle parole  non  paiono punto strane e affettate, paiono naturalissime a
usate. La cagione dell'effetto che producono in lei  non  sta in esse medesime; ma nel fatto che lei non è usato a
in lei non sta in esse medesime; ma nel fatto che lei  non  è usato a sentirle. Lei stesso adopera ora come naturali
in materia di lingua, ha detto un grande maestro,  non  è altro che l'assuefazione. - Avrà ragione. E non di
maestro, non è altro che l'assuefazione. - Avrà ragione. E  non  di meno.... che vuol che le dica? Se, parlando in famiglia
ancora l'italiano come si parlava quarant'anni fa. - O  non  si parla ora come si parlava allora? - Ah no, per fortuna.
ragazzo erano affatto sconosciuti. - Quarant'anni fa  non  le sarebbe mai occorso di sentir dire da un piemontese
modi ogni momento da giovani, da signore, da gente che  non  pensa neppur per ombra a parlare scelto, e non c'è caso che
da gente che non pensa neppur per ombra a parlare scelto, e  non  c'è caso che chi li ascolta si stupisca e sorrida con
necessaria, può far ridere, esclamare, urlare, dov'essa  non  è conosciuta in fatto; e però sono impicci da cui uno non
non è conosciuta in fatto; e però sono impicci da cui uno  non  può uscir solo: l'unico mezzo d'uscirne è d'uscirne tutti
perchè tutto quel materiale di lingua, che conosciamo ma  non  usiamo parlando, non ci verrà mai pronto all'occorrenza
materiale di lingua, che conosciamo ma non usiamo parlando,  non  ci verrà mai pronto all'occorrenza quando scriviamo, lo
quando scriviamo, lo dovremo sempre andar a cercare, e  non  lo cercheremo per pigrizia, o lo useremo male, e sarà
e sarà sempre per noi come quelle stoviglie di casa che  non  si tiran fuori dall'armadio che per i pranzi solenni, dove
solenni, dove gl'invitati s' accorgono alla prima che  non  siamo assuefatti ad usarle.
zoppo; la verità, come l'olio, viene a galla. Ma poi, anche  non  si venisse a scoprire la bugia, forse che Dio non vede nel
anche non si venisse a scoprire la bugia, forse che Dio  non  vede nel cuore? Non lo sa la coscienza? La bugia è un vizio
a scoprire la bugia, forse che Dio non vede nel cuore?  Non  lo sa la coscienza? La bugia è un vizio brutto e schifoso,
sono disprezzati da tutti. A chi è conosciuto bugiardo  non  si crede più nulla, neanche se dice la verità. Pierino ha
subito, e gli fu perdonato. Pierino è un ragazzo sincero;  non  dice mai quel che non è, e tutti gli vogliono bene. Quando
Pierino è un ragazzo sincero; non dice mai quel che  non  è, e tutti gli vogliono bene. Quando si manca, bisogna
se a dirla ce ne vien danno. È brutta cosa aver due lingue.  Non  si deve mai dire il falso, anche quando dicendo il falso
quel che devi dire. A tempo e luogo sappi anche tacere per  non  recar danno ad altri. Non devi far la spia dei falli
e luogo sappi anche tacere per non recar danno ad altri.  Non  devi far la spia dei falli altrui. Ognuno ha da guardare a
parla. — Infatti, tra quelle rarità, l' albero che parlava  non  c'era. Con, questa pulce nell' orecchio, il Re non dormì
parlava non c'era. Con, questa pulce nell' orecchio, il Re  non  dormì più. Mandò corrieri per tutto il mondo in cerca dell'
questi occhi e l'ho sentito con queste orecchie. — Dove? —  Non  me ne rammento più. — E che cosa diceva? — Diceva:
ne rammento più. — E che cosa diceva? — Diceva: aspettare e  non  venire è una cosa da morire. — Era dunque vero! Il Re spedì
lui in persona alla ricerca dell'albero che parlava. Finchè  non  lo avesse nel suo palazzo, non si terrebbe per Re. E partì,
che parlava. Finchè non lo avesse nel suo palazzo,  non  si terrebbe per Re. E partì, travestito. Cammina, cammina,
dopo molti giorni la notte lo colse in una vallata dove  non  c' era anima viva. Sdraiossi per terra e stava per
quanti ecco una voce che pareva piangesse: — Aspettare e  non  venire è una cosa da morire! — Si scosse e tese l'orecchio.
scosse e tese l'orecchio. Se l'era sognato? — Aspettare e  non  venire è una cosa da morire! — Non se l' era sognato! E
sognato? — Aspettare e non venire è una cosa da morire! —  Non  se l' era sognato! E domandò subito: — Chi sei tu ? — Non
— Non se l' era sognato! E domandò subito: — Chi sei tu ? —  Non  rispondeva nessuno. Ma le parole erano, precise, quelle
precise, quelle dell'albero che parlava. — Chi sei tu ? —  Non  rispondeva nessuno. La mattina, come aggiornò, vide lì
dovessi andare in capo al mondo. Ma tu, perchè  non  mi rispondevi la notte scorsa?
anni e vengo da Casablanca, in Marocco. I miei genitori  non  sono bianchi e non sono neri, perché sono arabi, così
Casablanca, in Marocco. I miei genitori non sono bianchi e  non  sono neri, perché sono arabi, così adesso sono arabo
mia amica Maristella dice che sono come disegnato a matita,  non  so cosa voglia dire. In Italia sono diverso io, è naturale,
in vacanza in Marocco è diverso lui, perché nelle scuole  non  ci sono bambini italiani. Qui a Novara mí trovo bene, i
mí trovo bene, i bambini sono simpatici. Le prime volte  non  capivo, ma adesso ho imparato bene l'italiano presente,
dice che in Italia devono stare gli italiani, altrimenti  non  c'è più lavoro per tutti e tutti diventiamo poveri. - I
cucinare, il gas arriva direttamente dall'Algeria. - Chi  non  viaggia non può conoscere nulla — dice sempre il mio papà.
il gas arriva direttamente dall'Algeria. - Chi non viaggia  non  può conoscere nulla — dice sempre il mio papà.
accennò che  non  era lei. Allora si avanzò la seconda e fece la stessa
e fece la stessa domanda. Ruggiero accennò di nuovo che  non  era lei e così fece per le altre cinque. Le Fate allora si
Le Fate allora si avanzarono in gruppo e una disse: -  Non  siamo forse belle? Non ti abbiamo dimostrato affetto? Non
avanzarono in gruppo e una disse: - Non siamo forse belle?  Non  ti abbiamo dimostrato affetto? Non ti abbiamo fatto del
- Non siamo forse belle? Non ti abbiamo dimostrato affetto?  Non  ti abbiamo fatto del bene? - Sì, sì, sì - rispose Ruggiero.
sono grato, ma.... - Ma? - ripetettero le sette Fate. - Ma  non  siete la Reginuccia. Lei, lei sola voglio per isposa. - Le
andarono a rider sul muso, canzonandolo. - Un bel cavaliere  non  può forse pretendere alla mano di qualsiasi principessa? -
vogliamo che il cavallo rompa la cavezza e fugga! - La Fata  non  aveva appena detto così, che si sentì giù un gran fracasso
ah! - fecero le Fate - il cavallo è scappato e il cavaliere  non  è più cavaliere. E come farà a pretendere alla mano della
e tre, perchè la fatica era maggiore, a rifargli la gobba e  non  si contentarono di fargliela di dietro, gliela fecero anche
e volando via dal finestrone se ne andarono per  non  farsi vedere mai più! Figuratevi la rabbia del gobbo!
Figuratevi i commenti del vicinato! Basta dire che Ruggiero  non  si alzò più, non si fece più vedere da nessuno e di lì a
del vicinato! Basta dire che Ruggiero non si alzò più,  non  si fece più vedere da nessuno e di lì a pochi mesi morì
batteva la neve: la Maria, mia moglie, mi aveva pregato di  non  uscire con quella tormenta. Eppure dovevo arrivare al paese
al paese vicino ad ogni costo per un affare che, se  non  mi fossi presentato al mercato, mi sarebbe sfuggito e avrei
con una certa facilità. Ma quella volta, ragazzi miei,  non  mi è venuto certo da ridere. Ascoltate. La sera la corriera
mi è venuto certo da ridere. Ascoltate. La sera la corriera  non  potè ritornare per la grande neve: io volevo assolutamente
il bosco. Avanzavo fischiettando, quando, ad un tratto,  non  per paura ma per precauzione, volli tirare un colpo di
colpo di fucile in aria, in modo che qualsiasi lupo intorno  non  si avvicinasse. Provai il primo colpo: cilecca. Il secondo:
cartuccie che aveva portato con me: nulla. Erano umide. -  Non  importa - pensai seguitando a camminare - in qualunque caso
strette nelle parole in cui hanno l'uno o l'altro suono: a  non  allarga i la bocca come un imbuto per dir vérde, frésco,
o molle all's, e dolce o aspro alla z dove tale dev'essere;  non  come si suol fare da noi, che pronunziamo ad un modo rosa
zaino e zampa, cosa e sposa, pranzo e pazzo; quando  non  si dice pranso e passo, Come da molti si dice. Ma abbiamo
Ma abbiamo altri difetti di pronunzia, dei quali i libri  non  ci possono correggere, come quello di triplicare spesso le
quello di triplicare spesso le consonanti per timore di  non  far sentire abbastanza le doppie, come usano i nostri
in nero, fiero e simili, per rafforzarne il significato; di  non  far sentire l'sc nelle parole come scendere e scempio, che
come bacio, cacio, mendacio, e di metter la g in molte dove  non  entra (la povera Amaglia non sa gniente), e di sopprimerla
e di metter la g in molte dove non entra (la povera Amaglia  non  sa gniente), e di sopprimerla in altre dove dev'esser
la nostra cara provincia, e questo ti dispiace. Ma  non  temere. Nessuno dei tuoi fratelli italiani ti lancerà la
propri, che stanno a paro coi nostri peggiori. Rassicùrati.  Non  ti canzonerà il milanese che allarga l'e senza discreziune
ch'egli ha un debbole per i fonghi; e il napoletano.... No,  non  darà la baia al piemondese il napolitano, che muta il t in
e mette fra due vocali un suono gutturale aspirato:  non  ti burlerà neppur per idega. E neanche il siciliano sarrà
la consonante dove è semplice, e scempiarla dov' è doppia,  non  la cede a nessuno. Intesi appunto ieri note due proffessori
la tua pronunzia. Ma pronunziar le parole corrette  non  basta. Il nostro parlare manca generalmente d'armonia e di
parlare manca generalmente d'armonia e di speditezza perchè  non  facciamo abbastanza troncamenti e elisioni, perchè diciamo
un alfranno, quella gran virtù, in un mar di guai,  non  facevan nulla, non m'accorsi in tempo, per la qual ragione,
quella gran virtù, in un mar di guai, non facevan nulla,  non  m'accorsi in tempo, per la qual ragione, tu non tronchi e
nulla, non m'accorsi in tempo, per la qual ragione, tu  non  tronchi e non elidi nulla, e dici invece: gli impeti di
m'accorsi in tempo, per la qual ragione, tu non tronchi e  non  elidi nulla, e dici invece: gli impeti di amore, lo ha
un altro anno, quella grande virtù, in un mare di guai,  non  facevano nulla, per la quale ragione, tu senti che il tuo
Ed è singolare che, mentre riusciamo duri nel parlare per  non  far troncamenti e elisioni dove potrebbero farsi, riusciamo
lingua parlata a Firenze debba esser la lingua di tutti; ma  non  sul fatto che l'uso fiorentino, per ciò che riguarda
che questa musica dialettale essendo naturale in noi, noi  non  la sentiamo, e quindi non possiamo liberarcene. No : la
essendo naturale in noi, noi non la sentiamo, e quindi  non  possiamo liberarcene. No : la sentiamo, chi più chi meno,
della nostra regione con uno d' un' altra, perchè, anche  non  conoscendolo di persona, lo riconosciamo dei nostri:
lo riconosci, e t'avvedrai che sono proprie a te pure. E  non  pensare che perché tu non le avverti abitualmente o non ti
che sono proprie a te pure. E non pensare che perché tu  non  le avverti abitualmente o non ti riescono sgradevoli, non
E non pensare che perché tu non le avverti abitualmente o  non  ti riescono sgradevoli, non siano sentite dagli italiani
non le avverti abitualmente o non ti riescono sgradevoli,  non  siano sentite dagli italiani delle altre regioni, o non
non siano sentite dagli italiani delle altre regioni, o  non  riescano sgradevoli neppure a loro. Tanto le sentono che
riescano sgradevoli neppure a loro. Tanto le sentono che  non  son pochi quelli che, pure non comprendendo il nostro
a loro. Tanto le sentono che non son pochi quelli che, pure  non  comprendendo il nostro dialetto; ci rifanno il verso per
noi stessi ci riconosciamo nella caricatura; la quale essi  non  farebbero se la nostra musica dialettale non li facesse
la quale essi non farebbero se la nostra musica dialettale  non  li facesse ridere. Ora, ogni volta che ti segna un caso
nelle intonazioni, come un'eco della mia voce. E credi che  non  riuscirai a pronunziar bene l'italiano fin che non ti sarai
che non riuscirai a pronunziar bene l'italiano fin che  non  ti sarai liberato di questa specie di melopea vernacola,
al modo di pronunziare di tutti quegli italiani, dei quali  non  ti riesce di capire in che parte d'Italia sian nati. E non
non ti riesce di capire in che parte d'Italia sian nati. E  non  dar retta ai pigri che ti dicono: - tempo perso; a
- tempo perso; a nascondere il dialetto nella lingua  non  si riesce. - Non è vero, e non è tanto difficile riuscirvi.
a nascondere il dialetto nella lingua non si riesce. -  Non  è vero, e non è tanto difficile riuscirvi. Tutte le regioni
il dialetto nella lingua non si riesce. - Non è vero, e  non  è tanto difficile riuscirvi. Tutte le regioni d'Italia,
pronunziano l'italiano perfettamente, o quasi; nei quali  non  si sente indizio alcuno dei loro propri dialetti. Fa' il
una dega, o che si darebbe la vita per darle un baccio. E  non  risparmi neppure quei toscaneggianti che, credendo di
quei toscaneggianti che, credendo di pronunziar toscano,  non  fanno di quella bella pronunzia che una caricatura
HAI PENSATO bene, Stucchino? Decisioni come queste  non  si prendono alla leggera! A me pare che distribuendo tutti
becco! - Ma bene! Si vede che alle nostre riunioni serali  non  ti sei distratto. Però, però... Questo invito puoi
Il vincitore del derby di quest'anno sei tu, e io  non  credo che un altro possa prender parte al posto tuo alla
poi alla speranza che Jörg e Hai possano venire con te,  non  è probabile che gli Americani sgancino così facilmente i
da mandar viaggi gratuiti a mezza tribù di San Michele! -  Non  è necessario. Invece del sottoscritto possono prender parte
il casco ci sia la mia testa o quella di Jörg o di Hai, se  non  è zuppa è pan bagnato! - Uhm... Non so se oltreoceano si
di Jörg o di Hai, se non è zuppa è pan bagnato! - Uhm...  Non  so se oltreoceano si accontenteranno di questa esauriente
lui la polenta, e gli fai posto nella stalla. Ma la carità  non  è tutta di pane. Un vecchio scivolò sul ghiaccio della
paralitica; le sue gambe son come morte. È sola al mondo, e  non  possiede nulla. Tuttavia non è mai sola, e non le manca
come morte. È sola al mondo, e non possiede nulla. Tuttavia  non  è mai sola, e non le manca proprio nulla. La sua stanza è
al mondo, e non possiede nulla. Tuttavia non è mai sola, e  non  le manca proprio nulla. La sua stanza è la casa di tutti, e
casa. Al primo tocco di campana accorse tutto il paese.  Non  ci fu verso a domare il fuoco del pagliaio e del fienile;
«Sia fatta la volontà del Signore, povera Lena! Noi  non  possiamo ridonarvi quel brav'uomo che Dio v'ha tolto; ma vi
sono inspirate dalla virtù della carità: nel farle, chi può  non  provare una vera contentezza? Bisognerebbe non aver cuore
chi può non provare una vera contentezza? Bisognerebbe  non  aver cuore per non sentire compassione delle altrui
una vera contentezza? Bisognerebbe non aver cuore per  non  sentire compassione delle altrui disgrazie. Non merita il
cuore per non sentire compassione delle altrui disgrazie.  Non  merita il nome d'uomo colui che nega il suo aiuto a chi è
compatirne i difetti, il perdonare le offese. È egoista chi  non  ama che sè e la sua famiglia. Volendo bene a tutti gli
invidia del benessere altrui, chi si rallegra del male. Chi  non  ha carità, non ha cuore. E chi non ha cuore è un
altrui, chi si rallegra del male. Chi non ha carità,  non  ha cuore. E chi non ha cuore è un disgraziato, fosse anche
rallegra del male. Chi non ha carità, non ha cuore. E chi  non  ha cuore è un disgraziato, fosse anche carico d'oro.
Quanto a me, consentirà che  non  ho bisogno - di studiar l'italiano. Sono un uomo d'affari!
la lingua ufficiale - degli affari? E in ogni modo,  non  pare a lei che un uomo d'affari che ha studiato e parla e
son loro, che hanno molte cose da dire e importanti e  non  facili, e le hanno da dire alla lesta, a gente che non ha
e non facili, e le hanno da dire alla lesta, a gente che  non  ha tempo da perdere; cose nelle quali il non farsi bene
a gente che non ha tempo da perdere; cose nelle quali il  non  farsi bene intendere produce - ben più gravi inconvenienti
cultura, in mezzo ai quali portano il loro amor proprio,  non  solo d' uomini d' affari, ma d' uomini di mondo, l'
di farsi ascoltare, di divertire, di piacere, e se  non  altro la cura di non far ridere parlando rozzamente e
di divertire, di piacere, e se non altro la cura di  non  far ridere parlando rozzamente e lasciandosi scappare
nazionale, in certe classi della società, si deve imparare  non  soltanto per sè, ma per i propri figliuoli; i quali ad
- Caro mio, tu hai dieci anni; in materia di lingua io  non  son più in grado d' insegnarti nulla perchè.... sono un
stanza la leggeva il maestro; ma  non  l' ebbe appena finita, che più voci gridarono la spera, lo
è assai facile: è però assai graziosa la poesia; come  non  è cattiva poesia questa di un altro, facile per avventura