con un filo di voce. Cipí spiegò il suo piano: — Qui non c'è il filo e «lui», per prenderci, deve uscire a chiudere l'uscio: noi entreremo due per
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risposero: — Noi vi aiuteremmo volentieri perché sappiamo molte cose di quel signore cattivo e conosciamo il pianto di tante madri, ma per darvi quel che
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signore della notte brontolare. Le madri e i passeri gridavano disperati: — Assassino! Mascalzone! Esci di lí e te la daremo noi una lezione! Ma Cipí
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fratellini aprì gli occhi e disse: — Noi a vedere giú ci andiamo quando siamo grandi. — E io, invece, ci vado subito! — gridò Cipí e sgusciò sotto
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I compagni, che stavano raspando la terra nella quale l'uomo aveva sparso la semente, lo chiamarono: — Vieni con noi, Cipí! Abbiamo trovato la fila
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gridavano ai passeri: — Venite con noi... cra cra... presto sarà la fame... presto sarà la morte... sarà! Ma i passeri anziani dicevano ai giovani
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in pizzi...! — Veniamo... veniamo anche noi! — esclamarono alcune goccioline e la danza incominciò. In poco tempo da ogni nuvola incominciarono a
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per lanciarsi, quando Cipí gridò: — Un momento! Noi abbiamo fame, non possiamo aspettare! — gli risposero. — Anch'io ho fame, — gridò Cipí, — ma non
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e avvilita, Passerì uscì dal buco e disse alle farfalle bianche: — Il vostro gioco è bello ma dura da troppo tempo. Avete coperto tutto e noi stiamo
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è? — Dice che lui è al mondo per proteggere noi poveri uccelli; la mia povera mamma ci andava spesso da lui e lui le diceva buone parole che
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fa mai vedere? E se non mangia come noi perché ha il becco appuntito? Io dico che lí sotto ci sta un mistero... e se c'è, presto o tardi lo scoprirò
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sprizzò scintille verdi e continuò: — La notte è incantevole: passa la luna regina del cielo e noi stelline le facciamo ala riverenti come tante damigelle
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Passerí disse: — Noi passeri del tetto abbiamo sempre avuto fiducia del signore della notte e ci sembra impossibile che sia un assassino. Io e te
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quello che dipingerò, Madurer, — disse dopo qualche tempo, — ma credo che dovremo prendere una decisione. — Una decisione? Quale? — Amico mio, noi
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. — Ora puoi tornare a Venezia, se lo desideri. Laggiú è già tempo della festa di Maggio». «E voi? Non verrete con me?» «Noi dobbiamo, in verità
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strada, ce ne scusiamo, non ci accorgevamo del fatto: e poiché noi non siamo ubriachi piú di quanto tu sia prepotente e grosso di maniera, ti augureremo
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tuo padre ha fatto arrivare per noi gli oli e le polveri colorate piú preziose tra quelli che i mercanti portano dalla Persia con i cammelli. — Non
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. I pesci stanno dentro il mare, e non li possiamo vedere. — Ma anche noi, in qualche modo, siamo dentro il mare. Siamo un po' fuori e un po' dentro
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notti serene. È una specie di pianta-lucciola, capisci? Noi adesso non la vediamo splendere, perché è giorno. Ma di notte lo stralisco illumina il
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. — Allora dimmela, Sakumat. — Ecco: se noi continuiamo ad allargare le pareti, non potremo piú dominare il paesaggio. Voglio dire che diventerà troppo
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orizzonte, — disse Sakumat. Dipingeva con le spalle al bambino, ritoccando con il pennello le piccole onde ribollenti ai fianchi del veliero. — Noi non lo
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noi Latini ci preoccupiamo del futuro. Nessun abitante di questa città, voglio dire, avrebbe mai chiesto, come tu hai fatto poco fa, qualcosa che
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loro. Piú di tutti noi, voi sarete rispettosi della vostra differenza, e generosi nella decisione. Scegliete dunque, maestri, chi di voi, se vorrà
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vedrai da ora in poi soltanto per eseguire il ritratto pattuito, e niente altro ci sarà fra noi. — Tu parli di una scelta, Signore, — disse Gentile
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